Il Papa ricorda il martirio delle missionarie in Salvador nel 1980
Alessandro De Carolis – Città del Vaticano
Quella che Francesco rievoca è una pagina di quotidiana brutalità di un periodo tragico. Maura Clarke, Ita Ford, Dorothy Kazel e Jean Donovan – le prime due suore di Marynkoll, la terza orsolina, la quarta una missionaria laica – sono vittime dell’abisso in cui è precipitato il Salvador di fine anni Settanta, quando il regime militare golpista, che ha da poco assassinato monsignor Romero, governa con gli squadroni della morte a spazzare qualsiasi voce anche solo apparentemente ostile. Anche quando, come nel caso delle quattro consacrate, la “colpa” è di essere dalla parte dei senza voce che sopravvivono nella miseria. Quel giorno di 40 anni fa le quattro religiose vengono prelevate all’aeroporto da uomini in uniforme e di lì a poco si compie il loro martirio, come ricordato dal Papa:
Il 2 dicembre del 1980 furono rapite, violentate e assassinate da un gruppo di paramilitari. Prestavano il loro servizio a El Salvador, nel contesto della guerra civile. Con impegno evangelico e correndo grandi rischi portavano cibo e medicinali agli sfollati e aiutavano le famiglie più povere. Queste donne vissero la loro fede con grande generosità. Sono un esempio per tutti a diventare fedeli discepoli missionari.
I corpi di suor Maura Clarke e delle altre compagne vengono ritrovati il giorno dopo buttati in un fosso, in modo simile alle migliaia di persone trucidate in quel terribile periodo di stragi. La vita delle religiose e la loro testimonianza saranno il cuore della Messa che alle 18.30 di oggi il cardinale Michael Czerny, sottosegretario della Sezione migranti e rifugiati del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale, presiederà presso l’Oratorio del Caravita, la cui comunità collabora da tempo con la Commissione Giustizia, pace e integrità del Creato all’interno dell’Unione Superiori generali (Usg) e dell’Unione internazionale delle Superiori generali (Uisg).
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