Papa in Bulgaria: l’abbraccio con i profughi
Barbara Castelli – Città del Vaticano
Una carezza agli ultimi: nel corso del suo 29.esimo viaggio apostolico, tra il 5 e il 7 maggio prossimi in Bulgaria e nella Macedonia del Nord, Papa Francesco non mancherà di rivolgere la propria attenzione anche alle realtà troppo spesso dimenticate, agli ultimi della società. Il 6 maggio, in privato, visiterà un campo profughi a Sofia. “Spero che l’incontro del Papa con i profughi possa incoraggiare un clima di accoglienza”: dichiara ai microfoni di Vatican News Vanya Klecherova, responsabile per la comunicazione di Caritas Bulgaria, e “spero che questo gesto del Santo Padre possa far capire a tutti che siamo uguali nelle vulnerabilità”.
La Caritas in Bulgaria e il sostegno agli ultimi
La Caritas in Bulgaria nasce nel 1993, con la consueta attenzione ai più poveri e agli oppressi. Caritas Sofia, Caritas Ruse e Caritas Vitania concentrano le proprie attività soprattutto nel fornire servizi sociali, sanitari ed educativi, oltre a rispondere alle situazioni di emergenza. “L’anno scorso – dichiara ancora Vanya Klecherova – Caritas Bulgaria ha aiutato circa 5.660 persone bisognose: tra di loro 542 anziani, 86 donne sfortunate e i loro bambini, 1.100 senzatetto, 2.747 rifugiati”. Anche Borislav Grozdanov, referente media in Bulgaria per l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, ripone molta speranza nella visita di Papa Francesco. “Il tema dei rifugiati non è molto sentito in Bulgaria – dichiara al microfono di Marie Duhamel – il numero ammonta a non più di duemila su una popolazione di sei milioni”. “Questo incontro”, prosegue, “aiuterà tutti a riflettere sulla questione dei rifugiati: sono qui a causa della guerra, non perché lo vogliono, ma perché sono costretti e non hanno avuto scelta”.
R. – Caritas è presente in Bulgaria da più di 25 anni. Portiamo avanti politiche sociali per aiutare i diversi gruppi di persone vulnerabili. Tra di loro ci sono anziani, senzatetto, donne sfortunate con i loro bambini, bambini con disabilità e a rischio, rifugiati e migranti. L’anno scorso, Caritas Bulgaria ha aiutato circa 5.660 persone bisognose: tra di loro 542 anziani, 86 donne sfortunate e i loro bambini, 1.100 senzatetto, 2.747 rifugiati. Uno dei gruppi più vulnerabili in Bulgaria è quello degli anziani: la maggior parte di loro vive in solitudine, in piccoli villaggi, dove non ha accesso alle cure sanitarie di cui necessita. Tra i servizi che offre la Caritas c’è la fornitura di medicinali, visite mediche a domicilio, assistenza sanitaria e sociale. Un altro gruppo di persone vulnerabili è quello dei senzatetto. Offriamo loro riparo nelle città di Ruse e a Sofia, abbiamo un centro di raccolta a Burgas e forniamo loro cibo, vestiario e assistenza sociale. Abbiamo diversi programmi attraverso i quali aiutiamo i rifugiati: per esempio, con l’insegnamento della lingua, per trovare un lavoro. Abbiamo poi un programma di formazione e organizziamo incontri tra rappresentanti di imprese e i rifugiati che cercano lavoro. Abbiamo anche un programma di assistenza a domicilio, attraverso il quale aiutiamo i rifugiati a trovare una buona sistemazione abitativa o comunque una sistemazione temporanea. In Bulgaria ci sono due centri di questo tipo e la Caritas è l’unica organizzazione che fornisce servizi alle persone che si appoggiano a questi centri di assistenza.
Durante il viaggio apostolico il Papa incontrerà un gruppo di proughi. Cosa rappresenta per voi? Pensa che questo momento possa incoraggiare un clima di accoglienza?
R. – Spero che l’incontro del Papa con i profughi possa incoraggiare un clima di accoglienza, ma innanzi tutto spero che questo gesto del Santo Padre possa far capire a noi tutti che siamo tutti uguali nelle nostre vulnerabilità. Dobbiamo aiutarci a vicenda, da buoni cristiani e buone persone. Forse questa è l’unica via attraverso la quale possiamo creare un posto migliore nel quale vivere.
R. – Penso che il Papa rivolga sempre un messaggio molto importante all’umanità, ovvero cercare di aiutare coloro che non sono fortunati, chi è vulnerabile, che siano rifugiati o altri gruppi di persone. Questo incontro aiuterà tutti a riflettere sulla questione dei rifugiati: sono qui a causa della guerra, non perché lo vogliono, ma perché sono costretti e non hanno avuto scelta. Penso che il suo messaggio sia un monito: dobbiamo aiutare i rifugiati. Il tema dei rifugiati non è molto sentito in Bulgaria: il numero di rifugiati nel Paese ammonta a non più di duemila su una popolazione di sei milioni. Ripongo molta speranza nella visita e penso che avrà un impatto positivo sulla situazione in generale nel Paese.
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