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Il Papa: tutto sembra vacillare, il Rosario ci fa saldi in ciò che conta davvero

Papa Francesco si unisce spiritualmente a quanti, alle 21 di questa sera, recitano il Rosario aderendo all'appello dei vescovi italiani per l'emergenza Coronavirus. In un videomessaggio il Papa esorta tutti alla speranza e all'esercizio della prossimità in famiglia, attraverso la comprensione, la pazienza e il perdono. La preghiera a San Giuseppe perché protegga l'Italia

Adriana Masotti - Città del Vaticano

“Io vi accompagnerò da qui”. Papa Francesco si era espresso così all’udienza generale di ieri rivolgendosi ai fedeli di lingua italiana invitandoli a fare proprio l’appello dei vescovi alla preghiera del Rosario, fissato per questa sera alle ore 21 (diretta su Tv2000), quale momento di unità per tutto il Paese. Un momento che si rende visibile anche attraverso l'esposizione, per chi vorrà, alle finestre delle proprie case di un piccolo drappo bianco o una candela accesa. Francesco si unisce alla preghiera da Santa Marta e la introduce con un videomessaggio di speranza e di conforto che si apre con un'esortazione: 

In questa situazione inedita, in cui tutto sembra vacillare, aiutiamoci a restare saldi in ciò che conta davvero.

Il Rosario, la preghiera degli umili e dei santi

Francesco osserva che questa indicazione è la stessa che tanti vescovi in questi giorni hanno rivolto ai fedeli delle loro diocesi, cercando di “sostenere con la loro parola la vostra speranza e la vostra fede”. Quindi descrive così quella recita dell’Ave Maria, ripetuta per ben 50 volte, tanto raccomandata dalla Vergine stessa:

La preghiera del Rosario è la preghiera degli umili e dei santi che, nei suoi misteri, con Maria contemplano la vita di Gesù, volto misericordioso del Padre. E quanto bisogno abbiamo tutti di essere davvero consolati, di sentirci avvolti dalla sua presenza d’amore!

La comprensione e il perdono in famiglia

E’ nella relazione con gli altri, osserva Papa Francesco, che noi sperimentiamo la verità di questa presenza, e in un momento come questo in cui gli altri sono “i famigliari più stretti”, il Papa invita a farsi “prossimo l’uno dell’altro, esercitando noi per primi - dice - la carità, la comprensione, la pazienza, il perdono”. Allargando il cuore perché “l’altro possa sempre trovare disponibilità e accoglienza”.

Questa sera preghiamo uniti, affidandoci all’intercessione di San Giuseppe, Custode della Sacra Famiglia, Custode di ogni nostra famiglia. Anche il falegname di Nazareth ha conosciuto la precarietà e l’amarezza, la preoccupazione per il domani; ma ha saputo camminare al buio di certi momenti, lasciandosi guidare sempre senza riserve dalla volontà di Dio.

L'invocazione del Papa a san Giuseppe 

Il messaggio di Francesco prosegue con un’accorata supplica allo Sposo di Maria, di cui oggi la Chiesa celebra la Solennità. Queste le sue parole: 

Proteggi, Santo Custode, questo nostro Paese.
Illumina i responsabili del bene comune, perché sappiano – come te – prendersi cura delle persone affidate alla loro responsabilità.
Dona l’intelligenza della scienza a quanti ricercano mezzi adeguati per la salute e il bene fisico dei fratelli.
Sostieni chi si spende per i bisognosi: i volontari, gli infermieri, i medici, che sono in prima linea nel curare i malati, anche a costo della propria incolumità.
Benedici, San Giuseppe, la Chiesa: a partire dai suoi ministri, rendila segno e strumento della tua luce e della tua bontà.
Accompagna, San Giuseppe, le famiglie: con il tuo silenzio orante, costruisci l’armonia tra i genitori e i figli, in modo particolare i più piccoli.
Preserva gli anziani dalla solitudine: fa’ che nessuno sia lasciato nella disperazione dell’abbandono e dello scoraggiamento.
Consola chi è più fragile, incoraggia chi vacilla, intercedi per i poveri.
Con la Vergine Madre, supplica il Signore perché liberi il mondo da ogni forma di pandemia.
Amen.

 

Ultimo aggiornamento ore 21.03

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19 marzo 2020, 16:01