Papa a Sacrofano. Le emozioni di migranti e operatori
Marco Guerra – Città del Vaticano
Prima di congedarsi, Papa Francesco ha salutato le realtà di accoglienza dei migranti riunite alla Fraterna Domus di Sacrofano - Rm, esortandole ad andare avanti e ricordando loro che “il piccolo passo fa il grande cammino della storia”. Parole, insieme a quelle pronunciate nell’Omelia, che il presidente della Fondazione Migrantes, mons. Guerino Di Tora, ha definito “segno di vicinanza e comunione” e “motivo di rinnovata speranza e di esortazione”.
Gli operatori riconoscenti al Papa
Grande emozione e riconoscenza sono state espresse dai tanti operatori laici e religiosi dei centri di accoglienza presenti alla Celebrazione Eucaristica per l'apertura dell’incontro “Liberi dalla paura”, organizzato dalla Fondazione Migrantes, dalla Caritas Italiana e dal Centro Astalli, in programma fino a domenica 17 febbraio.
Parole del Pontefice come “una carezza”
“Queste parole del Papa sono risuonate per me come una carezza di un padre che mi esorta”, ha raccontato a VaticanNews Sonia Antonacci, che gestisce l’accoglienza delle donne in un centro della Caritas diocesana di Bari e Bitonto. L’operatrice pugliese ha ricevuto dal Papa conferma e conforto nel suo impegno per i progetti di ospitalità e integrazione.
Annunciare gioia dell'incontro
Sonia ha poi fatto riferimento all’invito del Pontefice ad "annunciare sui tetti la gioia" dell'incontro con Cristo e con l'altro: “Mi sono sentita chiamata in causa - ha detto l'operatrice - con quella gioia che mi ha trasmesso, mi esorta ad andare su, in alto e a gridare: Andiamo avanti!”.
L’emozione dei migranti
Emozione e felicità hanno animato anche i migranti presenti che offriranno le loro testimonianze negli incontri della tre giorni a Sacrofano. Per Pasha, ragazza ucraina, stringere la mano al Papa è stato realizzare un desiderio che coltivava “da tanti anni”. “Desideravo tantissimo trovarmelo davanti - ha raccontato -, prendergli la mano, stringerla. E' stata una cosa bellissima. Sono ancora emozionata”.
Pasha ha espresso anche gratitudine per “le operatrici fantastiche che fanno il loro lavoro con un amore immenso” e che le hanno dato “una seconda possibilità”. Suona come luce che squarcia la diffidenza e la paura la testimonianza di Hussain al Rhaal, accolto con tutta la sua famiglia a San Giovanni Rotondo. Ha ringraziato per le possibilità offerte ai suoi figli e le cure che la moglie malata sta ricevendo in Italia.
Don Vergura: il Papa ci esorta a non avere paura
L’omelia del Papa ha dato nuova linfa anche all’impegno di Don Vergura Luciano Pio, direttore della Caritas di Manfredonia-Vieste, il quale è tornato a riflettere sull’ammonizione che Gesù ha rivolto a Pietro: “Non aver paura, aver fede in lui, abbandonarsi totalmente a lui. A noi Papa Francesco ha detto proprio questo: che magari se viviamo in un clima dove regna la paura, noi dobbiamo invece essere testimoni di speranza”. “In realtà - ha proseguito - è mentre si dà che si riceve tanto anche da questi fratelli che sono qui ora, con noi”.
Un bel messaggio al mondo e al Paese
E sulla necessità di “uscire della paura” ha insistito anche il direttore nazionale della Caritas, don Francesco Soddu: “Vogliamo dare questo messaggio bello al Paese e al mondo: laddove vi è l’essere umano non ci dev’essere paura. E l’incontro è lo snodo perché tutto questo possa avvenire”. “Può esserci l’emozione - ha concluso -, può esserci la stanchezza, ma la paura è veramente bandita”.
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