All'Angelus la preghiera del Papa per il rapimento delle studentesse nigeriane
Marco Guerra – Città del Vaticano
Non sono ancora in salvo e la loro sorte è tutt'altro che chiara. Di certo si sa solo che uomini armati le hanno costrette venerdì scorso a lasciare il dormitorio del collegio femminile dove si trovavano nel villaggio di Jangebe, nello Stato di Zamfara.Non confermato infatti dalle autorità il loro rilascio, la cui notizia era stata fatta circolare dal sito Naija News e dall'emittente Channels television. La realtà è che probabilmente i banditi tengono le giovani nella foresta e soano intenzionati a chiedere un riscatto.
Per loro e per le loro famiglie la preghiera accorata del Papa al termine dell’Angelus . (Ascolta il servizio con la voce del Papa)
Unisco la mia voce a quella dei vescovi della Nigeria per condannare il vile rapimento di 317 ragazze, portate via dalla loro scuola a Jangebe, nel nord-ovest del Paese. Preghiamo per queste ragazze, perché possano presto tornare a casa. Sono vicino alle loro famiglie e a loro stesse. Preghiamo insieme. Preghiamo la Madonna perché le custodisca. Ave o Maria,…
La preoccupazione dei vescovi
Nei giorni scorsi, i vescovi del Paese africano con un comunicato dal titolo “Dobbiamo tirarci indietro dall’orlo del baratro” avevano epresso profondo turbamento "per l'attuale stato di instabilità del Paese”. Secondo i presuli la grave insicurezza, chiaramente evidente nella diffusa perdita di vite umane, per lungo tempo non affrontata, “ha lasciato la triste e pericolosa impressione che coloro che si sono assunti il dovere e l'autorità di proteggere la nazione non siano in grado - o peggio ancora, non vogliano - accettare le responsabilità del loro ufficio”. La Conferenza episcopale aveva anche elencato le criticità che gravano sulla società civile: omicidi, Covid 19, rapimenti, banditismo, rapine a mano armata; ma allo stesso tempo aveva affermato la fiducia nella fattibilità e desiderabilità del “progetto Nigeria, come una nazione prospera sotto Dio”.
Il presidente nigeriano, Muhammadu Buhari, dal canto suo ha condannato come "disumano e del tutto inaccettabile" quello che e' solo l'ultimo di una lunga serie di rapimenti di studenti avvenuti nel Paese africano per mano di gang armate. Solo lo scorso 17 febbraio a Kagara, nello Stato del Niger, sempre nel Nord Ovest della Nigeria, erano state rapite 47 persone, tra cui 27 studenti, liberati sabato scorso. "Il governo non soccombera' ai ricatti di coloro che prendono di mira innocenti studenti con la speranza di ottenere in cambio enormi riscatti", ha dichiarato Buhari, "nostro obiettivo primario e' recuperare gli ostaggi salvi, vivi e incolumi". Sebbene il governo stia utilizzando ogni mezzo nelle ricerche, le autorita' temono che durante un eventuale blitz le studentesse possano essere utilizzate come scudi umani. Immediata la reazione della comunità internazionale con Unione Europea, Nazioni Unite e Unicef che subito hanno lanciato appelli per il rilascio delle giovani studentesse. Il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha sottolineato anche che "le scuole devono rimanere uno spazio di sicurezza per imparare senza temere violenze".
Ultimo aggiornamento 01- 03-2021 ore 13.00
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