Sfida educativa e sanitaria in Mozambico. La testimonianza di un missionario
Antonella Palermo – Città del Vaticano
"La Chiesa in Mozambico, ieri e oggi", è stato il tema di una Conferenza organizzata nei giorni scorsi nella capitale Maputo, dall'Istituto di studi sociali ed economici. Un'occasione per fare anche il punto, alla luce della Dottrina sociale della Chiesa, sui rapporti tra Stato e diversità religiose. Da poco più di vent’anni, in due aree del Paese, opera la Congregazione della Sacra Famiglia, fondata a Bergamo. Oltre alle attività che ruotano attorno alla parrocchia, gestiscono otto asili nei villaggi del territorio di Maxixe, un centro giovanile e una università dove studiano circa 4500 giovani della città e della provincia.
Investire sulla formazione per il riscatto del Paese
“Pensiamo che il modo migliore per aiutare un popolo è istruirlo”, dice padre Ezio Bono. “Siccome la grande ricchezza del Mozambico - come dell’Africa in generale – è la grande presenza dei giovani, è importante che possano studiare e sviluppare delle competenze anche a livello di scuola superiore. E’ una grande sfida che già sta dando buoni frutti. Il Mozambico ha il 75% della popolazione con una età al di sotto dei 25 anni. Il Governo ha investito molto sulla istruzione di massa, adesso la grande sfida è quella della qualità”, spiega il religioso. Racconta poi delle esperienze di interscambio che negli ultimi anni hanno coinvolto vari gruppi dagli oratori o dalle università italiane (il Politecnico di Milano, per es.) i quali si sono recati nel Paese africano per interagire con i giovani locali e ideare insieme alcuni progetti di promozione del territorio. “Un'iniziativa stimolante che ha anche dato vita ad una ospitalità in Italia di ragazzi africani”.
Pochissimi medici per le esigenze della popolazione
Nonostante in questi ultimi anni ci sia stata una forte spinta alla ricostruzione dopo decenni di conflitto, permangono ancora molti problemi. “Sul fronte sanitario il Mozambico è il Paese che ha meno medici al mondo in rapporto alla popolazione: ce ne sono tre ogni 100 mila abitanti. E’ una proporzione inaccettabile”, lamenta padre Bono. Perché una scarsità che arriva a questi numeri? Ci risponde che è sempre da ricondurre alla scarsità di formazione, con la conseguenza che la gente, non avendo medici a disposizione, ricorre a guaritori creando gravi danni su di sé e sulle proprie famiglie.
Ad attendere il Papa non solo cattolici
“C’è una grande aspettativa per l’arrivo del Pontefice. Tutte le parrocchie si stanno organizzando. I giovani da mesi stanno facendo lavori per raccogliere i soldi necessari per sostenere le spese del trasporto dalle zone più lontane dalla capitale. Tutti i giorni ai telegiornali nazionali diffondono informazioni sulla visita del Papa, sulla sua missione. Non solo i cristiani mostrano interesse – conclude - ma anche i musulmani, gli indù. C'è un grande entusiasmo. Ci aspettiamo soprattutto un incoraggiamento alla pace. Non possiamo perdere questa occasione. Siamo molto curiosi di apprendere le nuove prospettive che il Papa apre alla missione”.
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