Francesco: non discriminare sui farmaci, l'accesso alle cure sia per tutti
Emanuela Campanile - Città del Vaticano
Esistono tante marginalità che creano ingiustizie tra nazioni e popoli. Ce lo insegna Francesco che oggi, ricevendo in udienza la delegazione della Fondazione Banco Farmaceutico per il 20.mo dalla nascita, ha sottolienato i pericoli di quella che ha definito "marginalità farmaceutica".
A volte si corre il rischio di non potersi curare per mancanza di soldi, oppure perché alcune popolazioni del mondo non hanno accesso a certi farmaci. C’è anche una “marginalità farmaceutica”. E dobbiamo dirlo questo. Questo crea un ulteriore divario tra le nazioni e tra i popoli. Sul piano etico, se c’è la possibilità di curare una malattia con un farmaco, questo dovrebbe essere disponibile per tutti, altrimenti si crea un’ingiustizia. Troppe persone, troppi bambini muoiono ancora nel mondo perché non possono avere quel farmaco che in altre regioni è disponibile.
Cure inclusive
La proposta di Francesco è in un impegno dal respiro globale:
Conosciamo il pericolo della globalizzazione dell’indifferenza. La globalizzazione dell’indifferenza. Vi propongo invece di globalizzare la cura, cioè la possibilità di accesso a quei farmaci che potrebbero salvare tante vite per tutte le popolazioni. Per fare questo c’è bisogno di uno sforzo comune, di una convergenza che coinvolga tutti. E voi siete l’esempio di questo sforzo comune.
L'impegno di tutti
Il pensiero del Pontefice va anche ai ricercatori il cui lavoro prezioso rappresenta anche "un magnifico esempio di come lo studio e l’intelligenza umani siano capaci di far crescere, per quanto possibile, nuovi percorsi di guarigione e di cura".
Per Francesco, chi produce farmaci e chi li dispensa possono, ognuno nel proprio campo, orientare sempre più le proprie competenze al servizio e alla prossimità.
Le aziende farmaceutiche, sostenendo la ricerca e orientando la produzione, generosamente possono concorrere ad una più equa distribuzione dei farmaci. I farmacisti sono chiamati a svolgere un servizio di cura in prossimità alle persone più bisognose, e in scienza e coscienza operano per il bene integrale di quelli che a loro si rivolgono.
E come in una catena in cui ogni anello rappresenta un passaggio indispensabile, anche i governanti "sono chiamati a costruire un mondo più giusto" attraverso "scelte legislative e finanziarie" "in cui i poveri non vengano abbandonati"
Pandemia e povertà farmaceutica
La recente esperienza della pandemia, ricorda poi il Papa, ha innestato una grave crisi economica che genera ulteriore povertà e, nello specifico, "povertà farmaceutica". Condizione, questa, di grandissimo svantaggio e pericolo di esclusione:
Mentre si opera l’assistenza caritativa, si tratta di combattere anche questa povertà farmaceutica, in particolare con un’ampia diffusione nel mondo dei nuovi vaccini. Ripeto che sarebbe triste se nel fornire il vaccino si desse la priorità ai più ricchi, o se questo vaccino diventasse proprietà di questa o quella Nazione, e non fosse per tutti.
La via evangelica
Nel ringraziare infine i presenti per il servizio da loro svolto a favore dei più deboli, Francesco conclude ricordando il valore di una tra le più note iniziative del Banco Farmaceutico.
La Giornata di Raccolta del Farmaco è un esempio importante di come la generosità e la condivisione dei beni possono migliorare la nostra società e testimoniare quell’amore nella prossimità che ci viene richiesto dal Vangelo.
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