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Don Mario Ciceri  Don Mario Ciceri  

Sarà beato don Mario Ciceri consolatore di malati e perseguitati

Il Papa ha autorizzato anche i decreti relativi a 127 martiri della guerra civile spagnola e 6 nuovi Venerabili Servi di Dio da Italia e Spagna

Gabriella Ceraso - Città del Vaticano

Papa Francesco ha ricevuto ieri monsignor Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, autorizzando il Dicastero a promulgare i decreti relativi a 128 nuovi prossimi beati e a 6 nuovi Venerabili Servi di Dio con il riconoscimento delle loro virtù eroiche.

Tra i nuovi beati figura l'italiano Mario Ciceri, sacerdote diocesano, nato l’8 settembre 1900 a Veduggio in provincia di Milano. Nominato coadiutore nella parrocchia di Sant’Antonino Martire a Brentana di Sulbiate, vi rimase per tutta la vita, dedicandosi, in particolare, ai giovani, alla gestione dell’Oratorio fondando una  “Schola cantorum” e dando impulso all’Azione Cattolica oltre a dedicarsi lui stesso alla cura della struttura.

Scriveva uno dei suoi giovani:"Quello che meraviglia è dove trovi il tempo per attendere a tutte queste cose senza trascurare minimamente il suo ministero", "dove siete sicuri di non trovarlo è a casa sua, che veramente non è casa sua, ma quella dei giovani". Un’altra sensibilità particolare di don Mario fu la cura dei malati che seguiva con assiduità, specie quelli più poveri. In paese divennero quasi leggendari i racconti dei suoi mille servizi resi per amore verso di loro. Anche durante la Seconda Guerra Mondiale realizzò molte opere di carità a favore di bisognosi, dei giovani partiti per il fronte, degli ebrei e dei ricercati dai militari nazi-fascisti, fino a rischiare la vita per proteggere chi scappava dai campi di concentramento. 

Morì nel pieno della sua attività pastorale il 4 aprile del 1945 in seguito ad un incidente mentre andava in bicicletta. Il decreto sull’eroicità delle virtù è stato promulgato il primo dicembre 2016.

Il miracolo e l'intercessione del nuovo beato

Il miracolo, attribuito all'intercessione di don Mario riguarda la guarigione della piccola Raffaella Di Grigoli, ricoverata all’Ospedale “Valduce” di Como perché affetta da “dolicosigma”, un'anomalia del colon caratterizzata da un abnorme allungamento. L’evento risale al 1975 e la donna guarita è poi diventata mamma nel 2005 di una bambina perfettamente sana. L’iniziativa di ricorrere all’invocazione del Venerabile Servo di Dio fu presa dalla zia materna, la quale organizzò una novena e informò delle condizioni della nipotina anche la sorella di Don Ciceri, che consegnò alla famiglia di Raffaella un foulard a lui appartenuto. La mamma di Raffaella portò il foulard in ospedale e lo pose più volte come reliquia sul corpo della figlia. Alle invocazioni al Venerabile Servo di Dio si aggiunsero i parenti. È dimostrato il nesso causale tra l’invocazione e la guarigione della piccola Raffaella.

I Beati spagnoli uccisi in odio alla fede durante la Guerra civile

I nuovi beati spagnoli - 127 - sacerdoti, religiosi e laici, sono invece martiri uccisi in odio alla fede in Spagna tra il 1936 e il 1939. Tra loro Juan Elìas Medina - Giovanni Elia Medina - sacerdote diocesano nato a Castro del Río il 16 dicembre 1902 e ordinato a 23 anni. Nominato parroco nella sua città natale, venne incarcerato il 22 luglio 1936 e nei giorni della prigionia portò conforto e assistenza spirituale ai suoi compagni. Al mattino del 25 settembre 1936 con altri 14 compagni fu ucciso alle porte del cimitero, confessando la fede con l’espressione "Viva Cristo Rey" e perdonando i suoi uccisori. L'esecuzione si inserisce nell'ambito del clima di persecuzione che, durante la guerra civile spagnola, i miliziani repubblicani instaurarono nei confronti di tutti quelli che si professavano membri della Chiesa cattolica, fossero essi consacrati o laici. Con don Medina, 126 furono i martiri i cui eccidi si verificarono in tre vicarie della diocesi di Córdoba. Del gruppo facevano parte 79 sacerdoti, 5 seminaristi, 3 frati francescani, 1 religiosa e 39 fedeli laici, di cui 29 uomini e 10 donne. L’odium fidei fu dunque il motivo prevalente della loro morte: alcuni erano impegnati in attività ecclesiastiche o erano membri di associazioni come l’Azione Cattolica o l’Adorazione Notturna del Santissimo Sacramento. Ma la ferocia non colpì solo le persone, si riversò in quegli anni, anche su oggetti sacri e luoghi di culto. 

I Venerabili Servi di Dio da Italia, Francia e Spagna

Con il riconoscimento delle virtù eroiche la Chiesa ha anche 6 nuovi Venerabili Servi di Dio di cui 4 italiani, un francese e uno spagnolo. Si tratta di Fortunato Maria Farina, arcivescovo titolare di Adrianopoli di Onoriade, già vescovo di Troia e di Foggia, nato l’8 marzo 1881 a Baronissi e morto a Foggia il 20 febbraio 1954; Maria Francesca Ticchi al secolo Clementina Adelaide Cesira, monaca professa delle Clarisse Cappuccine; nata il 23 aprile 1887 a Belforte all’Isauro e morta a Mercatello sul Metauro il 20 giugno 1922; Maria Carola Cecchin, al secolo Fiorina, religiosa professa della Congregazione delle Suore di San Giuseppe Benedetto Cottolengo; nata il 3 aprile 1877 a Cittadella e morta sul piroscafo mentre rientrava dal Kenya all’Italia il 13 novembre 1925; e infine Maria Francesca Giannetto, al secolo Carmela, religiosa professa della Congregazione delle Figlie di Maria Immacolata, nata il 30 aprile 1902 a Camaro Superiore e ivi morta il 16 febbraio 1930.

Originario di Sargentes de Lora in Spagna il nuovo Venerabile Servo di Dio Andrea Manjón y Manjón, sacerdote, fondatore delle Scuole dell’Ave Maria, nato il 30 novembre 1846 e morto a Granada il 10 luglio 1923. Francese di origini invece il Venerabile Servo di Dio Alfonso Ugolini, sacerdote diocesano, nato il 22 agosto 1908 a Thionville e morto a Sassuolo in Italia il 25 ottobre 1999.

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24 novembre 2020, 12:20