L’Università di Camerino accoglie il Papa e ribadisce il ruolo della cultura
Alessandro Guarasci - Camerino
Il sisma del 26 ottobre del 2016, unitamente alla terribile replica del 30, ha inferto una profonda ferita in special modo ad un’ampia area del territorio marchigiano, già duramente provato dagli eventi sismici del 24 agosto. In questo contesto, l’Università di Camerino è stata messa a dura prova. L’ateneo ha visto gravemente danneggiati gli edifici che ospitavano tutta la parte dei servizi amministrativi, il Palazzo ducale che ospitava il Rettorato e la Scuola di Giurisprudenza, il polo che ospitava il corso di laurea in Informatica, l’edificio del Polo di Alta Formazione, il Polo Museale, nonché alcuni laboratori scientifici e aule didattiche. Malgrado questa situazione difficilissima e impegnativa, tre ore dopo la scossa del 26 ottobre, Unicam era già all’opera per i primi sopralluoghi e lanciava l’hashtag #ilfuturononcrolla, al quale un intero territorio si è riferito, simbolo di speranza, di rinascita, di ripresa. Ma l’Università è rinata alle pendici della città, con un nuovo rettorato, nuovi edificio per gli insegnamenti. Grazie alla donazione delle Province Autonome di Trento e Bolzano e del land del Tirolo, è stato possibile realizzare il nuovo studentato sorto nei pressi del campus universitario, che ha una disponibilità di 456 posti. Grazie alla donazione della Croce Rossa Italiana e di quella Svizzera sarà possibile completare il campus universitario con altri 250 posti letto. L’Università di Camerino è nata nel 1336, e conta su più di 8 mila studenti, l’11% stranieri provenienti da 56 paesi differenti. Ed ancora: 56 laboratori didattici per 20 mila metri quadrati.
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