La comunità congolese si prepara alla Messa con il Papa
Antonella Palermo – Città del Vaticano
Nella Chiesa della Natività in piazza Pasquino, pieno centro di Roma, l’animazione della messa domenicale è affidata da un quarto di secolo alla Comunità cattolica congolese. Per celebrare questo giubileo, e per ricordare Isidore Bakanja, catechista laico, martire e primo beato della Repubblica Democratica del Congo, e suor Annuarite Nengapeta, anch’essa martire e beatificata da Giovanni Paolo II il il 15 agosto 1985, il Papa presiederà la Santa Messa in basilica vaticana per un’ampia rappresentanza di congolesi che vivono a Roma e anche altre regioni italiane.
Il rito zairese e la sfida dell’integrazione
I congolesi cattolici a Roma desideravano un luogo dove incontrarsi regolarmente per la celebrazione eucaristica. Il Vicariato concesse questa chiesa che, nel tempo, “è diventata un punto di riferimento importante, non solo per le liturgie, ma anche per la socializzazione e l’integrazione con i romani”, come spiega il cappellano Don Sylvestre Adesengie. Il coro ‘Bondeko’ (fratellanza) attira pellegrini e turisti e anima ogni domenica alle 11 la messa, adattata all’indole del popolo africano. Con i canti e i movimenti ritmici del corpo, il rito zairese esalta il valore della comunione con Dio, tra gli uomini, tra i vivi e i defunti, tra gli esseri e il creato. “Vorremmo aprirci sempre di più alla promozione di attività culturali che permettano il consolidamento delle relazioni di amicizia tra congolesi e romani”, racconta il consigliere della cappellania, don Pierre Kabongo. E sottolinea quanto questo spirito di unità e di preghiera possa di rimbalzo portare, con la grazia di Dio, a scaldare i cuori del popolo congolese in Africa, ancora dilaniato da tensioni e instabilità socio-politica.
Le preghiere del Papa per il Congo
Più volte si sono levati accorati gli appelli di Papa Francesco per la pace nella Repubblica Democratica del Congo. “Il Signore Risorto abbatta i muri dell’inimicizia che oggi dividono i fratelli”, pregava il Pontefice il 23 novembre di due anni fa, proprio nella Basilica di San Pietro, pensando anche alla situazione devastante del Sud Sudan. “Quanta ipocrisia nel tacere o negare le stragi di donne e bambini! Qui la guerra mostra il suo volto più orribile”, scandiva in quella occasione il Papa. Le sue preoccupazioni specialmente per la “tragedia” dei tanti bambini “strappati alle famiglie e alla scuola” per essere “usati come soldati”. A gennaio del 2018, ancora un appello nell’Udienza generale, dopo che gli attacchi della polizia nella Repubblica Democratica del Congo contro le marce pacifiche dei cattolici avevano causato 6 vittime. E a fine novembre scorso quando, dopo due anni di rinvii, sono stati aperti i seggi per le elezioni presidenziali, tra timori di disordini e brogli, ancora l’invocazione di Papa Francesco affinché “il clima resti pacifico”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui