Romania. Don Danca: clima di emozione e attesa per l’arrivo del Papa
Debora Donnini – Bucarest
E’ un'aria di festa e di gioia quella che si respira qui a Bucarest, dove domattina atterrerà Papa Francesco che visiterà il Paese per tre giorni, fino a domenica. Un’attenzione alta anche da parte dei media, tanto che la televisione romena TVR trasmette notizie, interviste e approfondimenti sul significato di questo viaggio apostolico di Francesco. Grande il dispiegamento, dunque, nel mondo della comunicazione con 105 camere live, 11 studi mobili e più di mille professionisti della tv. Una prima assoluta sarà la sottotitolazione degli eventi papali, soprattutto delle Messe.
Sul tragitto che dall’aeroporto porta a Bucarest e nei vari eventi, si preparano ad esserci almeno 400mila persone, fanno sapere gli organizzatori. Circa 50mila, ad esempio, vogliono partecipare alla Messa nella cattedrale cattolica di San Giuseppe, più di 10mila davanti alla nuova cattedrale ortodossa. Sulle principali arterie di Bucarest, sventolano le bandiere della Romania e del Vaticano e c’è un’atmosfera di grande attesa, gioia ed emozione. Tutti sono quasi pronti per incontrare il Santo Padre”, ci racconta don Wilhelm Danca, responsabile mass media del Comitato organizzatore del viaggio del Papa.
R. - Noi siamo una Chiesa cattolica minoritaria e siamo diversi per quanto riguarda i riti della celebrazione. Ci sono cattolici di rito latino, di rito bizantino. E poi anche quelli di rito latino sono diversi fra loro. Alcuni parlano romeno, a Bucarest a Iasi, altri ungherese, a Sumuleu Ciuc, e così siamo un’espressione della Chiesa cattolica, cioè universale nella sua forma di vivere la fede e manifestarla.
Anche gli ortodossi sono in attesa…
R. - Sì anche gli ortodossi. Già la visita del Santo Padre porta frutti. Ad esempio, ieri sono stato invitato alla televisione ortodossa romena. Trasmettono da 15 anni - penso - e per la prima volta un sacerdote cattolico è stato invitato a parlare su un argomento teologico-pastorale. Così abbiamo parlato della visita. L’atmosfera di gioia ed emozione, spirituale, che già stiamo pregustando, penso che durerà a lungo e imprimerà nella nostra memoria il coraggio di essere più uniti e come dice anche il motto della visita di camminare insieme. E poi ci sarà la celebrazione che si svolgerà a Blaj nel campo della libertà dove ci sarà la beatificazione dei 7 vescovi greco cattolici martiri. E lì penso che sarà l’apice di questa visita perché è un anche un simbolo spirituale che viene a colmare le attese: loro hanno sofferto molto per la libertà di espressione, di vivere la fede, la loro libertà come Chiesa. E questi vescovi sono martiri anche della libertà cristiana. E perciò nel mondo di oggi quando anche altri cristiani non hanno la libertà di manifestare la loro fede, possono guardare a questi 7 vescovi martiri come delle stelle che illuminano la loro strada.
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