Francesco: no a laici clericalizzati e sì a donne in ruoli di governo
Emanuela Campanile - Città del Vaticano
"Indicare alcuni atteggiamenti di fondo" che ispirino il lavoro dei Membri e Consultori del nuovo Dicastero che da due anni e poco più raccoglie l’eredità del Pontificio Consiglio per i Laici e del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Con questa premessa, il Papa ha aperto l'udienza ai rappresentanti del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, in occasione della loro prima Assemblea plenaria. (Sacarica il Podcast)
La prospettiva della Chiesa-madre
"Per svolgere un servizio alla Chiesa universale", spiega Francesco, è indispensabile fare "proprio il cuore della Chiesa". Passo possibile, solo se si compie lo sforzo di "uscire da se stessi ed entrare in una nuova prospettiva":
La Chiesa è cattolica, è universale ed è molto più ampia, è di animo più grande, 'magnanima', rispetto al mio punto di vista individuale. 'Sentire con il cuore della Chiesa', vuol dire perciò sentire in modo cattolico, universale, guardando al tutto della Chiesa e del mondo e non solo ad una parte.
"Promuovere e sostenere" i laici, le famiglie e la vita, significa dunque "andare al di là delle proprie specifiche competenze personali" per "assumere la prospettiva della Chiesa-madre" e interrogarsi, di conseguenza, su come essa stessa "vede" e "sente" la realtà:
Siete chiamati a fare un passo in più e a chiedervi, di fronte a un progetto pastorale, a una sfida, a un problema: come “vede” questa realtà la Chiesa-madre? Come la “sente”? Così facendo sarete di aiuto al Dicastero, perché saprete dare voce alla Chiesa, avendo già purificato ed elevato in voi il pensare e sentire personale fino a farlo diventare pienamente ecclesiale.
La Chiesa-madre non fa preferenze
Proprio come una madre, prosegue il Papa, la Chiesa "non fa favoritismi e preferenze" poichè "desidera anzitutto la concordia fra tutti i suoi figli". Di conseguenza, bisogna agire allo stesso modo:
Dunque, anche per voi, è importante proporre sempre modelli positivi di collaborazione fra laici, sacerdoti e consacrati, fra i pastori e i fedeli, fra organismi diocesani e parrocchiali e movimenti e associazioni laicali, fra giovani e anziani, evitando contrapposizioni e antagonismi sterili e incoraggiando sempre una fraterna collaborazione in vista del bene comune dell’unica famiglia che è la Chiesa.
La Chiesa-madre fa crescere i propri figli
Tra le caratteristiche fondamentali del "sentire ecclesiastico", e dunque di quello della Chiesa-madre, il Pontefice indica il desiderio di far crescere i figli affinchè non "rimangano infantili" ma siano in grado di affrontare senza paura "le sfide che il mondo contemporaneo pone" in tutti i settori:
La Chiesa, come ogni madre, desidera inoltre che i suoi figli crescano diventando autonomi, creativi e intraprendenti, e non che rimangano infantili. Allo stesso modo, tutti i fedeli laici, figli della Chiesa, vanno aiutati a crescere e a diventare 'adulti', superando resistenze e paure e uscendo allo scoperto, in modo audace e coraggioso, mettendo i loro talenti a servizio di nuove missioni nella società, nella cultura, nella politica, affrontando senza timore e senza complessi le sfide che il mondo contemporaneo pone.
La Chiesa-madre custodisce
Come ogni madre, prosegue ancora Papa Francesco, la Chiesa custodisce "la storia e la tradizione vivente della famiglia", vivendo così "l’oggi con memoria e speranza" e gettando "i semi del Regno" senza essere "assillata dai successi immediati":
La Chiesa, poi, da vera madre, sa custodire la storia e la tradizione vivente della famiglia; ciò vuol dire per voi saper tenere insieme il passato – tutto ciò che di buono è stato fatto dai due Pontifici Consigli – con il presente, cioè le sfide attuali, e con il futuro.
Avere uno sguardo da fratelli
Altra immagine usata dal Papa, è "quella di avere uno sguardo da fratelli", che permetta di agire non come "ingegneri sociali o ecclesiali che pianificano strategie da applicare", ma come "fratelli nella fede".
Una fede che nasca dall'incontro personale con Dio e che "trae alimento dai Sacramenti della Chiesa". Da qui, spiega ancora Francesco, la consapevolezza che, "da fratelli nella fede", la formazione non può concentrarsi esclusivamente sul fare:
E' quanto mai necessario ai nostri giorni insegnare ai bambini, ai ragazzi, ai giovani, alle coppie sposate ad avere una vita di preghiera, un quotidiano e familiare colloquio con Dio. A tale proposito, non bisogna aver paura di affidare ai laici stessi l’accompagnamento di altri laici nella vita spirituale.
Di conseguenza, a questa necessità, si aggiunge quella di rendere i laici "segni visibili della presenza di Cristo in ogni ambiente":
Perciò il Dicastero di cui siete parte dovrebbe, al di sopra di tutto, aiutare i tanti discepoli di Cristo a vivere nel quotidiano in conformità alla grazia battesimale che hanno ricevuto.
Ma per mantenere uno sguardo che non sia troppo "distaccato dalla relatà", avverte il Pontefice, è necessario pensare sia alle difficoltà che si incontrano nella propria vita ogni qual volta si cerca di vivere da cristiani sia immedesimarsi in quei cristiani che vivono esperienze diverse dalla propria:
Allargare lo sguardo a tutti i fratelli nella fede, di ogni categoria sociale e di ogni regione del mondo, vi aiuterà molto a pensare in modo creativo e realistico a come il Dicastero può essere di sostegno alle Chiese locali per accompagnare i battezzati a vivere con gioia, convinzione e fedeltà l’appartenenza a Cristo, diventando discepoli missionari, protagonisti nella promozione della vita, nella difesa della retta ragione, della giustizia, della pace, della libertà, nel favorire la sana convivenza fra i popoli e le culture.
Lo sguardo a Maria
Dunque, "la Chiesa-madre" e "lo sguardo da fratelli" sono le due immagini che Francesco affida ai presenti, ricordando loro di volgere lo sguardo a Maria, "colei che impersona perfettamente la Chiesa-madre e che insegna a tutti i discepoli di suo Figlio a vivere da fratelli.
Non clericalizzare i laici e il ruolo delle donne
Prima di concludere, Papa Francesco si sofferma su due punti per lui molto importanti: il pericolo di clericalizzare i laici rendendoli "preti a metà strada" e "il posto della donna nella Chiesa".
Ecco allora lo schietto consiglio del Pontefice ai Vescovi:
“Allontanate i diaconi dall’altare”, che vadano al servizio. Sono i custodi del servizio, non chierichetti di prima categoria o preti di seconda categoria.
Per quanto riguarda invece il ruolo della donna nella Chiesa, il Papa fa riferimento alla realtà del Dicastero stesso che "ha lagrazia di avere due sottosegretarie" nella struttura. Francesco esprime il suo incoraggiamento a promuovere le donne: "Dobbiamo andare avanti", dice, "sempre per inserire le donne nei posti di consiglio, di governo pure, senza paura". Fondamentale dunque, che la donna occupi nella Chiesa posti di responsabilità, "di governance, di consiglio" ma, specifica il Pontefice, il suo ruolo non si esaursce lì: non solo nella sua "funzionalità" ma, in particolare, nella sua capacità:
Il ruolo della donna nell’organizzazione ecclesiale, nella Chiesa va oltre e dobbiamo lavorare su questo 'oltre', perché la donna è l’immagine della Chiesa madre, perché la Chiesa è donna; non è “il Chiesa”, è “la Chiesa”. La Chiesa è madre; la Chiesa è capace di portare avanti questa realtà e la donna ha un’altra funzione. Non deve avere lavoro funzionale, ma il lavoro va oltre. È quel principio mariano proprio della donna; e una donna nella Chiesa è l’immagine della Chiesa sposa e della Madonna.
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