Il Papa a Santa Marta: preghiamo per preparaci alla chiamata del Signore
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
Come la Chiesa nell'ultima settimana dell'anno liturgico, anche il Papa oggi nell’omelia a Casa Santa Marta, invita a riflettere sulla fine, la morte che attende ciascuno, come sta scritto nella Bibbia e anche nel Vangelo. E’ la vulnerabilità che ci accomuna, dice. Attenti dunque all’illusione di essere eterni. Con questo nessun pensiero funebre, chiarisce Francesco rivolto ai fedeli che lo ascoltano: la morte è un incontro con il Signore. Preghiamo allora, per arrivare a qual momento fiduciosi di abbracciarlo:
Di tutte le cose che noi abbiamo raccolto, che abbiamo risparmiato, lecitamente buone, non porteremo nulla... Ma, sì, porteremo l’abbraccio del Signore. Pensare alla propria morte: io morirò, quando? Nel calendario non è fissato ma il Signore lo sa. E pregare il Signore: “Signore, preparami il cuore per morire bene, per morire in pace, per morire con speranza”.
Ecco la parola che deve sempre accompagnare, aggiunge, la nostra vita, "la speranza di vivere con il Signore qui e poi vivere con il Signore da un’altra parte". "Preghiamo - conclude - "gli uni per gli altri per questo".
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