Francesco: pensare all’educazione è pensare al futuro dell’umanità
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
Oggi “si è rotto il cosiddetto patto educativo”: la società, la famiglia e le diverse istituzioni che sono chiamate ad educare, delegano ad altri questo decisivo compito. È quanto sottolinea Papa Francesco incontrando i partecipanti al Seminario organizzato in Vaticano dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali ed incentrato sul tema "Istruzione: il Patto globale". L’accesso della popolazione mondiale all’educazione, ricorda il Pontefice, è segnato da forti disuguaglianze: “la povertà, la discriminazione, il cambiamento climatico, la globalizzazione dell’indifferenza, le ‘cosificazioni’ dell’essere umano fanno appassire la fioritura di milioni di creature”. (Ascolta il servizio)
Un nuovo patto educativo
La crisi del patto educativo, spiega il Santo Padre, richiede nuove risposte:
Oggi, siamo chiamati, in qualche modo, a rinnovare e a reintegrare l’impegno di tutti – persone e istituzioni – nell’educazione, per rifare un nuovo patto educativo, perché solo così l’educazione potrà cambiare.
Educazione e futuro
L’esigenza di un nuovo patto educativo non è legata solo alle criticità del nostro tempo. “Pensare all’educazione - afferma il Papa - è pensare alle generazioni future e al futuro dell’umanità”:
Educare non è solo trasmettere concetti, ma è un compito che esige che tutti coloro che ne sono responsabili - famiglia, scuola e istituzioni sociali, culturali, religiose… - vi partecipino in modo solidale. Per educare bisogna cercare d’integrare il linguaggio della testa con il linguaggio del cuore e il linguaggio delle mani.
Famiglia ed educazione
Nel nuovo patto educativo, ricorda il Papa, si deve valorizzare la famiglia.
Uno dei modi fondamentali per migliorare la qualità dell’educazione a livello scolastico è ottenere una maggiore partecipazione delle famiglie e delle comunità locali ai progetti educativi.
Gli insegnanti e il nuovo patto educativo
Davanti alle sfide dell’educazione, un altro ruolo cruciale è quello dei docenti, "sempre sottopagati". La loro funzione, come agenti dell’educazione, “deve essere riconosciuta e sostenuta con tutti i mezzi possibili”. È necessario, sottolinea il Papa, che abbiano a disposizione “risorse nazionali, internazionali e provate adeguate”:
Sono loro gli “artigiani” delle future generazioni. Con il loro sapere, pazienza e dedizione trasmettono un modo di essere che si trasforma in ricchezza, non materiale, ma immateriale, creano l’uomo e la donna di domani.
Francesco ricorda infine che non si può educare "senza indurre alla bellezza", senza indurre alla bellezza dal cuore. Un'educazione "non ha successo se non sa creare poeti". Dal Papa, infine, una speciale esortazione: “V’incoraggio in questo compito così importante e appassionante che avete: collaborare all’educazione delle future generazioni. Non è una cosa del domani, ma dell’oggi”.
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