Francesco: il Covid ci costringe al chiuso, preghiamo per malati e medici
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Purtroppo siamo dovuti tornare a questa udienza in Biblioteca e questo per difenderci dai contagi del Covid, questo ci insegna pure che dobbiamo essere molto attenti alle prescrizioni delle autorità, siano le autorità politiche che le autorità sanitarie per difenderci da questa pandemia. Offriamo al Signore questa distanza tra noi, per il bene di tutti e pensiamo, pensiamo tanto agli ammalati, a coloro che entrano già come scarti, pensiamo ai medici, agli infermieri, le infermiere, ai volontari, a tanta gente che lavora con gli ammalati in questo momento, che rischiano la vita ma lo fanno per amore, la loro vocazione, per amore al prossimo. Preghiamo per loro.
Papa Francesco spiega così, attraverso i mezzi di comunicazione, il motivo del suo ritorno nella Biblioteca del Palazzo Apostolico, e senza la partecipazione dei fedeli in presenza, per le udienze generali del mercoledì, come nei sei mesi tra il 26 febbraio e il 26 agosto. Una decisione presa per contrastare la diffusione della pandemia del Covid-19, anche a seguito della segnalazione di un caso positivo tra un fedele presente in aula Paolo VI all’udienza generale di mercoledì 21 ottobre, per “evitare ogni eventuale futuro rischio per la salute dei partecipanti".
In Europa oltre 11 milioni di casi, in Italia nuovo dpcm
Sono intanto arrivati a oltre 11 milioni i casi di contagio in Europa, dove nelle ultime ore diversi Paesi hanno imposto nuove restrizioni, dal coprifuoco, allo stato di emergenza, alla serrata totale di negozi e ristoranti. In Italia, da domani, entrerà in vigore il nuovo dpcm con le misure anti coronavirus, con chiusure differenziate, a seconda delle regioni, divise in rosse, arancioni e verdi, in base all’indice di contagiosità (Rt), e coprifuoco nazionale dalle 22 alle 5.
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