Il grazie del Papa alle delegazioni di Bulgaria e Macedonia del Nord
A meno di un mese dal 29° viaggio apostolico che lo ha portato in Bulgaria e Macedonia del nord, Francesco ha ricevuto oggi in udienza le delegazioni dei due Paesi.
In una comunicazione ai giornalisti, il Direttore "ad interim" della Sala Stampa Vaticana fa sapere che il Papa ha ringraziato prima la delegazione della Bulgaria, ricevuta in occasione della festa dei Santi Cirillo e Metodio, per la grande accoglienza ricevuta durante la sua recente visita nel Paese. Alessandro Gisotti riferisce quanto il Papa sia stato colpito dagli anziani del Paese, dalla considerazione che loro ricevono nella società bulgara. Questo - ha osservato - è segno di venerazione della tradizione che, ha affermato, non è “custodia delle ceneri, ma salvaguardia del fuoco”, citando una frase di Gustav Mahler letta su L’Osservatore Romano di ieri.
Ancora, il Papa si è detto commosso dai 245 bambini che hanno ricevuto la Prima Comunione a Rakovski. Infine, salutando con particolare affetto il Metropolita Antonio, ha espresso parole di grande stima per il Patriarca Neofit, definito dal Santo Padre un uomo di fede, un uomo mite, un uomo profondo.
Ricevendo poi la delegazione della Macedonia del Nord - visitato da Francesco il 7 maggio scorso - il Papa ha ringraziato per l’accoglienza delle autorità e del popolo durante la visita nel Paese, ricordando in particolare la Messa a Skopje e la visita al memoriale di Madre Teresa di Calcutta. Il Santo Padre ha inoltre affermato di essere stato toccato dall’incontro con i giovani macedoni di diverse religioni, un segno importante di fratellanza. Il vostro popolo, ha concluso, è storicamente la porta di entrata del Cristianesimo in Europa e questa è una grande cosa.
La festa dei santi Cirillo e Metodio
Il 24 maggio per la Bulgaria è festa nazionale: è il Giorno della Cultura e della Scrittura slava che coincide con la festa, tra le più sentite della comunità slava-ortodossa, dei Santi Cirillo e Metodio, i fratelli di Tessalonica, studiosi, teologi e linguisti, che all’inizio del sec. IX, evangelizzarono i popoli della Pannonia e della Moravia, crearono l’alfabeto slavo e tradussero in questa lingua la Scrittura e anche i testi della liturgia latina. A Roma, i due riportarono al pontefice le reliquie di papa Clemente I, morto in Crimea nel 97 e venerato come santo. Niccolò I consacrò prete Metodio e approvò la traduzione della Bibbia in slavo, a patto che la lettura dei brani fosse preceduta dagli stessi passi espressi in Latino. A San Giovanni Paolo II si deve la proclamazione dei santi apostoli slavi quali patroni d’Europa nel 1980.
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