Papa ai giovani: siate “scalpellini” dei vostri sogni, ma non contro gli altri
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Cari giovani, diventate “bravi scalpellini” dei vostri sogni, trasformate quella pietra in opera d’arte. E sognate insieme, con gli altri, mai contro gli altri, e nell’era delle connessioni, godetevi “un buon ‘faccia a faccia’ con tutti, ma soprattutto con i vostri nonni”. E’ un Papa Francesco molto sorridente e affettuoso, quello che incontra i giovani della Macedonia di tutte le confessioni cristiane e di altre religioni, nel centro pastorale di Skopje, per la penultima tappa del suo viaggio nel Paese balcanico.
Il sogno di Liridona: dare speranza ad un mondo stanco
Salito sul palco, il Papa invita con ampi gesti un bambino seduto in prima fila a raggiungerlo per abbracciarlo, e poi saluta con la mano gli altri giovani. Ascolta con attenzione le tre testimonianze e poi risponde agli stimoli che vengono dagli interventi. Si rivolge prima a Liridona, ragazza musulmana che ha raccontato di aver avuto “più volte occasione di vivere con i miei amici cristiani profondi e forti momenti di comunione” e sogna che noi credenti in un Unico Dio Misericordioso “possiamo dare la speranza ad un mondo stanco”. Sogna, Liridona, “un mondo in cui regnano rapporti sinceri e aperti tra i singoli e le comunità, tra i popoli e tra le fedi”. E si è chiesta se sogna “forse troppo”.
Il giovane che non sogna lascia spazio alla "dea lamentela"
No, risponde Francesco, “sognare non è mai troppo”, perché “uno dei principali problemi di oggi e di tanti giovani è che hanno perso la capacità di sognare”.
E quando una persona non sogna, quando un giovane non sogna questo spazio viene occupato dal lamento e dalla rassegnazione. Questi li lasciamo a quelli che seguono la “dea lamentela”! […] È un inganno: ti fa prendere la strada sbagliata.
Il sogno comune di fratellanza con "l'amico Grande Imam"
Liridona, commenta ancora il Pontefice, “ha sognato in grande”. Come qualche mese fa, ricorda “con un amico, il Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb”, un sogno molto simile al tuo…
... ci ha portato a volerci impegnare e a firmare insieme un documento che dice che la fede deve portare noi credenti a vedere negli altri dei fratelli che dobbiamo sostenere e amare senza lasciarci manipolare da interessi meschini.
La vera avventura è essere artigiani di speranza
Papa Francesco si rivolge poi alla giovane greco-cattolica Bozanka, che ha ricordato come ai giovani piaccia l’avventura, le vie nuove e sconosciute.
Quale maggior adrenalina che impegnarsi tutti i giorni, con dedizione, ad essere artigiani di sogni, artigiani di speranza? I sogni ci aiutano a mantenere viva la certezza di sapere che un altro mondo è possibile e che siamo chiamati a coinvolgerci in esso e a farne parte col nostro lavoro, col nostro impegno e la nostra azione.
Come i bravi artigiani scalpellini della Macedonia del Nord
E qui il Papa parla della tradizione degli artigiani scalpellini della Macedonia del Nord, “abili nel tagliare la pietra e lavorarla”.
Non vivere paralizzati per paura di sbagliare
Per questo, chiarisce Francesco ai giovani della Macedonia del Nord, “non bisogna bloccarsi per insicurezza, non bisogna avere paura di rischiare e di commettere errori”, ma piuttosto aver paura “di vivere paralizzati, come morti viventi, ridotti a soggetti che non vivono perché non vogliono rischiare, perché non portano avanti i loro impegni o hanno paura di sbagliare”. Perché, anche se sbagli, “potrai sempre rialzare la testa e ricominciare, perché nessuno ha il diritto di rubarti la speranza”.
Madre Teresa e il sogno della "matita di Dio"
Il Pontefice porta ai giovani l’esempio della loro conterranea, Madre Teresa: “Quando viveva qui - ricorda - non poteva immaginare come sarebbe stata la sua vita, ma non smise di sognare e di darsi da fare per cercare sempre di scoprire il volto del suo grande amore, Gesù, in tutti coloro che stavano al margine della strada”. Lei ha sognato in grande: “Voleva essere ‘una matita nelle mani di Dio’. E Dio ha cominciato a scrivere con quella matita pagine inedite e stupende”.
Non sognare mai da soli, ma con gli altri
Il segreto, sottolinea Papa Francesco, è non vivere i sogni “senza comunità, solo nel proprio cuore o a casa”. Com’è importante sognare insieme!
Per favore, sognate insieme, non da soli; con gli altri, mai contro gli altri. Da soli si rischia di avere dei miraggi, per cui vedi quello che non c’è; insieme si costruiscono i sogni.
Molto connessi e poco coinvolti
Riferendosi infine alla testimonianza di due sposi, il cattolico Dragan e l’ortodossa Marija, Il Papa concorda che è difficile sognare insieme se non ci si incontra. Il suo consiglio:
Il “faccia a faccia”. Siamo entrati nell’era delle connessioni, ma sappiamo poco di comunicazioni. Molto connessi e poco coinvolti gli uni con gli altri. Perché coinvolgersi chiede la vita, esige di esserci e condividere momenti belli... e altri meno belli.
"Faccia a faccia" soprattutto con gli anziani
Contro la cultura dei "troppi contatti , ma poche comunicazioni", Francesco spiega che l'antidoto è "ascoltare e ascoltarci. Per questo, aggiunge, "concedetevi l’opportunità di condividere e godervi un buon 'faccia a faccia' con tutti, ma soprattutto con i vostri nonni". Ascoltate "i loro lunghi racconti, che a volte sembrano fantasiosi, ma, in realtà, sono pieni di un’esperienza preziosa". Perché, prosegue il Pontefice staccandosi dal discorso preparato "loro sono le radici, le radici della vostra storia, le radici del vostro popolo, le radici delle vostre famiglie".
Se a un albero gli si tagliano le radici, quell’albero muore. Se a voi giovani tagliano le vostre radici, che sono le storie, le storie del vostro popolo, voi morirete. Si, vivrete, ma senza frutto: la vostra Patria, il vostro popolo non potranno dare frutto perché voi vi siete staccati dalle radici.
Attenti ai "vetri colorati", sono colonizzazioni ideologiche
Sempre uscendo dal discorso scritto, Papa Francesco ricorda come gli europei colonizzatori portavano agli indiani d'America vetri colorati, che questi acquistavano e "davano tutto per avere questa novità che non valeva niente". Anche oggi, denuncia, "ci sono i conquistatori, i colonizzatori che ci porteranno i vetri colorati: sono le colonizzazioni ideologiche. E verranno da voi e vi diranno: No, voi dovete essere un popolo più moderno, più avanti, andare avanti, voi prendete queste, fate questa strada, dimenticate le cose vecchie". La soluzione è discernere, "Quello che questa persona mi porta, è una cosa buona che è in armonia con la storia del mio popolo? O sono vetri colorati? ". E per non ingannarci "è importante parlare con i vecchi, parlare con gli anziani che vi trasmetteranno la storia del vostro popolo".
Applauso alle donne coraggiose che portano la storia avanti
Prima di concludere, il Papa indica ad esempio una giovane donna in prima fila che è in attesa di un bimbo.
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