Pandemia, il Papa: nello sgomento Dio ci abbraccia con amore infinito
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
Elevare le preghiere al Crocifisso per implorare la sua misericordia e la fine della pandemia che affligge il Perù. Con questa intenzione Papa Francesco invia un messaggio fraterno ai vescovi del Paese sud americano e al suo popolo, nel primo sabato di ottobre, giorno della tradizionale processione con l'immagine del "Signore dei Miracoli" a cui il mese è dedicato, con una speciale venerazione.
"Gesù crocifisso, fisso e immobile sulla croce, non per la forza dei chiodi, ma per il suo infinito amore, è la più bella prova - scrive il Papa - dell'amore di Dio per l'amato popolo peruviano". In Lui "l'Emmanuele", il "Dio-con-noi che, in silenzio, va incontro al suo popolo per dargli vita e conforto", in un abbraccio di misericordia e perdono.
La pandemia non impedisce a Dio di starci vicino
Purtroppo - fa notare il Papa - la pandemia ha impedito quest'anno lo svolgimento, per le strade di Lima, della tradizionale processione con cui da 332 anni il popolo e i Pastori, accompagnano il Crocifisso, "con devozione e speranza". Ma questo - scrive Francesco - "non impedisce al Signore di compiere il miracolo di raggiungere le migliaia di cuori ben disposti che, con fede semplice, riconoscono che Dio fatto uomo continua a camminare con i suoi fratelli lungo il doloroso cammino di ogni epoca, e continua a condividere l'incertezza e la sofferenza di tutti, specialmente dei più poveri, degli esclusi e degli scartati".
Pandemia, fonte di sofferenze e ingiustizie
Quindi il pensiero commosso del Papa va alla realtà drammatica creata dalla pandemia che in Perù finora ha causato oltre 32mila vittime, e alle tante "dure prove" che fratelli e sorelle stanno affrontando a causa del virus che, scrive il Papa, "colpisce non solo la loro salute ma anche la loro vita, aumentando le ingiustizie, le sofferenze, le incomprensioni che si ripercuotono sulla dignità umana,senza distinzione di appartenenza religiosa".
Nello sgomento il Signore non ci abbandona
Nel ribadire la sua preghiera e la sua vicinanza a tutto il Paese, il Papa chiude il suo messaggio con un incoraggiamento, di fronte allo sgomento e al sentimento di impotenza" che non fa distinzione ma interessa tutti. Al popolo peruviano Francesco ripete di "guardare ancora una volta al Signore" che non ci abbandona, ma "ci chiama e ci abbraccia con un amore infinito che ci guarisce, ci conforta e ci salva".
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