Papa nel carcere di Velletri. I volontari: “Ci ricorda che chi sbaglia può sempre cambiare”
Davide Dionisi – Città del Vaticano
Rivivrà nella Casa Circondariale di Velletri il gesto di Gesù di lavare i piedi ai suoi discepoli, in segno di servizio verso i fratelli e di amore solidale. Ancora una volta in un carcere e quella di giovedì prossimo sarà la quinta volta che Papa Francesco celebrerà la Messa in Coena Domini in un istituto di pena. Lo aveva già fatto nel 2013 nel Carcere minorile di Casal del Marmo, nel 2015 a Rebibbia, nel 2017 nel Carcere di massima sicurezza di Paliano, in provincia di Frosinone e lo scorso anno a Regina Coeli.
Quella di Velletri sarà una visita riservata con un programma che prevede incontri con i detenuti, il personale civile, gli agenti della polizia penitenziaria e, naturalmente, la celebrazione eucaristica nel Salone teatro con il rito della lavanda dei piedi a 12 detenuti.
A Velletri l’apporto del volontariato e la centralità dell’interesse, anche dal punto di vista del Vangelo, della tutela dei diritti umani è fondamentale. Lo sanno bene i ragazzi dell’Associazione Vol.a.re che dal gennaio del 2005 sono un punto di riferimento, di sensibilizzazione e di informazione per la comunità civile riguardo i problemi morali, sociali e umani relativi alla giustizia e alla sicurezza. "Qui i volontari incontrano, ascoltano, accompagnano i detenuti perché possano riscoprire la loro dignità di uomini" spiega il Presidente di Vol.a.re Carlo Condorelli
Tra gli organismi che hanno scelto di occuparsi del dopo carcere, c’è la Caritas. Il referente dell'area carcere, Giorgio Innocenti, a contatto quotidianamente con gli ospiti rivela “quanto sia privo di fondamento il pregiudizio diffuso tra la gente, anche tra i cristiani, secondo cui è impossibile che chi ha sbagliato possa cambiare”. Inoltre sottolinea l’importanza dell’abbraccio di Papa Francesco ai detenuti. “E’ un segno significativo per accettarli e farli accettare da tutta la comunità”
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