Papa: il Creato è “il social di Dio”, ciascuno tessa la rete della vita
Debora Donnini – Città del Vaticano
Di fronte all’”emergenza climatica” che “abbiamo creato” e che “minaccia gravemente” anche la nostra vita, si leva forte l’appello del Papa: “è tempo di pentirsi e convertirsi”. Siamo “creature predilette di Dio”, chiamate non a spadroneggiare ma ad amare la vita in comunione con il Creato, ricorda Francesco. Tutto il Messaggio chiede che gli uomini riscoprano la vocazione di “custodi del Creato”, “al centro di una rete della vita costituita da milioni di specie per noi amorevolmente congiunte dal nostro Creatore”. Gli appelli sono rivolti soprattutto ai governi, che si riuniranno nei prossimi mesi, perché rinnovino gli impegni decisivi a “orientare il pianeta verso la vita anziché incontro alla morte”.
Al via il “Tempo del Creato”
Questa Quinta Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato, istituita dal Papa il 10 agosto del 2015, dà inizio al “Tempo del Creato” che dura fino al 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi. Un periodo, evidenzia il Papa nel Messaggio, per pregare nella natura, per riflettere sui nostri stili di vita, spesso dannosi, e anche per intraprendere azioni profetiche. L’iniziativa, nata in ambito ecumenico, vuole spronare i cristiani alla preghiera e all’azione, sentendosi ancora più uniti fra i fratelli delle varie confessioni. In particolare il suo pensiero va ai fedeli ortodossi che da trent’anni celebrano questa Giornata. Si tratta di una sintonia da vivere con tutti gli uomini di buona volontà chiamati a custodire la rete della vita. Il Papa conferma, dunque, ancora una volta, l’attenzione alla difesa del Creato di cui la Laudato si' è stata una pietra miliare.
Tempo per riflettere su stili di vita dannosi
L’esortazione del Pontefice, in questo periodo, è quella di riflettere su come “le nostre scelte quotidiane” in fatto di “cibo, consumi, spostamenti, utilizzo dell’acqua e dell’energia” siano spesso “sconsiderate e dannose”. Vengono, quindi, proposti “stili di vita più semplici e rispettosi”, abbandonando la dipendenza dai combustibili fossili per andare verso forme di energia pulita e di economia sostenibile e circolare, ascoltando la saggezza delle popolazioni indigene per vivere meglio il rapporto con l’ambiente. Prima, il Papa aveva fatto una panoramica del degrado che si è accentuato negli ultimi decenni: dall’inquinamento costante all’uso incessante di combustibili fossili, fino alla pratica di radere al suolo le foreste, “innalzando le temperature globali a livello di guardia”. Fenomeni meteorologici estremi e desertificazioni mettono a dura prova i più vulnerabili, evidenzia, tornando a mettere in guardia, fra l’altro, anche sullo scioglimento dei ghiacciai e sulla considerevole presenza di plastica negli oceani. Una conferma dell’urgenza di “interventi non più rimandabili”.
No a ingordigia dei consumi, rinunce per il futuro
Per Francesco è anche “il tempo per intraprendere azioni profetiche”, notando come molti giovani stiano alzano la voce nel mondo, delusi da impegni presi e poi trascurati. Giovani che ricordano come la Terra sia un bene da trasmettere. “A loro”, scrive il Pontefice, dobbiamo “fatti, non illusioni”. Quindi richiamandosi alle parole di Mosè all’ingresso della Terra Promessa, rivolge una forte esortazione. “Scegliamo dunque la vita! Diciamo no - evidenzia - all’ingordigia dei consumi e alle pretese di onnipotenza, vie di morte; imbocchiamo percorsi lungimiranti, fatti di rinunce responsabili oggi per garantire prospettive di vita domani. Non cediamo alle logiche perverse dei guadagni facili, pensiamo al futuro di tutti!”.
I Governi accelerino provvedimenti, ciascuno si senta responsabile
In particolare il Papa sottolinea l’importanza del Vertice delle Nazioni Unite sul clima, che si tiene a settembre a New York, nel quale i Governi hanno il compito di mostrare la volontà politica di accelerare drasticamente i provvedimenti per raggiungere quanto prima “emissioni nette di gas serra pari a zero e di contenere l’aumento medio della temperatura globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali”, in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Il suo pensiero va anche al prossimo Sinodo sull’Amazzonia, dal 6 al 27 ottobre in Vaticano. Opportunità per rispondere al grido dei poveri e della Terra, esorta. “Ogni fedele cristiano, ogni membro della famiglia umana può contribuire a tessere, come un filo sottile, ma unico e indispensabile, la rete della vita che tutti abbraccia”, chiede ancora Francesco, invitando a sentirci “responsabili nel prendere a cuore, con la preghiera e con l’impegno, la cura del Creato” e ad avere “il coraggio di operare il bene senza aspettare che siano altri a iniziare, senza aspettare che sia troppo tardi”. Dio offre all’uomo il Creato come dono da custodire, ribadisce, ma “tragicamente, la risposta umana” è stata segnata dal peccato e dalla cupidigia tanto che “egoismi e interessi” hanno fatto del creato da luogo di incontro, un teatro di scontri.
Pregare immersi nella natura
Un tempo, questo, in cui il Papa chiede, inoltre, di “riabituarci a pregare immersi nella natura”, anche nel silenzio, per uscire “dalle nostre chiusure autoreferenziali” e scoprirci avvolti dalla tenerezza del Padre. Diceva San Bonaventura che il Creato è il primo “libro” che Dio ha aperto davanti ai nostri occhi, perché ammirandone la bellezza, siamo condotti a lodare il Creatore. Ogni creatura è, dunque, donata come una “parola di Dio”. “In questo senso possiamo dire - ribadisce - che il Creato, rete della vita, luogo di incontro col Signore e tra di noi, è «il social di Dio»”.
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