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Il Papa: i cristiani tornino un'unica famiglia e siano testimoni della vera giustizia

Venerdì 18 gennaio avrà inizio la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani. Al centro delle iniziative di riflessione e incontro tra i membri delle diverse Chiese e confessioni, la giustizia. Intervista a don Savina, responsabile Cei per l'ecumenismo

Adriana Masotti - Città del Vaticano

Al termine dell'udienza generale di oggi, Papa Francesco ha voluto ricordare l'ormai prossima Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani che ricorre, come ogni anno, dal 18 al 25 gennaio, e ha invitato tutti a viverla intensamente. Queste le sue parole: 

Venerdì prossimo, con la celebrazione dei Vespri nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura, inizia la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, sul tema: “Cercate di essere veramente giusti”. Anche quest’anno siamo chiamati a pregare, affinché tutti i cristiani tornino ad essere un’unica famiglia, coerenti con la volontà divina che vuole 'che tutti siano una sola cosa'. L'ecumenismo non è una cosa opzionale. L’intenzione sarà quella di maturare una comune e concorde testimonianza nell’affermazione della vera giustizia e nel sostegno dei più deboli, mediante risposte concrete, appropriate ed efficaci.

Il tema della Settimana di quest'anno

“Cercate di essere veramente giusti e così resterete in vita e possederete la terra che il Signore, vostro Dio, sta per darvi”, recita il versetto 16:20 del Deuteronomio al centro della celebrazione della Settimana di preghiera per l’unità di quest’anno che, nell’emisfero nord, si celebra dal 18 al 25 gennaio, mentre in quello sud ricorre in altre date, ad esempio nel tempo di Pentecoste. Il Libro del Deuteronomio presenta una serie di discorsi pronunciati da Mosè al termine della sua vita. Egli ricorda alle nuove generazioni le leggi del Signore, mentre contempla da lontano la Terra Promessa. Quelle leggi sono garanzia di vita e di benessere per il suo popolo perché, se le rispetterà, potrà continuare a godere della vicinanza di Dio e realizzare il progetto dell'Alleanza con Lui. Uno di questi comportamenti riguarda il perseguimento della giustizia. Prima di tutto nei riguardi di Dio stesso, riconoscendolo come unico Signore, e poi nei confronti degli altri, in particolare i poveri.

Il tema della giustizia scelto dai cristiani dell'Indonesia

La proposta del tema della giustizia è stata fatta dalla Chiesa in Indonesia, che ha anche preparato i testi che accompagnano la Settimana, in collaborazione con il Pontifício Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani e la Commissione Fede e Costituzione del Consiglio ecumenico delle Chiese. L’86% della sua popolazione si professa musulmana, ma il 10% degli indonesiani è costituito da cristiani di varie tradizioni qui, come altrove, alla ricerca di una sempre maggiore riconciliazione e unità per rispondere alla volontà di Dio, ma anche per dare un segno a un mondo in cui corruzione, avidità e ingiustizia causano disuguaglianza e divisione.

Un Paese in cui la pacifica convivenza è minacciata 

La scelta di concentrare la preghiera sulla giustizia deriva dalla storia del Paese, che conta più di 17.000 isole e oltre 1300 differenti gruppi etnici, dice ai nostri microfoni don Giuliano Savina, direttore dell'Ufficio nazionale per l'Ecumenismo e il Dialogo. In questa realtà variegata, multi culturale e multi linguistica, continua don Savina, gli indonesiani hanno vissuto e vivono secondo il principio di 'gotong royong' che significa ‘vivere nella solidarietà e nella collaborazione’. Ma questa armonia è oggi minacciata in modi nuovi. “La crescita economica registrata di recente – spiega don Savina - è stata costruita su un sistema competitivo e la corruzione colpisce la politica e il mondo degli affari, spesso con conseguenze devastanti per l’ambiente e la giustizia”. Così, i cristiani in Indonesia hanno trovato che le parole ‘Cercate di essere veramente giusti’ potevano essere applicate alla loro situazione e alle loro necessità.

“La giustizia, solo la giustizia seguirai, affinché tu viva e possegga il paese che l’Eterno, il tuo Dio, ti dà (Dt-16:20 traduzione della CEI)”

Rendere testimonianza in favore della giustizia

C'è anche una presa di coscienza delle proprie colpe nei cristiani dell'Indonesia che non temono di riconoscere: “Come singoli e come comunità siamo spesso complici di ingiustizie, di incomprensioni e di lotte”. Come cristiani, si legge ancora nelle riflessioni preparate dai cristiani indonesiani, "siamo chiamati a rendere una testimonianza comune in favore della giustizia, e ad essere uno strumento della grazia guaritrice di Dio in un mondo lacerato”. Ma "così come l’ingiustizia ha fomentato la divisione che ha deteriorato la società indonesiana, scrivono ancora i cristiani d’Indonesia, ha anche alimentato le divisioni nella Chiesa. E così, ci troviamo uniti sotto la croce di Cristo, invocando sia la sua grazia per combattere l’ingiustizia, che la sua misericordia per i peccati che hanno causato la nostra divisione”.

Ascolta l'intervista integrale a don Giuliano Savina

La giustizia di Dio è l'amore per i suoi figli

Ma qual è la giustizia di Dio? E’ una giustizia che contiene la misericordia, l’amore per i suoi figli e il desiderio di una vita nuova per il peccatore. “I cristiani sono chiamati, in questa Settimana,  - afferma don Savina - a convocarsi in preghiera lasciandosi guidare dalla Parola di Dio. Perché è la Parola ad orientarmi e non i sentimenti, l’istinto, la paura. Guardando ai primi cristiani vediamo che loro non avevano timore, dopo la Pentecoste, di dire ad alta voce: 'Voi avete ucciso il Giusto', e questo grido veniva dalla fede di chi non ha più paura di morire perché il Cristo ha vinto la morte. E allora, avere questo coraggio di annunciare quella giustizia che non condanna, ma converte, che tocca i cuori e innanzitutto i cuori dei discepoli di Gesù che sono chiamati, insieme, ad essere testimoni dell’amore che abbiamo ricevuto. E i cristiani sono discepoli di quel Maestro che non ha parlato solo di giustizia, ma ha praticato la giustizia su di sé, per salvarci".

La Settimana di preghiera per l'unità in Italia

Il tema scelto per la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani non è, naturalmente, importante e attuale solo per l'Indonesia. Ma come si vivrà in Italia la Settimana? "Io posso dire che nel mio ufficio in questi giorni - racconta il direttore dell'Ufficio Cei - stanno arrivando le locandine da tutte le parti d’Italia, dell’animazione nelle varie diocesi per questa Settimana di preghiera. E io sto notando una ricchezza straordinaria. Se c’è questo tipo di animazione, vuol dire che nel territorio ci sono molte relazioni tra le varie confessioni cristiane, perché queste cose non si improvvisano; vuol dire che ci sono momenti di preghiera condivisi tra cattolici, ortodossi e protestanti e quindi vuol dire che la partecipazione c’è: con scambi di lettura del brano biblico e il coinvolgimento della gente. Sto notando pure - conclide -  il coinvolgimento anche dei giovani, e questa cosa mi fa immenso piacere".

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16 gennaio 2019, 10:45