Papa Francesco: fare memoria di chi diventa la nostra famiglia
Benedetta Capelli - Città del Vaticano
Volti, presenze discrete, sorrisi di persone che con il tempo diventano di famiglia. Papa Francesco, nella sua omelia a Casa Santa Marta, si sofferma su chi ci accompagna nella vita, su chi ogni giorno lavora lì con dedizione e cura, chi aiuta se una compagna è malata e chi prova tristezza se uno di loro va via. Luisa, Cristina, Adrian, la nonna di casa, suor Maria: dietro ogni nome, una presenza, una storia, una permanenza breve che ha lasciato il segno. Quaranta anni di lavoro sono invece quelli passati in Vaticano dalla signora Patrizia, ormai parte di una famiglia “larga” come l’ha definita il Papa:
E questo farà bene a tutti noi che abitiamo qui, pensare a questa famiglia che ci accompagna; e a tutti voi, che non abitate qui, pensare a tanta gente che vi accompagna nel cammino della vita: vicini, amici, compagni di lavoro, di studio… Noi non siamo soli. Il Signore ci vuole popolo, ci vuole in compagnia; non ci vuole egoisti: l’egoismo è un peccato.
Francesco esorta a fare “atto di memoria, di ringraziamento” anche di scusa per le nostre mancanze nei confronti di chi ci accompagna nel cammino della vita ed invita a ringraziarli della loro pazienza.
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