Il Papa agli ambasciatori: lavorare per un mondo più giusto e fraterno
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
Dieci nuovi ambasciatori straordinari e plenipotenziari presso la Santa Sede, in rappresentanza di altrettanti Paesi, sono accolti dal Papa per la presentazione delle Lettere Credenziali. Vengono da Giordania, Kazakhstan, Zambia, Mauritania, Uzbekistan, Madagascar, Estonia, Ruanda, Danimarca e India: uno spaccato del mondo in cui iniziano una nuova missione, in un periodo di "grande sfida per l'intera famiglia umana" .
Non dimentichiamo i poveri
Il quadro che traccia in breve Francesco, nel suo discorso, è quello di un pianeta in crisi che, già prima della pandemia di Covid-19, era caratterizzato da "urgenti necessità umanitarie, dovute a conflitti, violenza e terrorismo in diverse parti del mondo". Le crisi economiche e i cambiamenti climatici stanno generando - ricorda il Papa - "fame e migrazioni di massa" e stanno aumentando "il rischio di disastri naturali, carestie e siccità". A tutto questo la pandemia ha portato come effetto "l'aggravarsi delle disuguaglianze già presenti nelle nostre società; infatti, i poveri e i più vulnerabili dei nostri fratelli e sorelle rischiano di essere trascurati, esclusi e dimenticati". (Ascolta il servizio con la voce del Papa)
Servono dialogo e collaborazione
L'invito dunque, ancora una volta, è a sentirsi uniti, in quanto "sulla stessa barca", chiamati a "remare insieme", bisognosi di confortarci a vicenda:
Oggi, forse più che mai, il nostro mondo sempre più globalizzato richiede urgentemente un dialogo e una collaborazione sinceri e rispettosi, capaci di unirci nell’affrontare le gravi minacce che incombono sul nostro pianeta e ipotecano il futuro delle giovani generazioni.
Il messaggio che il Papa torna a sottolineare è quello contenuto nell'Enciclica Fratelli tutti, il desiderio cioè, in sintesi, che, "riconoscendo la dignità di ogni persona umana, possiamo far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità".
Favorite la cultura dell'incontro
Alla luce di quello che è l'impegno della Santa Sede nel mondo, presenza che si pone a "servizio del bene comune globale richiamando l’attenzione sugli aspetti antropologici, etici e religiosi delle varie questioni che riguardano la vita delle persone, dei popoli e di intere nazioni", il Papa esprime il suo auspicio per i nuovi rappresentanti diplomatici:
Auspico che la vostra attività diplomatica come rappresentanti delle vostre nazioni presso la Santa Sede favorisca la «cultura dell’incontro» (Fratelli tutti, 215), tanto necessaria per superare le differenze e le divisioni che così spesso ostacolano la realizzazione degli alti ideali e degli obiettivi proposti dalla comunità internazionale. Ognuno di noi è invitato, infatti, a operare quotidianamente per la costruzione di un mondo sempre più giusto, fraterno e unito.
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