Il Papa agli azzurri: con una palla di stracci si fanno miracoli
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Forti della qualificazione a Euro 2020, con tre giornate di anticipo e conquistata sabato sera battendo all’Olimpico di Roma la Grecia per 2 a 0, i campioni della Nazionale di calcio italiana sono stati ricevuti ieri mattina alle 9 da Papa Francesco nell’auletta adiacente l’Aula Paolo VI. Il Pontefice ha ringraziato i giocatori per essersi alzati presto e per la visita, giovedì scorso, all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù.
La tenerezza, via maestra per incontrare i bambini
Nel suo breve discorso a braccio, Francesco ha insistito su due concetti belli e profondi: la tenerezza e la felicità che viene dal gioco del pallone anche se fatto di stracci. Invitando a guardare il dipinto posto nell’auletta che mostra le mani di Dio da cui nasce un bambino, il Papa ha sottolineato che ogni nascita è una creazione anche se non è perfetta e ci sono i dolori” dei più piccoli.
L’unica cosa che il bambino capisce e che noi davanti a un bambino incominciamo a capire: il linguaggio della tenerezza. Io so che voi siete stati lì con loro. Grazie per questo gesto di tenerezza. Grazie.
I gesti che fanno bene
“Avvicinarsi ad un bambino” ha ribadito Francesco è un “gesto di uomini grandi”. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)
Forse più di uno di voi dopo, da solo, ha pianto. Forse è così. La tenerezza ci tradisce sempre! Uno fa il gesto di tenerezza e poi di nascosto piange, perché è così! La vita è così.
Il pallone di stracci
Ricordando che i calciatori hanno donato un pallone ai piccoli pazienti del Bambino Gesù, Papa Francesco ha definito questo regalo “una cosa bellissima” perché il gioco con il pallone fa felici i bambini, ne era convinto anche don Bosco.
Il pallone ha un’attrattiva. Io ricordo che c’era una piazzetta a pochi metri da casa mia. Lì giocavamo, ma non sempre avevamo a disposizione un pallone, perché in quel tempo il pallone era di cuoio, era molto costoso. Ancora non c’era la plastica, quelli di gomma non c’erano ancora… C’era il pallone di stracci. Anche con una palla di stracci si fanno dei miracoli. E i bambini del Mozambico, quando sono stato lì, mi hanno portato un pallone di stracci. Giocano così. È importante avere un pallone lì, comunque sia, perché loro ci si buttano dietro.
Ai giocatori, che ha salutato uno ad uno, Francesco ha suggerito di guardare il dipinto dell’auletta ed un film degli anni ’40 dal titolo “Il pallone di stracci – Pelota de trapo”.
Il regalo della Nazionale al Bambino Gesù
Ad accompagnare la Nazionale di calcio e i dirigenti della Federazione Italiana Giuoco Calcio c’era anche la presidente dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, Mariella Enoch. Proprio alla struttura, è stata donata un’apparecchiatura per la quantificazione delle cellule tumorali. Il capitano della squadra Leonardo Bonucci ha consegnato al Papa una lettera che attesta il regalo della Nazionale. Il commissario tecnico Roberto Mancini, che sabato sera ha dedicato la vittoria ai piccoli pazienti del Bambino Gesù, ha dato poi a Francesco la maglia verde - come quella utilizzata sul campo dai calciatori - col numero 10, personalizzata “Bergoglio” e firmata da tutti i giocatori.
Testimoni di valori
Prima ancora, il presidente della Figc, Gabriele Gravina, aveva ripercorso alcune iniziative della Nazionale nate grazie alla sinergia con l’Ospedale Bambino Gesù e in occasione del 150.mo anniversario di fondazione di questa istituzione. Ricordata anche la visita da parte dell’intera squadra, giovedì scorso, ai reparti della struttura. Gravina aveva pure menzionato l’impegno a fare della Nazionale “un’eccellenza dal punto di vista tecnico, ma anche una perpetua testimonianza di valori, una squadra in cui riconoscersi e in cui trovare ispirazione” perché “il bello di giocare al calcio è poterlo fare con gli altri, un mezzo per condividere un'amicizia”.
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