Il Papa ringrazia le donne argentine impegnate contro l'aborto
Isabella Piro – Città del Vaticano
Con una lettera autografa, datata 22 novembre, Papa Francesco ribadisce l’importanza della tutela della vita contro i tentativi di legalizzare, in Argentina, la pratica dell’aborto. La missiva del Pontefice, indirizzata alla deputata Victoria Morales Gorleri, risponde alla lettera inviata al Papa dalle “mujeres de las villas”, una rete di donne che, dal 2018, si batte per la tutela dei nascituri soprattutto nei quartieri popolari di Buenos Aires. In particolare, le firmatarie della missiva chiedevano il sostegno di Francesco nel loro impegno contro la legalizzazione dell’interruzione volontaria di gravidanza, attualmente molto dibattuta nel Paese. Nella sua risposta, il Pontefice “ringrazia di cuore” le “mujeres de las villas”, esprimendo ammirazione “per il loro operato e la loro testimonianza” ed incoraggiandole ad “andare avanti”.
L’aborto non è una soluzione
“Il Paese è orgoglioso di avere donne così”, continua Francesco, sottolineando che “il problema dell’aborto non è una questione principalmente di religione, bensì di etica umana, prim’ancora che di qualsiasi confessione religiosa”. Per questo, il Papa ribadisce che “è bene porsi due domande: per risolvere un problema, è giusto eliminare una vita umana? Ed è giusto assumere un killer?”. La lettera del Papa si conclude con la benedizione per le donne e la richiesta di “non dimenticare di pregare” per lui. Dal canto loro, le donne “de las villas”, nella loro missiva, esprimono al Papa le loro rimostranze, soprattutto perché il progetto di legge sull’aborto è stato presentato da più parti come una soluzione facile per le adolescenti che vivono in periferia e che si trovano davanti a gravidanze inattese.
Povertà e il diritto ad avere figli
“Siamo sopraffatte dal freddo terrore – scrivono le donne – se pensiamo che questa proposta di legge mira a coltivare l’idea che l’aborto è una possibilità in più nella gamma dei metodi contraccettivi e che i suoi principali destinatari sono le ragazze povere”. “La nostra voce, come quella dei bambini non nati, non si sente mai – ribadiscono le donne – I legislatori e la stampa non vogliono ascoltarci e se nelle ‘villas’ non avessimo sacerdoti che alzano la voce per noi, saremmo ancora più sole”. “Le nostre figlie adolescenti – affermano ancora – stanno crescendo con l’idea che non hanno il diritto di avere figli perché sono povere”. Di qui, l’appello conclusivo al Pontefice per ricevere il suo sostegno.
Sabato la Marcia delle scarpette
Da ricordare che sabato prossimo, 28 novembre, in Argentina sono attese diverse manifestazioni di protesta contro il progetto di legge sull’aborto. Una tra tutte, la “Marcia delle scarpette” che vedrà i partecipanti riunirsi a Buenos Aires, davanti alla sede del Congresso nazionale, per recitare il Rosario e porre la vita dei nascituri sotto la protezione della Vergine Maria. Le manifestazioni di protesta hanno ricevuto il sostegno dei vescovi locali che in diverse occasioni hanno ribadito l’importanza di tutelare la vita sin dal concepimento. Il 20 novembre, inoltre, la Commissione episcopale per la vita, i laici e la famiglia (Cevilaf), in una nota, ha deplorato il Ddl attualmente in discussione, ribadendo che "per la prima volta, in Argentina e in democrazia, potrebbe essere varata una legge che include la morte di una persona per salvarne un'altra". “Solo salvando entrambe le vite – hanno ribadito i presuli – ci possiamo salvare tutti”. Infine, la Cevilaf ha esortato i fedeli ad aderire alle manifestazioni di sabato prossimo, in quanto si tratta di “espressioni pubbliche a favore del diritto umano alla vita che ogni persona ha e che è garantito dalla Costituzione".
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