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Insegnaci la ricchezza della povertà

San Francesco di fronte al Papa. Il suo incontro con Innocenzo III diede via libera alla Regola e alla predicazione dei primi seguaci. Un faccia a faccia decisivo per la storia della Chiesa, che ne avrebbe cambiato il volto nei secoli a venire. E i Papi di fronte a san Francesco? I Papi dell’epoca moderna, in particolare? Un rapporto intenso, altrettanto decisivo, che testimoniamo forte fino ai nostri giorni

Laura De Luca – Città del Vaticano

Con Francesco, il Santo che ha respirato l'aria di questi colli e percorso queste contrade, fissiamo lo sguardo sul mistero della Croce, albero di salvezza irrorato dal sangue redentore di Cristo.

Ascolta la voce di Giovanni Paolo II

Così Giovanni Paolo II il 24 gennaio 2002, da Assisi, nella Giornata di preghiera per la pace nel mondo. Francesco d’Assisi vanta almeno due primati, ma forse sarebbe meglio chiamarli record, nella storia dei papi moderni. Fu lui a ispirare Giovanni Paolo II a riunire proprio ad Assisi i rappresentanti di varie religioni del mondo a pregare per la pace. La prima volta nel 1986, in piena glasnost, quando stava finendo la guerra fredda. E poi di nuovo nel 2002, sul finire del pontificato.

Fu anche san Francesco d’Assisi, insieme alla Vergine di Loreto a portare fuori casa papa Giovanni XXIII, che per andare in pellegrinaggio ad Assisi il 4 ottobre nel 1962 prese addirittura il treno. Ed era la prima volta di un papa fuori dal Vaticano dai tempi della breccia di Porta Pia. Mancavano pochi giorni all’apertura del Concilio…

Ascolta la voce di Giovanni XXIII

Quarantaquattro furono gli anni della vita terrena di Francesco : la prima parte, circa metà, fu occupata nella ricerca del bene, come è comunemente concepito, e senza venirne a capo, per un non so che di disgusto che rendeva inquieto il figliolo di messer Bernardone. Ma l'altra parte della vita, fu data ad una avventura, che sembrò follia, ed era invece l'inizio di una missione e di una gloria imperiture. Questa missione e gloria Ci ispirano un voto che deponiamo qui per Assisi, per l'Italia, per tutte le Nazioni.

Una follia che ebbe dunque conseguenze per tutto il mondo. Di qui il respiro universale della spiritualità francescana ispirata all’armonia con tutto il creato e dunque alla pace fra gli uomini:

Ascolta la voce del Papa

Ci incontriamo ad Assisi, dove tutto parla di un singolare profeta della pace, chiamato Francesco. Egli è amato non solo dai cristiani, ma da tanti altri credenti e da gente che, pur lontana dalla religione, si riconosce negli ideali di giustizia, di riconciliazione, di pace che furono suoi.

Di Francesco d’Assisi, grazie ai cicli giotteschi, grazie alla leggenda aurea, grazie ai racconti dei suoi primi seguaci conosciamo infiniti e anche gustosi aneddoti. Più che un aneddoto però è l’immagine delle sue mani segnate dalle stimmate:

La vostra spiritualità non può prescindere dalla «passione» che S. Francesco ebbe per la Passione di Cristo. Le sue stimmate sono una perenne predicazione. La vostra elezione d’esserne i suoi seguaci vi invita, vi obbliga a comprendere questo altro essenziale aspetto del cristianesimo. Può mai il cristianesimo prescindere dalla Croce di Cristo?

Ascolta la voce di Paolo VI

Così Paolo VI a un pellegrinaggio internazionale di francescani il 19 maggio 1971. E più recentemente, Benedetto XVI nell’udienza generale del 27 gennaio 2010

È stato detto che Francesco rappresenta un alter Christus, era veramente un’icona viva di Cristo. Egli fu chiamato anche “il fratello di Gesù”. In effetti, questo era il suo ideale: essere come Gesù; contemplare il Cristo del Vangelo, amarlo intensamente, imitarne le virtù. In particolare, egli ha voluto dare un valore fondamentale alla povertà interiore ed esteriore, insegnandola anche ai suoi figli spirituali. La prima beatitudine del Discorso della Montagna - Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli (Mt 5,3) - ha trovato una luminosa realizzazione nella vita e nelle parole di san Francesco.

Ascolta la voce di Benedetto XVI

La povertà: il lascito più importante di Francesco d’Assisi, e anche il più attuale a distanza di tanti secoli dalla sua morte. Ancora Paolo VI nel suo discorso ai terziari francescani nel 1971:

Povertà è un nome controverso, perfino nelle pagine del Vangelo, nel senso che sono detti beati i Poveri, e poi tutti gli ascoltatori del Vangelo stesso sono pressati per soccorrerli e a liberarli dalle angustie e dalle sofferenze della povertà. Dunque: è un bene o un male la povertà? (…). Si direbbe che le più grandi e più forti correnti ideologiche e sociali sono in favore della povertà, o meglio dei poveri, dei proletari, degli indigenti, contro i possidenti, i ricchi, i capitalisti, proprio mentre tutto il progresso moderno, tutta l’organizzazione della società moderna sono rivolti all’aumento indefinito delle ricchezze, alla trasformazione delle cose in beni utili, alla conquista e alla distribuzione di sempre nuove risorse economiche. Economia e sociologia sono diventate le due finalità prevalenti e quasi ossessionanti della nostra vita moderna. Dove collocare la povertà? la nostra povertà evangelica? La lezione si farebbe lunga e delicata; ma voi già la conoscete. Voi conoscete che la povertà evangelica significa innanzi tutto la collocazione della nostra concezione della vita non in questa terra, non nelle sue ricchezze, non nelle sue soddisfazioni, non nei suoi piaceri, non in ciò ch’essa è e ch’essa ci può dare, non nel suo regno della terra, ma nel «regno dei cieli»

Ascolta la voce di papa Paolo VI

Eppure anche in questa terra, anche per questa terra Francesco seppe trovare occasioni di lode a Dio. Il suo Cantico delle creature, che riecheggia nell’enciclica di papa Francesco, è la sintesi più bella del suo amore per la vita terrena come transito verso quella celeste: 

Qui il Poverello di Assisi ci invita anzitutto ad innalzare un canto di gratitudine a Dio per tutti i suoi doni. Lodiamo Dio per la bellezza del cosmo e della terra, "giardino" meraviglioso che Egli affidò all'uomo perché lo coltivasse e lo custodisse (cfr Gn 2,15). E' bene che gli uomini ricordino di trovarsi in un'“aiuola” dell'immenso universo, creata da Dio per loro. E' importante che si rendano conto che né loro, né le questioni per cui si affannano tanto sono il "tutto". Solo Dio è "il tutto", e a Lui ciascuno dovrà, alla fine, presentarsi per rendere conto.

Ascolta la voce di Giovanni Paolo II

Ma Francesco d’Assisi vanta anche un altro primato. Aver suggerito un nome nuovo a un papa venuto tanti secoli dopo di lui…

Ci rivolgiamo a te, Francesco, e ti chiediamo: insegnaci ad essere “strumenti della pace”, della pace che ha la sua sorgente in Dio, la pace che ci ha portato il Signore Gesù

Ascolta la voce di Papa Francesco



Ti hanno chiamato “Poverello d’Assisi”,
e tu eri e sei rimasto
uno degli uomini che hanno donato
più generosamente agli altri.
Avevi quindi un’enorme ricchezza,
un grande tesoro.

E il segreto della tua ricchezza
si nascondeva nella Croce di Cristo.
Insegna a noi,
Vescovi e Pastori del XX secolo
che si sta avviando verso la fine,
a vantarci similmente nella Croce,
insegnaci questa ricchezza nella povertà
e questo donare nell’abbondanza. 

Ascolta la voce di Giovanni Paolo II

1982. 12 marzo. Così Giovanni Paolo II ad Assisi, santa Messa nella Basilica di san Francesco. Le voci dei papi. San Francesco e i papi della modernità.

Ascolta la puntata integrale del Le voci dei papi dedicata a Francesco d’Assisi, in onda domenica 4 ottobre 2020.

Ascolta la puntata integrale

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04 ottobre 2020, 08:00