Nunzio apostolico in Romania: l’invito a camminare insieme
Debora Donnini – Città del Vaticano
Sarà la visita al Santuario di Sumuleu Ciuc, nell’arcidiocesi di Alba Iulia, in Transilvania, uno dei momenti centrali del secondo giorno del viaggio apostolico di Papa Francesco in Romania. Il Papa celebra la Messa nel Santuario che è meta storica di pellegrinaggi soprattutto per i cattolici di lingua ungherese della Romania e di altri Paesi. Le origini del Santuario, che ha il titolo di “basilica minor”, risalgono proprio alla metà del XVI secolo e sono legate alla fedeltà degli abitanti di questa zona al cattolicesimo quando la Transilvania abbracciò la Riforma protestante. Ai piedi del monte Somlyó, nella chiesa all’interno del monastero francescano, si venera la monumentale statua lignea della Vergine realizzata nel XVI secolo: è alta 2,27 metri, una delle più grandi di questo genere, e rappresenta la Donna vestita di Sole dell’Apocalisse, con il bambino in braccio e la corona di 12 stelle. È sopravvissuta all’incendio del 1661 ad opera dei turchi. Una prima chiesa era stata costruita fra il 1442 e il 1448. L’attuale, di stile barocco, risale invece all’inizio del 1800. Forte la devozione verso questo cuore pulsante della fede come ci testimonia, nell’intervista, il nunzio apostolico in Romania, l'arcivescovo Miguel Maury Buendìa che si sofferma anche sulla portata del viaggio apostolico di Papa Francesco, a pochi giorni dal suo arrivo:
R. – Quando venne Giovanni Paolo II, la Romania era il primo Paese a maggioranza ortodossa che un Papa visitava. Quindi, si è data molta importanza a questo aspetto ecumenico. Il Papa andò solo a Bucarest, mentre ora Papa Francesco si recherà nelle tre regioni tradizionali della Romania: nel sud, nella terra romena (Ţara Românească o Valacchia), in Moldova, e in Transilvania.
“Camminiamo insieme” è il motto scelto per questo viaggio apostolico. La Romania, ponte tra il mondo slavo e quello latino, ricco di tradizioni, di popolazioni diverse, di lingue diverse, ha bisogno di unità?
R. – L’invito è proprio a questo camminare insieme, ortodossi, cattolici, cittadini delle minoranze, e delle maggioranze dei diversi partiti politici, a costruire insieme il Paese. Io penso che questo sia l’invito e anche il carisma del Santo Padre e di tutti i Papi: il carisma dell’unità.
Questa visita sembra essere profondamente legata, oltre che all’unità, anche alla Vergine Maria. Quando venne San Giovanni Paolo II chiamò questa terra “giardino della Madre di Dio”, secondo un’usanza. Nel logo del viaggio di Papa Francesco è rappresentato proprio il popolo di Dio, che cammina insieme sotto il manto della Vergine. In questo senso, è anche fondamentale il messaggio che uscirà dalla tappa al Santuario di Sumuleu Ciuc: cosa può dirci di questo momento che il Papa vivrà?
R. – Il Papa ha una grande devozione per la Madonna, e anche gli ortodossi hanno una grande devozione per la Madonna, noi cattolici lo stesso. La Mamma unisce i figli. Il Papa certamente andrà anche al Santuario di Sumuleu Ciuc, un antico santuario mariano.
Questo Santuario custodisce una statua lignea della Vergine, una statua antica del XVI secolo. È un santuario che è meta di pellegrinaggio, e non solo per gli abitanti della regione della Transilvania, specialmente per la Festa del Santuario alla Vigilia di Pentecoste…
R. – Ho presieduto l’Eucaristia davanti a più di 300mila fedeli di origine ungherese per lo più, tre anni fa quando si compivano i 450 anni del voto che nel 1567, ai tempi della Riforma, fecero gli ungheresi Secui locali (siculi): nel caso in cui fossero riusciti a rimanere nella fede cattolica, in segno di ringraziamento sarebbero venuti ogni anno il sabato precedente alla Pentecoste in pellegrinaggio presso la Madonna. E sono già molti secoli di fedeltà. Qui si canta sempre un inno, che non è la Marcia pontificia di Gounod che abbiamo in Vaticano, è inno che si è fatto in onore del Papa, alla fine di tutte le Liturgie. E quindi in questo Santuario, quest’anno, ci sarà una festa particolarissima, perché è la prima volta in tutta la storia che viene un Papa e proprio nel giorno in cui comincia la novena di Pentecoste. Quindi, saranno in festa fino alla Festa di Pentecoste migliaia e migliaia di pellegrini che verranno da molti Paesi. Proprio questo “camminiamo insieme” è una bella occasione anche per essere assieme.
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