Il Papa: paghiamo le tasse e siamo testimoni del Vangelo
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Il “trabocchetto” che fanno gli avversari di Gesù ponendogli “una domanda insidiosa” per screditarlo – “E’ lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?” – è il centro della riflessione di Papa Francesco all’Angelus. Proprio partendo dalla risposta di Gesù – “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” – il Pontefice distingue i piani, richiamando ai doveri di ognuno quelli di essere buoni cittadini e buoni cristiani. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)
Pagare le tasse è un dovere dei cittadini, come anche l’osservanza delle leggi giuste dello Stato. Al tempo stesso, è necessario affermare il primato di Dio nella vita umana e nella storia, rispettando il diritto di Dio su ciò che gli appartiene. Da qui deriva la missione della Chiesa e dei cristiani: parlare di Dio e testimoniarlo agli uomini e alle donne del proprio tempo.
Essere immagine di Dio
Francesco ricorda che la domanda scomoda nasceva dal considerare offensiva l’immagine dell’imperatore romano impressa sulle monete, “era un’ingiuria al Dio d’Israele”. Gesù, con la sua risposta, si pone al di sopra delle polemiche:
Da una parte, riconosce che il tributo a Cesare va pagato – e anche a tutti noi: le tasse vanno pagate -, perché l’immagine sulla moneta è la sua; ma soprattutto ricorda che ogni persona porta in sé un’altra immagine – la portiamo nel cuore, nell’anima -, quella di Dio, e pertanto è a Lui, e a Lui solo, che ognuno è debitore della propria esistenza, della propria vita.
Edificare la civiltà dell’amore
Proprio da questa distinzione diventa chiara la missione dei cristiani, “essere presenza viva nella società, animandola con il Vangelo e con la linfa vitale dello Spirito Santo”.
Si tratta di impegnarsi con umiltà, e al tempo stesso con coraggio, portando il proprio contributo all’edificazione della civiltà dell’amore, dove regnano la giustizia e la fraternità.
Quindi la preghiera a Maria perché si rifugga qualsiasi ipocrisia per “essere cittadini onesti e costruttivi” e “discepoli di Cristo nella missione di testimoniare che Dio è il centro e il senso della vita”.
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