La rivoluzione più grande della storia
Sergio Centofanti – Città del Vaticano
Una rivoluzione educativa che aiuti l’umanità ad essere più fraterna, più solidale, più inclusiva: ne ha parlato il Papa nel discorso ai partecipanti alla Plenaria della Congregazione per l'Educazione Cattolica in vista della giornata per il patto educativo globale, in programma il prossimo 14 maggio. Francesco ha promosso questo evento per vincere le tendenze odierne alla frammentazione e alla contrapposizione alimentate dall’idolatria dell’Ego. “Mai come ora - ha affermato - c’è bisogno di unire gli sforzi in un’ampia alleanza educativa per formare persone mature”, capaci di ricostruire il tessuto delle relazioni umane all’insegna della compassione e della responsabilità. Per raggiungere questi obiettivi ci vuole coraggio: “Il coraggio di mettere al centro la persona ... Il coraggio di formare persone disponibili a mettersi al servizio della comunità”. Una rivoluzione educativa che aiuti a trovare l’equilibrio con sé stessi, con gli altri, con la natura e con Dio.
La rivoluzione più grande della storia è quella compiuta da Gesù: la sua morte e la sua resurrezione hanno cambiato il mondo, hanno cambiato radicalmente l’umanità. Nella Messa a Santa Marta, Francesco commenta il Vangelo odierno in cui Pietro confessa che Gesù è “il Cristo” ma, subito dopo l’annuncio che il Figlio dell’uomo avrebbe sofferto molto e sarebbe stato ucciso per poi risorgere, si mette a rimproverare il Maestro, che risponde: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». “Confessare Gesù - ha detto il Papa nell’omelia - è confessare la sua morte, la sua resurrezione; non è confessare: ‘Tu sei Dio’ e fermarci lì, no: ‘Tu sei venuto per noi e sei morto per me. Tu sei risorto. Tu ci dai la vita, Tu ci hai promesso lo Spirito Santo per guidarci’. Confessare Gesù significa accettare la strada che il Padre ha scelto per Lui: l’umiliazione”. E quando i cristiani non seguono questa strada, sbagliano, diventano mondani, della stessa pasta del mondo. Il cristiano, invece, è un rivoluzionario se segue Gesù, perché accoglie la grazia della sua morte e risurrezione che cambia radicalmente il cuore.
La vera rivoluzione è spostare l’attenzione da sé agli altri. Nel tweet per la Giornata mondiale della giustizia sociale, il Papa afferma: “La scelta per i più poveri e dimenticati ci spinge a liberarli dalla miseria materiale e a difendere i loro diritti, ma anche a proporre ad essi l’amicizia con il Signore, che li ama e ha donato loro un’immensa dignità”. Evangelizzazione e promozione umana: essere cristiani a tutto tondo.
Aiutare gli altri senza far rumore. Mons. Sergio Pagano, prefetto dell’Archivio Apostolico Vaticano, parla dell’opera grandiosa svolta da Pio XII negli anni della Seconda Guerra mondiale, un vero “fiume di carità” a favore dei più bisognosi. Oggi, nella Sala Stampa vaticana, si è tenuto un “Meeting Point” con i giornalisti per presentare l’apertura, il prossimo 2 marzo, degli Archivi della Santa Sede relativi al pontificato di Papa Pacelli (1939-1958). Mons. Pagano, in particolare, ha sottolineato ai nostri microfoni che i nuovi documenti che saranno a disposizione degli studiosi potranno confermare l’aiuto offerto da Pio XII agli ebrei in quel periodo. La leggenda nera dei cosiddetti silenzi di questo Pontefice nasce alcuni anni dopo la sua morte. Eppure, osserva il prefetto, negli Archivi “ci sono molti documenti che contengono i ringraziamenti di persone ebree. E parlo ovviamente di ebrei non battezzati, rimasti nella loro fede, che ringraziano Papa Pacelli per l’aiuto prestato”. Questa non è una rivoluzione, è semplicemente storia.
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