Giovanni XXIII e quel mercoledì delle Ceneri del 1962
Emanuela Campanile - Città del Vaticano
Una tradizione lontana come il Medioevo e ripresa da Giovanni XXIII nel 1962. La forma e i luoghi non sono esattamente gli stessi, ma il significato spirituale della Statio e processione penitenziale che i Pontefici ripetono ogni inizio di Quaresima da 58 anni a questa parte è rimasto immutato nei secoli.
E' quello che avverrà anche oggi pomeriggio, Mercoledì delle Ceneri. La liturgia stazionale inizierà nella chiesa di Sant'Anselmo all'Aventino poi la processione penitenziale verso la Basilica di Santa Sabina dove, al termine, si svolgerà la Santa Messa con il rito conclusivo dell'imposizioni delle Ceneri. E' quello che avvenne, appunto, il 7 marzo del 1962.
La cronaca dell'epoca
"La processione, tra due fitte ali di fedeli - trasmetteva la Radio Vaticana, il giorno seguente - si è diretta a Santa Sabina ove, dopo il canto delle preci, del Miserere e del Vexilla Regis, è stata fatta l'invocazione dei Santi Martiri e quindi l'Officiante ha impartito la benedizione con la reliquia della Santa Croce. Subito dopo - proseguiva la cronaca - il Sommo Pontefice (...) si è recato all'ambone per rivolgere la sua paterna parola alla moltitudine dei partecipanti alla sacra Stazione".
Le parole di Papa Roncalli
Parole conservate negli archivi della Radio del Papa e che qui vi proponiamo. Quasi nove minuti di un discorso a braccio che Giovanni XXIII pronunciava a sette mesi dall'avvio del Vaticano II, "la più grande riunione del popolo cristiano". "Il Concilio Ecumenico - sottolineava il Pontefice - una riunione nella quale si potrà constatare come davvero il Signore tiene la sua Chiesa vicino al Suo Cuore", "più che mai necessario per camminare uniti nell'amore e nella carità".
Le due chiese, oggi
Questi luoghi simbolo collocati tra l'altro in una delle zone più antiche e suggestive di Roma, l'Aventino, rivivono nelle parole del benedettino padre Philipp Wagner, rettore della Basilica romana di Santa Sabina. La liturgia di oggi, spiega, "ci fa riflettere anche sulla necessità di fermarci, di prendere un momento di pausa per riflettere sulla personale conversione. In particolare, il Mercoledì delle Ceneri ci ricorda la nostra fragilità, la nostra mortalità e il bisogno, come uomini, di misericordia. Un momento - prosegue il padre benedettino - che indica il cammino verso la conversione. Papa Francesco ci sollecita e incoraggia a vivere il Vangelo in maniera verace - conclude il monaco - ascoltandone il messaggio così da lasciarci convertire”. Anche padre Bernard Sawiki, docente di teologia spirituale monastica all'Ateneo di Sant'Anselmo, si sofferma, nell'intervista di Antonella Palermo, sul tema della conversione. "La liturgia stazionale di oggi - spiega - ci ricorda uno dei tre voti dei monaci benedettini: la Conversatio Morum cioè la conversione continua della propria vita per avvicinarsi sempre più all'ideale del Vangelo".
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