Papa Francesco: riparare danni causati dall'incomprensione tra ebrei e cristiani
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
“Per l’ebreo come per il cristiano non v’è dubbio che l’amore verso Dio e verso il prossimo riassume tutti i comandamenti”. “Ebrei e cristiani devono dunque sentirsi fratelli e sorelle, uniti dallo stesso Dio e da un ricco patrimonio spirituale comune, sul quale fondarsi e continuare a costruire il futuro”. È quanto scrive Papa Francesco nella prefazione del libro “La Bibbia dell’Amicizia. Brani della Torah/Pentateuco commentati da ebrei e cristiani”. Il volume, a cura di Marco Cassuto Morselli e Giulio Michelini (Cinisello Balsamo, Edizioni San Paolo, 2019), uscirà il prossimo 18 gennaio. Nella prefazione, pubblicata oggi dall'Osservatore Romano, il Pontefice sottolinea che il modo migliore per dialogare “non è solo parlare e discutere, ma fare progetti realizzandoli insieme”. “Obiettivo comune sarà quello di essere testimoni dell’amore del Padre in tutto il mondo”.
Riparare i danni causati dall’incomprensione
“Sono ben consapevole - osserva Francesco - che abbiamo alle spalle diciannove secoli di antigiudaismo cristiano e che pochi decenni di dialogo sono ben poca cosa al confronto. Tuttavia in questi ultimi tempi molte cose sono mutate e altre ancora stanno cambiando”. “Occorre lavorare con maggiore intensità - scrive il Papa - per chiedere perdono e per riparare i danni causati dall’incomprensione. I valori, le tradizioni, le grandi idee che identificano l’Ebraismo e il Cristianesimo devono essere messe al servizio dell’umanità senza mai dimenticare la sacralità e l’autenticità dell’amicizia. La Bibbia ci fa comprendere l’inviolabilità di questi valori, necessaria premessa per un dialogo costruttivo”.
Studio della Torah
“È di vitale importanza per i cristiani - si legge nella prefazione - scoprire e promuovere la conoscenza della tradizione ebraica per riuscire a comprendere più autenticamente se stessi. Anche lo studio della Torah è parte di questo fondamentale impegno. Per questo voglio affidare il vostro cammino di ricerca alle parole dell’invocazione che ogni fedele ebreo recita quotidianamente al termine della preghiera dell’amidah: Che ci siano aperte le porte della Torah, della sapienza, dell’intelligenza e della conoscenza, le porte del nutrimento e del sostentamento, le porte della vita, della grazia, dell’amore e della misericordia e del gradimento davanti a Te”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui