Il Papa in Thailandia, fecondo il dialogo tra cattolici e buddisti
Alessandro Guarasci - Città del Vaticano
La Thailandia è un paese al 90% buddista. Le relazioni tra cristiani e buddisti sono, comunque, frutto di un dialogo che avanti da centinaia di anni. Ad oggi nel paese ci sono undici tra diocesi e arcidiocesi, mentre i cattolici sono poco più di 300 mila. L’arrivo di Papa Francesco, mercoledi 20 novembre per il suo 32esimo viaggio aspostolico, sarà un momento per rafforzare la fede dei cristiani là presenti.
Dalla Chiesa cattolica un aiuto importante alla vita del Paese
Il nunzio apostolico monsignor Paul Tschang In-nam afferma che “il cristianesimo è ancora considerato come una religione straniera. E poi per motivi storici una parte della popolazione del Paese, considera anche la Chiesa cattolica come un complice del mondo occidentale, il quale è venuto a occupare questa parte dell’Asia. Ci auguriamo che la venuta del Santo Padre in questa occasione dei 350 anni della gerarchia cattolica del Paese sia un’occasione per risvegliarci in questa vocazione missionaria. La Chiesa cattolica dà un contributo grande che è molto apprezzato dalla società, soprattutto attraverso le scuole cattoliche. In Thailandia si contano ben 370 scuole cattoliche con un totale di più di 500 mila studenti che vengono formati in questi istituti”.
L’incontro col Papa incoraggerà le vocazioni
La presenza dei cattolici nella vita sociale e religiosa del paese è confermata anche da monsignor Andrew Vissanu Thanya-anan, coordinatore della visita del Papa e vicesegretario generale della locale conferenza episcopale. “Le vocazioni, come negli altri Paesi, non sono molto cresciute, non è più come in passato – afferma - Ma è molto interessante che ci sono vari seminaristi, giovani sacerdoti, religiosi, religiose che vogliono diventare missionari, cioè abbiamo società di missionari locali, missionari thailandesi. Quindi adesso sta crescendo il numero di sacerdoti giovani e poi anche di religiosi e religiose che vogliono diventare missionari, almeno nei Paesi vicini. Credo che l’incontro del Papa con queste persone sia molto significativo, per incoraggiare le vocazioni”.
Buone le relazioni tra i cristiani e le famiglia reale
Il dialogo interreligioso è avviato fin da quando i cristiani arrivarono in questa terra. “ll nostro rapporto con i buddisti è molto buono – dice monsignor Vissanu Thanya-anan - Ci sono buone relazioni anche con la famiglia reale, soprattutto con il Re. C’è molta libertà religiosa in questa terra e la visita del supremo patriarca è una cosa davvero buona. E’ importante anche che il Re Rama V – un re, non cattolico, non cristiano – nel 1897 abbia visitato papa Leone XIII. E’ importante la collaborazione tra i buddisti e i cristiani, i cattolici. Non ci sono problemi”.
La visita apostolica frutto dei buoni rapporti tra Santa Sede e governo
Mons. Tschang In-nam aggiunge che “questa visita apostolica del Santo Padre è un frutto di questi buoni rapporti tra il governo e la Santa Sede. Da diversi anni il governo thailandese voleva invitare il Santo Padre. La Chiesa locale è impegnata nel dialogo interreligioso con i buddisti a diversi livelli: visite reciproche, colloqui, incontri... L’anno scorso c’è stato uno scambio di delegazione tra la Santa Sede e la gerarchia buddista. Una delegazione di monaci buddisti del tempio reale è andata a Roma per consegnare al Santo Padre la traduzione di un antico libro buddista, di un canone buddista, e poi a tale incontro la Santa Sede ha risposto con l’invio di una delegazione del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso. Il Santo Padre anche visiterà il supremo patriarca dei buddisti durante la visita apostolica e tale gesto del Santo Padre certamente aiuterà a rafforzare i rapporti fraterni tra i buddisti e i cattolici”.
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