Il Papa seguirà gli Esercizi Spirituali dal Vaticano
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Iniziano questa sera ad Ariccia, non lontano da Roma, nella “Casa Divin Maestro”, gli Esercizi Spirituali, predicati quest’anno dal padre gesuita Pietro Bovati, segretario della Pontificia Commissione Biblica. Papa Francesco, come ha reso noto oggi dopo l'Angelus, non si recherà a causa del raffreddore nella cittadina laziale. Ma si unirà spiritualmente alla Curia. “Il roveto ardeva per il fuoco - L'incontro tra Dio e l'uomo, alla luce del Libro dell'Esodo, del Vangelo di Matteo e della preghiera dei Salmi” è il tema scelto per le meditazioni.
La scelta di Ariccia
Differentemente dai Pontefici che lo hanno preceduto, Papa Francesco nel 2014 sceglie un luogo lontano dal Vaticano per gli Esercizi Spirituali. La sua preferenza ricade sulla “Casa Divin Maestro” di Ariccia, immersa nel Parco dei Castelli Romani; una struttura sul lago di Castelgandolfo, gestita dalla Famiglia Paolina. Parlando allora di questa decisione, padre Ciro Benedettini, vice direttore della Sala Stampa vaticana, sottolinea come sia pratica dei gesuiti eseguire gli Esercizi al di fuori del luogo in cui vivono. “Così - spiega - farà Papa Francesco, fedele alla sua vocazione spirituale”. A colpire allora l’opinione pubblica era stata l’immagine del Pontefice a bordo di un pullman. Francesco, infatti, ha sempre scelto di viaggiare, insieme ai membri della Curia Romana, sul mezzo diretto ai Castelli.
Un sacerdote futuro vicario
Il primo predicatore è un prete della Diocesi di Roma, don Angelo De Donatis, direttore spirituale presso il Seminario Romano, parroco di San Marco evangelista al Campidoglio. Il tema scelto da De Donatis, che Papa Francesco avrebbe creato cardinale nel Concistoro del 28 giugno 2018, riguarda “La purificazione del cuore”. Salutandolo al termine degli Esercizi, il Pontefice ringrazia il sacerdote definendolo “il seminatore” perché capace di gettare il seme della Parola di Dio. “Perché lei - dice il Papa - è stato il seminatore, e sa farlo ... Perché lei, getta di qua, getta di là senza accorgersene – o facendo finta di non accorgersene – ma va al centro, va a segno. Grazie per questo. E le chiedo di continuare a pregare per questo sindacato di credenti… Tutti siamo peccatori, ma tutti abbiamo voglia di seguire Gesù più da vicino, senza perdere la speranza nella promessa, e anche senza perdere il senso dell’umorismo”.
Il mantello di Elia
Nel 2015, Papa Francesco conferma la scelta di Ariccia, come tutti gli anni a seguire. A predicare gli Esercizi è il padre carmelitano Bruno Secondin, scomparso nel giugno dello scorso anno. Docente ordinario emerito della Pontifica Università Gregoriana, per 40 anni professore di teologia spirituale e storia della spiritualità nell'ateneo retto dai gesuiti, padre Bruno è stato autore di una trentina di libri sulla spiritualità contemporanea e sulla vita religiosa. Il tema scelto: “Servitori e profeti del Dio vivente”, una lettura pastorale del profeta Elia. “Non è facile dare Esercizi ai sacerdoti! – gli dice il Papa salutandolo nell’ultimo giorno di meditazioni - Siamo un po’ complicati tutti, ma Lei è riuscito a seminare. Che il Signore faccia crescere questi semi che Lei ci ha dato. E mi auguro anche, e auguro a tutti, che possiamo uscire di qua con un pezzetto del mantello di Elia, in mano e nel cuore”.
Le nude domande del Vangelo
Il terzo predicatore, scelto da Francesco per gli Esercizi Spirituali del 2016, è padre Ermes Ronchi, dei Servi di Maria, che confessa di essersi preparato tornando alle sue radici personali della fede, ritirandosi nella casa natale in Friuli. “Le nude domande del Vangelo” il tema scelto, “quelle capaci – racconta in un’intervista padre Ronchi – di mettere nel profondo un seme che possa germogliare; domande che aiutino la Chiesa a uscire dai propri ruoli e porsi davanti alla Parola di Dio come credenti, come persone”. Tra i suoi riferimenti padre David Maria Turoldo, ma anche la mistica francese Simone Weil. “Bisogna riscoprire il coraggio di sognare”: questa la consegna che Francesco affida a tutta la Curia Romana, salutando il predicatore.
Meditare anche con gli sposi e con una clarissa
La novità introdotta nel 2017 da padre Giulio Michelini, frate minore e docente ordinario di Esegesi biblica all’Istituto teologico di Assisi, è quella di aggiungere alle sue riflessioni le meditazioni di una coppia di sposi, Mariateresa Zattoni e Gilberto Gillini, e quella di una suora clarissa del monastero di Gubbio. “Passione, morte e risurrezione di Gesù secondo Matteo” il tema scelto dal frate che per prepararsi passa dieci giorni in Terrasanta “per respirare e toccare con mano i luoghi calpestati e abitati da Gesù”. Di lui Francesco mostra di apprezzare la sua naturalezza, “senza faccia da immaginetta”, senza artifici ma anche la sua preparazione. “Grazie - dice il Papa - per tutto questo che ci hai dato. E’ vero: c’è una montagna di cose per meditare, ma sant’Ignazio dice che quando uno trova negli Esercizi una cosa che dà consolazione o desolazione, deve fermarsi lì e non andare avanti. Sicuramente ognuno di noi ne ha trovate una o due, tra tutto questo. E il resto non è spreco, rimane, servirà per un’altra volta”.
Da prete a cardinale
Come era accaduto a De Donatis, anche il sacerdote portoghese José Tolentino de Mendonça, predicatore degli Esercizi del 2018, diventerà cardinale. Teologo e poeta, voce tra le più influenti del Portogallo, sceglie di meditare sul tema dell’elogio della sete. “Una delle ultime parole di Gesù sulla Croce - racconta a Vatican News - è stata proprio questa: ‘Ho sete’. E questo continua ad essere un grido che Gesù affida alla sua Chiesa. Gesù chiede alla Chiesa di essere partecipe” di questa sete di Dio e dell'uomo. Una sete che va innanzitutto scoperta per scoprire chi può soddisfare questa sete. “Grazie - gli dice il Papa al termine degli Esercizi - per averci ricordato che la Chiesa non è una gabbia per lo Spirito Santo, che lo Spirito vola anche fuori e lavora fuori. E con le citazioni e le cose che Lei ci ha detto ci ha fatto vedere come lavora nei non credenti, nei ‘pagani’, nelle persone di altre confessioni religiose: è universale, è lo Spirito di Dio, che è per tutti. Grazie per questa chiamata ad aprirci senza paure, senza rigidità, per essere morbidi nello Spirito e non mummificati nelle nostre strutture che ci chiudono”.
Lo sguardo su Firenze e sull’universo
Lo scorso anno, Papa Francesco ha scelto di far predicare gli Esercizi a dom Bernardo Francesco Maria Gianni, abate dell’abbazia di San Miniato al Monte di Firenze. Tema degli esercizi: “La città dagli ardenti desideri. Per sguardi e gesti pasquali nella vita del mondo”. A guidare la riflessione dell’abate è la lirica del poeta Luzi “Siamo qui per questo”, ma anche Dio che abita la città e il contributo alla storia di Giorgio La Pira. “Mi ha colpito – confessa il Papa - il tuo lavoro per farci entrare, come ha fatto il Verbo, nell’umano; e capire che Dio si fa sempre presente nell’umano. Lo ha fatto la prima volta nell’incarnazione del Verbo, totale, ma Lui è presente anche nelle tracce che lascia nell’umano. Uguale all’incarnazione del Verbo – indivisa et inconfusa –, è lì. Ti ringrazio di averci parlato di memoria: questa dimensione “deuteronomica” che dimentichiamo; di averci parlato di speranza, di lavoro, di pazienza, come indicandoci la strada per avere quella ‘memoria del futuro’ che ci porta sempre avanti”.
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