Il Papa incontra 30 gesuiti di Panama e dell'America centrale
Michele Raviart – Città del Vaticano
Papa Francesco ha incontrato in Nunziatura apostolica 30 gesuiti di Panama e dell’America centrale. Durante l’incontro, durato oltre un’ora, il Papa ha risposto a molte domande sulla Compagnia di Gesù, sui temi di questo viaggio apostolico e più in generale sul Pontificato. Tra i presenti anche padre Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica, che a Vatican News racconta come si è svolto questo incontro:
R. – Papa Francesco come sempre ha incontrato in nunziatura un gruppo di gesuiti – 30, appunto – del Centroamerica, quindi dei vari Paesi di quest’area e ha conversato molto liberamente con loro. Devo dire, la maggioranza erano giovani, anche giovani novizi, che hanno posto domande sulla Compagnia di Gesù, sulla loro esperienza religiosa e poi chiaramente, a partire da queste domande, la conversazione si è estesa anche ai temi del viaggio e ad altri temi più in generale. La conversazione è stata come sempre molto fraterna, molto semplice, diretta, immediata con riferimenti anche alla vita personale del Pontefice. Il Papa è stato molto disponibile, anzi, è andato al di là del tempo previsto. Un’esperienza molto bella, molto diretta.
Papa Francesco molto spesso nei suoi viaggi incontra le comunità dei gesuiti ma quando va in America Latina, in Sudamerica, questo momento ha sempre qualcosa in più. Ecco, che cosa significa sia per il Papa sia per questi giovani questo incontro?
R. – C’è un’esperienza di contesto, appunto, questa dell’America Latina, in questo caso, America Centrale: è molto importante, rilevante. Il Papa si trova all’interno del viaggio, quindi non ha concluso il viaggio ma ha potuto comunicare a ruota libera per oltre un’ora alcune sue impressioni. Quindi, un’esperienza molto preziosa. L’esperienza di gesuiti giovani e anziani è stata anche molto importante: c'erano persone che hanno avuto un’ampia esperienza del passato, un passato condiviso con gli anni in cui Bergoglio era gesuita, quindi coetanei; e giovani che si affacciano adesso alla vita religiosa. Quindi, in questo senso un’esperienza molto interessante anche di dialogo e di incontro tra giovani e anziani.
C’erano persone che già conoscevano Papa Bergoglio e alcuni giovani. Qual è stata la differenza di approccio, anche nelle domande?
R. – I giovani erano molto interessati all’oggi, a quello che succede, quindi a un giudizio sull’oggi anche della vita religiosa, della vita come gesuiti. Gli anziani … diciamo che sostanzialmente hanno lasciato la parola ai giovani, però hanno commentato – specialmente alla fine – alcune esperienze vissute. Sono incontri sempre molto esperienziali: si parte sempre dalle esperienze dirette, non sono domande generiche, teoriche. Per questo questi incontri credo piacciano molto anche al Papa.
Come si inserisce questo incontro nella Giornata mondiale della gioventù? Si è parlato, nello specifico, di questo tema?
R. – Sì, certamente, appunto proprio perché c’erano dei giovani, hanno posto domande su questo tema e sulla Giornata. Evidentemente però si tratta di un incontro fraterno in un viaggio molto più ampio e complesso, quindi sono stati trattati alcuni temi e quello dei giovani certamente è stato anche trattato in questa conversazione.
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