Basilica di Nizza blindata e transennata dopo l'attentato Basilica di Nizza blindata e transennata dopo l'attentato 

Nizza, il Papa prega per le vittime: torniamo a guardarci come fratelli

Francesco condanna "nel modo più energico" l'agguato terroristico avvenuto nella basilica Notre-Dame della città francese, costato la vita a tre persone, In un messaggio a firma del cardinale Parolin, il Papa si unisce alle famiglie degli uccisi e invita all'unità il Paese. In precedenza la Sala stampa vaticana aveva riferito l'invito al popolo francese perché reagisca "al male con il bene”. Parole di dolore e vicinanza da tutta la Chiesa di Francia

Gabriella Ceraso e Alessandro De Carolis - Città del Vaticano

Il dolore del Papa per l'attentato terroristico di matrice islamista a Nizza, arriva in due riprese a distanza di pochi minuti  L'ultima in ordine di tempo nel primo pomeriggio giunge tramite il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, che in un messaggio al vescovo di Nizza, André Marceau, esprime la condanna "nel modo più energico" da parte di Francesco di "tali violenti atti di terrore", assicurando "la sua vicinanza alla comunità cattolica di Francia e a tutto il popolo francese che chiama all'unità".

"Cessi la violenza"

Poco prima, rispondendo ai giornalisti, il direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni, aveva parlato di "momento di dolore, in un tempo di confusione", ribadendo che "il terrorismo e la violenza non possono mai essere accettati", ancor più quando la crudeltà semina "morte in un luogo di amore e di consolazione, come la casa del Signore". Bruni aveva riferito l'auspicio di Francesco "perché la violenza cessi, perché si torni a guardarsi come fratelli e sorelle e non come nemici". E perché, come scritto anche in un tweet sull'account Pontifex, "l’amato popolo francese" possa "reagire al male con il bene".

L'ex rettore: "I folli se la prendono con qualsiasi cosa"

Immediate, insieme a quella del Papa, le reazioni della Chiesa di Francia e di chi l'attentato lo ha vissuto sulla propria pelle. A Vatican News a caldo, al microfono di Olivier Bonnel, in mattinata parla l’ex rettore della basilica dove si è consumata a tragedia. Padre Jean-Louis Giordan, addolorato e incredulo, si sofferma in particolare sulla morte di Vincent, il sagrestano da lui stesso chiamato a questo servizio anni prima.

Ascolta la dichiarazione di padre Giordan

R. – Sono venuto a conoscenza che ad essere decapitato è stato il mio sagrestano - il sagrestano! – e che altre persone sono state ferite. Sono stato nella parrocchia per 16 anni, sono cresciuto in questo quartiere, è la mia chiesa. Non so per quale motivo abbiano preso di mira la basilica di Notre Dame di Nizza, siamo piuttosto una città pacifica. Ma i folli se la prendono con qualsiasi cosa. E penso che non sia finita qui. Ci saranno altri problemi se non reagiamo. Sono molto addolorato per ciò che è accaduto, perché sono io dieci anni fa ad avere fatto entrare qui Vincent come sagrestano. E poi, morire così… è spaventoso.

Dobbiamo continuare a pregare e testimoniare

La tristezza ma anche la determinazione a reagire come cristiani a quanto accaduto, quindi con la legge dell'amore scambievole, segna anche la prima reazione di don Vincent Bottin della parrocchia della Santa Famiglia a Nizza, vicina al luogo dell'attentato, nell'intervista di Marina Tomarro:

Ascolta l'intervista a padre Vincent Bottin

R. - Prima di tutto i sentimenti che provo sono la tristezza per le vittime e per questo conflitto con i terroristi che noi non vogliamo. Tutti i parrocchiani ora dicono che è già difficile vivere con la pandemia e ora c'è anche la paura di pregare in chiesa per quello che può succedere. E questo è veramente una grande tristezza.

Come reagire a questa ondata di violenza?

R.- Come sempre la Chiesa ha fatto: rimanere aperti a tutti. Noi abbiamo una missione di preghiera nelle nostre chiese e dobbiamo lasciarle aperte, pregare e continuare a vivere e ad annunciare la Buona notizia del Vangelo. Solo questo possiamo fare, tutto il resto non è in linea con il messaggio di Cristo.

Come sacerdote quale testimonianza di speranza si sente di dare in questo momento?

R. - Quella di non avere paura: questo è un momento della storia umana per noi che siamo in Francia, ma non è la fine del mondo. Per noi la conversione si fa nel cuore, dunque dobbiamo essere sicuri di non reagire contro le persone ma dimostrare la nostra fede nel Cristo e nel cammino verso il Paradiso. Dobbiamo essere dunque attenti a non fare del male a nostra volta.

La preghiera e la vicinanza dei vescovi di Francia


"È con la più grande tristezza che ho appreso del dramma che colpisce la comunità cristiana e ancora una volta la città di Nizza". Sono parole del presidente della Conferenza episcopale francese, l'arcivescovo Éric de Moulins-Beaufort di Reims. L'arcivescovo ricorda che è accaduto a pochi giorni dal feroce omicidio del professor Samuel Paty ed esprime sgomento che "non può che essere forte dopo questa nuova dolorosissima tragedia. "La mia tristezza è infinita - dice - di fronte a ciò che di disumano possono fare altri esseri umani". Sottolinea che tutte le chiese di Nizza sono poste sotto la protezione della polizia. Assicura: "Tutte le mie preghiere vanno alle vittime, ai loro cari, alle forze dell'ordine in prima linea in questa tragedia, ai sacerdoti e ai fedeli feriti nella loro fede e speranza". Poi aggiunge: "Che lo spirito di perdono di Cristo prevalga di fronte a questi atti barbari".

Inoltre, nel comunicato dei vescovi francesi pubblicato sul sito della diocesi si legge: "Queste persone sono state aggredite e uccise perche' si trovavano nella basilica: rappresentavano un simbolo da distruggere. Questi omicidi ci ricordano il martirio di padre Jacques Hamel. Attraverso questi atti orribili, è il nostro intero Paese ad essere colpito. Questo terrorismo mira a instillare un clima di ansia nella nostra società". Dunque, l'appello: "E' urgente che questo cancro venga fermato così come è urgente ritrovare la fraternità, indispensabile per tenerci tutti in piedi di fronte a queste minacce. Nonostante il dolore che ci attanaglia, i cattolici si rifiutano di cedere alla paura e, con l'intera nazione, vogliono affrontare questa minaccia infida e cieca". I vescovi invitano dove possibile a suonare le campane a morto in tutte le chiese di Francia oggi alle 15.

 

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29 ottobre 2020, 16:02