Papa Francesco in Campidoglio il 26 marzo
Roberto Piermarini - Città del Vaticano
Il direttore ad interim della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti ha dichiarato che Papa Francesco “ Accogliendo l'invito a suo tempo formulato dal Sindaco di Roma, si recherà in Campidoglio martedì 26 marzo, per incontrare il Consiglio Comunale”. Papa Francesco è il quarto Papa a recarsi in Campidoglio, dopo San Paolo VI, San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI
La visita di san Paolo VI il 16 aprile del 1966
San Paolo VI ha visitato il Campidoglio il 16 aprile del 1966 ed ha tenuto un importante discorso. “Questo è un ritorno; - disse in quell'occasione il Pontefice - Noi non siamo forestieri qui dentro; quante memorie, quanti monumenti lo dicono! Ma quale ritorno? Qua venne, circa un secolo fa, Pio XI; ma quanto diversamente. Noi non abbiamo più alcuna sovranità temporale da affermare quassù. Conserviamo di essa il ricordo storico, come quello d'una secolare, legittima e, per molti versi, provvida istituzione di tempi passati; ma oggi non abbiamo per essa alcun rimpianto, nè alcuna nostalgia, nè tanto meno alcuna segreta velleità rivendicatrice. Però, anche se un'altra minuscola sovranità temporale, quasi più simbolica che effettiva, Ci qualifica nei vostri riguardi liberi e indipendenti, non Ci mancano i titoli per appartenere al popolo di Roma; e Noi volentieri Ci sentiamo fieri ed onorati di far Nostra la professione di San Paolo, come quella d'un'eccellente umana dignità: civis Romanus, cittadino romano (cfr. Act. 16, 21; 22, 25-29): teniamo anche Noi a proclamarci tali. Ma ora altra è la Nostra personalità spirituale e giuridica, che qui voi considerate ed onorate, e che qui Noi adesso rivestiamo. Voi Ci avete bene riconosciuti. Le parole del Signor Sindaco l'hanno dimostrato. Non abbiamo avuto bisogno di presentazioni. Con l'occhio e col cuore del popolo di Roma, avvezzo da secoli a simile incontro, voi avete ravvisato nella Nostra umile persona quella dell'antico San Pietro, del quale indegnamente, ma autenticamente siamo successori, e come tali oggi qui Ci accogliete. Nessun dubbio; è così. Come voi non avete alcuna esitazione ad accoglierci per quello che veramente siamo, personificazione storica e mistica del Principe degli Apostoli, e perciò Vicario di Cristo, così, da parte Nostra, non abbiamo alcuna incertezza a riconoscere in voi i magistrati ed i cittadini, che amministrano e rappresentano, per via di liberi suffragi, l'Urbe e il suo popolo”.
32 anni dopo, il 15 gennaio 1998, la visita di san Giovanni Paolo II
Dopo aver affermato, di sentirsi “cittadino romano”, il Papa nel suo discorso ha riconosciuto “che il volto di Roma è profondamente mutato”, poiché” l’affermarsi di differenti modelli culturali e sociali e di nuove sensibilità hanno reso la convivenza cittadina più complessa, più aperta, più problematica”; ha “chiamato per nome tutti gli interlocutori antichi e più recenti, le comunità ebraica e musulmana, le altre confessioni cristiane, coloro che non credono e che comunque sono alla ricerca”. Per il Pontefice, “la Roma cristiana e la Roma civile non sono contrapposte, non sono alternative”, ma “unite insieme, nel rispetto delle diverse competenze”. In questo senso, continua la nota, “il discorso su Roma diventa esemplare del rapporto della Chiesa con la società. Nel momento in cui allarga il dialogo a tutti, con grande apertura e con grande rispetto, con il dinamismo che non lo abbandona anche oggi che è più vecchio e più stanco, Giovanni Paolo II rivolge anche un vibrante appello ai romani: ‘rimanete fedeli agli intramontabili valori della vostra civiltà, vivificata dalla fede cattolica’”. E’ questa “robusta fedeltà”, secondo il Papa, “la condizione per andare veramente avanti, senza complessi, sulla strada della costituzione di una civiltà a misura d’uomo, ospitale per tutti”.
Il 9 marzo del 2009 la visita di Papa Benedetto XVI
''Questa nostra città - ha detto il Papa nel suo discorso - come del resto l'Italia e l'intera umanità, si trova ad affrontare oggi inedite sfide culturali, sociali ed economiche". In questo quadro, ''da parte della comunità cattolica non verrà mai meno un convinto apporto per trovare modalità sempre più adatte alla tutela dei diritti fondamentali della persona, nel rispetto della legalità... Attingendo nuova linfa alle radici della sua storia plasmata dal diritto antico e dalla fede cristiana, Roma saprà trovare la forza per esigere da tutti il rispetto delle regole della convivenza civile e respingere ogni forma di intolleranza e discriminazione''. Poi il Pontefice ha accennato agli episodi di violenza degli ultimi mesi, che "manifestano un disagio più profondo'' e ''sono il segno di una vera povertà spirituale che affligge il cuore dell'uomo contemporaneo". Infine, un accenno all'attuale crisi economica: "Tutti si facciano nuovamente carico delle esigenze dei più disagiati, sentendosi partecipi di un'unica famiglia". Poi il Papa è uscito sulla piazza per pronunciare un altro discorso, stavolta davanti alla folla: "Vivendo a Roma da anni sono diventato romano", ha detto.
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