Papa Francesco: infermieri e ostetriche compiono un prezioso lavoro
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Un prezioso lavoro per una nobile professione. Papa Francesco ha parole di elogio per gli infermieri e le ostetriche ai quali l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dedicato il 2020, nel bicentenario della nascita di Florence Nightingale, fondatrice dell’infermieristica moderna, conosciuta anche come “la signora della lanterna” perché usava girare la sera tra le corsie dell'ospedale militare di Crimea, dove era stata mandata nel 1854, con una lampada a petrolio.
Mi fa piacere ricordare che il 2020 è stato designato a livello internazionale come “Anno dell’Infermiere e dell’Ostetrica”. Gli infermieri sono gli operatori sanitari più numerosi e più vicini agli ammalati, e le ostetriche compiono forse la più nobile tra le professioni. Preghiamo per tutti loro, perché possano svolgere al meglio il loro prezioso lavoro.
Una professione importante
Stando alle recenti statistiche dell’Oms, nel mondo ci sono 22 milioni di infermieri e due milioni di ostetriche e rappresentano quasi il 50% della forza lavoro sanitaria globale (nel 70% dei casi sono donne). Permane però una carenza globale dei due profili, si tratta di circa 9 milioni di operatori soprattutto nel sud- est asiatico e in Africa.
Marina, le mani che toccano la vita
“Provo una grande commozione per le parole del Papa”: così Marina Semenzano, ostetrica per 42 anni nel padovano, in pensione dallo scorso primo gennaio. La sua storia è balzata alle cronache grazie ad un post su Facebook, pubblicato dal dirigente della Ulss 6 Euganea, il dottor Domenico Scibetta, nel quale ringraziava Marina per la sua dedizione e per aver sentito il lavoro di ostetrica come una missione, “con una vocazione mai venuta meno in tanti anni di servizio”. Marina ha fatto nascere 3.173 bambini in Italia e 3 in Sierra Leone; un numero che tante altre ostetriche raggiungono ma la particolarità è che lei ha appuntato su 6 diari la storia di ogni parto al quale ha assistito. “La professione dell’ostetrica – racconta - ha in sé un grande privilegio perché è la prima persona che tocca il bimbo che viene alla luce. Ed è un grande onore che il Papa ci abbia dedicato attenzione. Io sono orgogliosa di aver svolto questa professione, ad oggi, dopo più di 40 anni di servizio, non so dove finisce Marina e comincia l’ostetrica”.
L’esperienza in Sierra Leone
“In Africa – spiega Marina - ho vissuto un’esperienza incredibile perché la Sierra Leone è in cima alla lista dei Paesi, a livello mondiale, per il tasso di mortalità materna e infantile. Sono andata lì con un’associazione a fare un’esperienza di 15 giorni, molto potente e intensa, ho assistito a due parti e ad un taglio cesareo, operato dopo una mia diagnosi. Quindi i bimbi che ho fatto nascere sono 3.173 in Veneto e 3 in Sierra Leone, di questi 26 coppie di gemelli”. Ma come nasce l’abitudine di trascrivere sui taccuini ogni parto? “Quando si fa la scuola per ostetriche – risponde - si deve raccogliere la documentazione di parti assistiti e cesarei strumentati. Dopo aver cominciato a lavorare, ho continuato a compilare questa raccolta di dati perché sentivo di voler scrivere di queste creature che avevo toccato e sentito per prima, un’esperienza intensa emotivamente. A volte ho aggiunto particolari, situazioni inattese, belle o drammatiche e questi quadernetti si sono sempre più arricchiti di informazioni. Oggi molte mamme, dopo il clamore mediatico, mi chiedono che numero di parto era il loro. E’ una cosa che mi riempie il cuore di gioia”.
“Ho fatto nascere i figli della prima bimba che ho visto venire alla luce”
Con commozione, Marina racconta di Cristina, la prima bambina che ha fatto nascere. “E’ nel mio cuore – spiega - e lo sarà per sempre. Io l’ho seguita in tutto il percorso della sua vita, dalla scuola, l’università, il matrimonio, ho fatto nascere i suoi bambini. Quando lei compiva gli anni ci siamo sempre fatte gli auguri: lei li riceveva per il compleanno, io per il mio compleanno professionale. C’è e ci sarà sempre un rapporto speciale con Cristina”.
“Ogni bimbo l’ho accompagnato con una preghiera silenziosa”
Nel raccontare la sua grande esperienza, Marina Semenzano parla della sua fede, compagna di ogni istante di vita. “Per me è impossibile non credere, non avere fede avendo assistito tante volte al miracolo della vita. Provo commozione a dire questo ma non c’è creatura che io non abbia accompagnato con una preghiera silenziosa perché questo serviva anche a me, per tenermi ancorata. Ogni parto è un’incognita in ogni nano-secondo. A Piove di Sacco c’è un Santuario che è la Madonna delle Grazie, c’è una Madonna nera, la chiesa è piccola ma questa Vergine ha raccolto tante mie lacrime nei momenti di disperazione. Quando non potevo farlo con nessuno, andavo lì a trovare conforto perché ci sono cose che non si possono confidare, vanno consegnate e affidate allo sguardo di una Madre”.
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