Monica e Agostino esempi da seguire nella ricerca della Verità
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
“Domani e dopodomani la liturgia fa memoria di due grandi Santi, santa Monica e suo figlio sant’Agostino, uniti in terra da vincoli familiari ed in cielo dallo stesso destino di gloria. Il loro esempio e la loro intercessione spingano ciascuno ad una ricerca sincera della Verità evangelica”: è quanto ha detto il Papa oggi all’udienza generale ricordando i due santi vissuti fra il IV e il V secolo. Due figure che Francesco ama richiamare, citando spesso Monica per la sua preghiera costante e Agostino per quell’inquietudine che l'ha condotto a Dio.
Due diversi percorsi di santità
Monica e Agostino. Madre e figlio. Due vite geneticamente legate, due percorsi di fede differenti ma con un identico culmine: la perfezione in Dio. Santa Monica e Sant’Agostino. Due esempi dai quali imparare che si può giungere attraverso varie strade alla Via, alla Verità e alla Vita. Singolare il legame che ha caratterizzato il loro cammino terreno. Le loro vite intrecciate si sciolgono in percorsi paralleli per poi riannodarsi: entrambi santi, sono tra le più belle testimonianze nella storia del cristianesimo.
La fede salda di Monica
Monica era madre premurosa, a volte severa, accorta e attenta all’educazione del figlio, sempre preoccupata per la sua anima. Il suo più grande desiderio era vedere Agostino nella fede cattolica, per esser certa della sua salvezza eterna. E per questo veglierà costantemente sul figlio, a volte lasciandolo percorrere la sua strada ma accompagnandolo con la preghiera, altre volte seguendolo per essergli più vicina. Monica, dalla fede salda, educata cristianamente e fervida osservante delle pie pratiche, mai dubbiosa verso quel Dio che talvolta sembrava non udirla. Preghiere e lacrime erano il suo pane quotidiano, ma ad alimentare la sua fede era la Parola di Dio, ascoltata e meditata. Imparerà ad accettare i tempi di Dio e i suoi disegni, ad affidarsi sicura nelle mani del Padre, pur non vedendo realizzato nell'immediato quanto serbava nel cuore.
La saggezza frutto della fede
E se il figlio Agostino vagava tra una filosofia e l’altra, alla ricerca di risposte, inquieto e tormentato dalla mancanza di certezze, talvolta distante da lei, Monica continuava a pregare e pregare. È così che la sua fede matura. Una fede semplice la sua, vissuta nel quotidiano, che non si poneva interrogativi, forgiata dagli eventi della vita e fonte di saggezza. Come dimenticare gli interventi di Monica nei Dialoghi filosofici di Agostino con gli amici, quando stupiva tutti con le sue risposte semplici ma ricche di Verità, sostenendo che senza Sapienza nessuno può essere felice, o ricordando che soltanto la fede, la speranza e la carità possono condurre alla vita beata. E poi il culmine nel colloquio ad Ostia con il figlio ormai battezzato, quando, conversando sul creato e sulla bellezza eterna e anelando alla contemplazione di Dio afferma: “Figlio mio, per quanto mi riguarda, questa vita ormai non ha più nessuna attrattiva per me. Non so che cosa faccio ancora qui. Le mie speranze sulla terra sono ormai esaurite. Una cosa sola c'era che mi faceva desiderare di rimanere quaggiù ancora un poco: il vederti cristiano cattolico prima di morire. Il mio Dio mi ha soddisfatto ampiamente, poiché ti vedo addirittura disprezzare la felicità terrena per servire lui” Cosa faccio qui?" (Conf. IX, 10.26).
Il cammino di Agostino
Tutt’altra vita quella di Agostino, giovane arguto, assetato di sapere, desideroso di risposte sull’esistenza. Verso la madre nutre sempre un sentimento di grande rispetto, la ammira, ne apprezza la capacità di condurre il ménage familiare, ne conosce la fede ma non la condivide. Da lei spesso si distacca, segue le proprie passioni, ama i piaceri, non ne approva idee e convinzioni, non ritiene che la Chiesa possa offrirgli una strada da seguire. La sua è una ricerca tortuosa della Verità, eppure approda nello stesso porto della madre Monica. Giunto alla verità di Cristo, Agostino decide di darsi tutto a Dio e da allora è un crescendo di scritti, di contributi grandi nella Chiesa.
La conversione di Agostino frutto delle preghiere di Monica
Monaco, sacerdote e poi vescovo di Ippona, Agostino ha imboccato la strada verso la santità. E allora rilegge il suo rapporto con la madre Monica alla luce del disegno di Dio. Rivolgendosi a lei scrive nel De ordine: “Io credo senza incertezze e affermo che per le tue preghiere Dio mi ha concesso l’intenzione di non preporre, non volere, non pensare, non amare altro che il raggiungimento della verità” (2, 20, 52). E ancora, ricordando le sue Confessioni nel De dono perseverantiae, racconta: “In quei libri ho narrato della mia conversione, quando Dio mi riportò a quella fede che io straziavo, cianciando proprio come un miserabile e un pazzo furioso. Se vi ricordate, con il mio racconto mostrai che mi fu concesso di non perire grazie alle lacrime quotidiane e piene di fede di mia madre. E in quel passo ho appunto predicato che Dio con la sua grazia rivolge alla retta fede le volontà degli uomini non solo rivolte altrove, ma addirittura rivolte contro di essa (20, 53).
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