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Papa sul dialogo ebraico-cattolico: serve cooperazione più intensa sui mali di oggi

Messaggio del Papa all’International Catholic-Jewish Liaison Committee (Ilc), riunito a Roma: è cosa buona che affrontiate questioni attuali, come la recrudescenza dell’antisemitismo e la persecuzione dei cristiani

Roberta Gisotti – Città del Vaticano

“Mai si sbaglia nel cercare il dialogo”, lo ribadisce Francesco nel saluto rivolto stamane ai partecipanti al 24 mo incontro, in corso a Roma, del Comitato internazionale di collegamento cattolico-ebraico, istituito nel 1970, piattaforma di raccordo tra la Commissione della Santa Sede per i rapporti religiosi con l’ebraismo e il Comitato internazionale ebraico per le consultazioni interreligiose. La riunione incentrata sul tema “Popoli, idee e confini in movimento” è in corso - fino a domani - a Roma, ospitata nella sede della Conferenza episcopale italiana.

Riscoperta, fraternità, impegno a favore degli altri

Rammenta il Papa che il dialogo ebraico cattolico “ha dato buoni frutti” dalla Dichiarazione conciliare Nostra Aetate sulle relazioni della Chiesa cattolica con le religioni non cristiane, promulgata nel 1965. “Condividiamo – sottolinea - una ricca eredità spirituale, che può e deve essere sempre più valorizzata, crescendo nella riscoperta reciproca, nella fraternità e nel comune impegno a favore degli altri. In questo senso il vostro incontro – osserva Francesco - vuole contribuire a sviluppare convergenze e promuovere una cooperazione più intensa. È cosa buona che affrontiate anche questioni attuali, come l’atteggiamento nei riguardi dei rifugiati e la ricerca dei modi con cui aiutarli, la lotta contro la preoccupante recrudescenza dell’antisemitismo, la riflessione sulla persecuzione dei cristiani in diverse parti del mondo, la situazione del dialogo ebraico-cattolico in Italia e in Israele e le sue prospettive su più ampia scala”.

Non solo di tolleranza ma rispetto tra le religioni

Da qui l’incoraggiamento del Papa a “quanti sono impegnanti professionalmente nel dialogo ebraico – cristiano”, “perché il dialogo – spiega - è la via per conoscerci meglio e per collaborare a creare un clima non solo di tolleranza, ma anche di rispetto tra le religioni. La nostra forza – aggiunge - è quella mite dell’incontro, non dell’estremismo che oggi affiora da varie parti e che conduce solo allo scontro”. Come ricorda la Scrittura – conclude - ‘l’inganno è nel cuore di chi trama il male, la gioia invece è di chi promuove la pace’. Infine la preghiera di Francesco “perché il vostro trovarvi insieme sia un incontrarvi in pace e per la pace” e la benedizione di Dio che “vi dia la tenacia della mitezza e il coraggio della pazienza”.

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15 maggio 2019, 12:29