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Papa: Rete Mondiale di Preghiera, una missione di compassione per il mondo

La preghiera e la vicinanza al Cuore di Gesù porta ad avvicinarsi con amore ai fratelli. Lo ha ricordato stamani Papa Francesco ricevendo in udienza circa 6mila persone della Rete Mondiale di Preghiera del Papa. L’occasione sono i 175 anni dalla nascita, che vengono commemorati, oggi e domani, a Roma. Nel discorso Francesco ha incoraggiato a entrare nel mondo digitale stando però attenti a non finire ostaggi della rete. Al termine, la preghiera insieme

Debora Donnini - Città del Vaticano

“Possiamo fare tante cose ma senza preghiera la cosa non va”. La preghiera è, infatti, il cuore della missione della Chiesa. Lo ricorda stamani Papa Francesco alle circa 6mila persone festanti riunite, fin dalla prima mattina, in Aula Paolo VI, che incoraggia a proseguire nella loro strada. Appartengono a 52 delegazioni dei cinque continenti della Rete Mondiale di Preghiera del Papa, giunti a Roma per celebrare il 175.mo anniversario della nascita e il 10.mo della rifondazione, approvata nel 2014 da Papa Francesco. Nata come Apostolato della Preghiera, con i gesuiti in Francia nel 1844, oggi l’associazione è arrivata ad unire in una rete invisibile ma efficace ben 35 milioni di cattolici in ogni angolo della terra, compreso il MEG, il Movimento Eucaristico Giovanile. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

Entrare nel cuore di Gesù

Una commemorazione, quella dei 175 anni di vita, inaugurata proprio nella Solennità del Sacro Cuore di Gesù. Non a caso il Papa parla di “rivoluzione della tenerezza” nel suo discorso che si snoda come una riflessione sulle testimonianze rese prima da alcuni rappresentanti. Si tratta, ricorda, di “una missione di compassione per il mondo”, un “cammino del cuore”:

Il Cuore di Cristo è talmente grande che desidera accoglierci tutti nella rivoluzione della tenerezza. La vicinanza al Cuore del Signore sollecita il nostro cuore ad avvicinarsi con amore al fratello, e aiuta a entrare in questa compassione per il mondo. Siamo chiamati ad essere testimoni e messaggeri della misericordia di Dio, per offrire al mondo una prospettiva di luce dove sono le tenebre, di speranza dove regna la disperazione, di salvezza dove abbonda il peccato. Entrare in preghiera è entrare con il mio cuore nel cuore di Gesù, fare una strada dentro il cuore di Gesù, quello che Gesù sente, i sentimenti di compassione di Gesù e anche fare un viaggio dentro il mio cuore per cambiare il mio cuore in questo rapporto con il cuore di Gesù.

Il riferimento in particolare è alla nuova iniziativa del Cammino del Cuore, un itinerario di preghiera legato al Cuore di Gesù, che come aveva ricordato nella sua testimonianza Bettina Raed, direttrice in Argentina e Uruguay, si tiene nelle comunità, nei collegi, nelle parrocchie.

La preghiera crea ponti e speranza

“È bello sapere che i cinesi, al di là delle difficoltà di diversa natura, si possono sentire realmente uniti nella preghiera”, nota, poi, il Papa a proposito delle parole di padre Matthew, direttore della Rete a Taiwan, che ha parlato del lancio, quest’anno, della versione di Click to pray in cinese:

La preghiera suscita sempre sentimenti di fraternità, abbatte le barriere, supera i confini, crea ponti invisibili ma reali ed efficaci, apre orizzonti di speranza.

Non sparlare ma parlare a Gesù dei fratelli

Dalla Cina alla Francia, dove 175 anni fa è nata questa realtà. Riflettendo sulla testimonianza di Marie Dominique Corthier, madre di famiglia e coordinatrice francofona, il Papa rimarca che la chiamata per tutti è a calarsi “nella storia concreta delle persone che ci stanno accanto soprattutto pregando per loro, assumendo nella preghiera le loro gioie e le loro sofferenze”.

E’ importante parlare dei fratelli ma ci sono due vie per parlare dei fratelli o benedire i fratelli cioè parlare bene dei fratelli o chiacchierare, sparlare di loro. Chiacchierare è una cosa brutta, non è di Gesù. Gesù mai chiacchierava. Invece parlare, sì. E la preghiera è parlare a Gesù dei fratelli, dire: “Signore, per questo problema, per questa difficoltà, per questa situazione…” e questo è un cammino di unione, di comunità. Invece sparlare degli altri è un cammino di distruzione.

La preghiera dei giovani e dei bambini

Crescere nell’incontro intimo con Gesù è centrale per i giovani, per poi spendersi nell’evangelizzazione e nel fare del bene. Bisogna insegnare loro che la preghiera è un grande cammino per andare avanti nella vita, ricorda poi il Papa in merito alle parole di Suor Selam Berhanu, coordinatrice del MEG in Etiopia, che oggi conta 13mila giovani:

Dobbiamo offrire ai giovani occasioni di interiorità, momenti di spiritualità, scuole della Parola, affinché possano essere entusiasti missionari nei diversi ambienti. Così scopriranno che pregare non li separa dalla vita reale, ma li aiuta a interpretare alla luce di Dio gli avvenimenti esistenziali.

E in proposito il Papa, come già altre volte, torna a chiedere di insegnare a pregare ai bambini, a farsi il segno della croce: “Loro arrivano subito al cuore di Gesù”, evidenzia.

I nonni: esempio nella preghiera di intercessione

Nella Rete di Preghiera del Papa si incontrano, infatti, varie generazioni. Il Papa apprezza che i nonni possano essere di esempio ai giovani, in particolare nella preghiera di intercessione, e ne loda la capacità di ragionare con il cuore. “I più grandi uomini e donne di Dio sono stati grandi intercessori”, ricorda ancora Francesco, sottolineando che dobbiamo imitare Gesù, nostro intercessore davanti al Padre. Di come la Rete sia accettata bene da giovani e anziani, aveva infatti parlato Diego Martinez, coordinatore dell’associazione in Guatemala.

Servirsi della rete senza diventarne ostaggi

Tramite le piattaforme digitali come Click to pray o lo stesso Video del Papa molti giovani hanno scoperto una vita di preghiera, aveva ricordato nella sua testimonianza padre Antonio Valerio, gesuita del Portogallo, direttore nazionale della Rete. Un aspetto sul quale Francesco si sofferma mettendo anche in guardia dai rischi della rete:

Si tratta di entrare negli areopaghi moderni per annunciare la misericordia e la bontà di Dio. Occorre prestare attenzione, però, a servirsi di questi mezzi, specialmente della rete di Internet, senza diventare servi dei mezzi. Bisogna evitare di diventare ostaggi di una rete che prende noi, invece di “pescare pesci”, cioè attirare anime per portarle al Signore.

In conclusione, il Papa rivolge il suo grazie alla Rete Mondiale di Preghiera per l’aiuto che dà alle persone ad avere uno sguardo di fede sulla realtà e riconoscere quello che Dio opera in loro e quindi uno sguardo di speranza. Gratitudine il Papa la esprime anche verso la Compagnia di Gesù, dalla quale è nata la Rete di Preghiera: “Si pensa che i gesuiti sono gli intellettuali” ma sono uomini di preghiera, dice. Un ringraziamento speciale lo dirige anche a padre Frédéric Fornos, direttore internazionale della Rete di Preghiera, per la sua dedizione e creatività. Prima del suo discorso, proprio il saluto di padre Fornos aveva aperto l’incontro, sottolineando come siano persone “invisibili” quelle che portano avanti la Rete, persone che non compaiono sui media ma ogni giorno collaborano alla missione della Chiesa. “Le intenzioni di preghiera che ci affida ogni mese sono per noi come una bussola per aprire i nostri cuori agli altri, ad una missione di compassione per il mondo”, aveva affermato padre Fornos ricordando che, dopo le iniziative del Video Papa e Click to Pray, oggi viene lanciato Il Cammino del Cuore per entrare nella dinamica spirituale del Cuore di Gesù con gli orientamenti anche dell’Evangelii gaudium.

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Le foto dell'udienza alla Rete Mondiale di Preghiera
28 giugno 2019, 13:15