Il Papa a S. Marta: l'indifferenza chiude la porta alla compassione
Debora Donnini - Città del Vaticano
Aprire il cuore alla compassione e non chiudersi nell’indifferenza. E’ il forte invito che stamani Papa Francesco rivolge nell’omelia della Messa a Casa Santa Marta. La compassione, infatti, ci porta sulla via della "vera giustizia”, salvandoci così dalla chiusura in noi stessi e dall’egoismo. Tutta la riflessione parte dal brano del Vangelo di Luca della Liturgia di oggi nel quale si narra dell’incontro di Gesù con la vedova di Nain. La donna piange la morte del suo unico figlio, che Gesù, poi, le restituirà vivo. La compassione, dice il Papa, è come “la lente del cuore” che fa capire le dimensioni della realtà, è la debolezza di Dio, possiamo dire, ma anche la sua forza. Il nostro Dio è, infatti, un Dio di compassione. Anche nella moltiplicazione dei pani, Gesù prova compassione mentre i discepoli vorrebbero congedare la folla con atteggiamento egoistico:
E qui, se la compassione è il linguaggio di Dio, tante volte il linguaggio umano è l’indifferenza. Farsi carico fino a qui e non pensare oltre. L’indifferenza. Uno dei nostri fotografi, dell’Osservatore Romano, ha scattato una foto che adesso è nell’Elemosineria, che si chiama “Indifferenza”. Ne ho parlato altre volte, di questo. Una notte d’inverno, davanti a un ristorante di lusso, una signora che vive sulla strada tende la mano a un’altra signora che esce, ben coperta, dal ristorante, e quest’altra signora guarda da un’altra parte. Questa è l’indifferenza. Andate a guardare quella fotografia: questa è l’indifferenza. La nostra indifferenza. Quante volte guardiamo da un’altra parte … E così chiudiamo la porta alla compassione. Possiamo fare un esame di coscienza: io abitualmente guardo da un’altra parte? O lascio che lo Spirito Santo mi porti sulla strada della compassione? Che è una virtù di Dio …
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui