L'appello del Papa per la tutela della vita e la protezione dei minori migranti
Marina Tomarro - Città del Vaticano
Cura e canali umanitari preferenziali: è quanto chiede il Papa per tutti coloro che sono costretti a migrare in condizioni difficili e insicure, specie i tanti, troppi minori non accompagnati. Sono loro nel cuore di Francesco nelle parole che seguono la recita dell'Angelus, in questa quinta domenica del tempo ordinario.
Lo sguardo del Papa va lungo la rotta balcanica, tra la Serbia e la Croazia, dove da giorni decine di migliaia di persone sono bloccate nel tentativo di passare le frontiere europee, costrette in condizioni disumane in campi improvvisati:
Desidero rivolgere un appello in favore dei minori migranti non accompagnati. Sono tanti! Purtroppo tra coloro che per vari motivi sono costretti a lasciare la propria patria, ci sono sempre decine di bambini e ragazzi soli, senza la famiglia ed esposti a molti pericoli. In questi giorni mi è stata segnalata la drammatica situazione di quelli che si trovato sulla cosiddetta “Rotta balcanica”. Ma ce ne sono in tutte le rotte. Facciamo in modo che a queste creature fragili e indifese non manchino la doverosa cura e i canali umanitari preferenziali.
I migranti dei campi nei Balcani
Sono oltre 9 mila i profughi bloccati in Bosnia e Erzegovina, non solo nel campo di Lipa ma anche in altri centri di raccolta La maggior parte di loro arriva dall’Afghanistan, Pakistan, Bangladesh, Siria, Iraq, Iran. Molti vengono anche dal nord Africa e scelgono questa rotta in quanto ritenuta più sicura di quella mediterranea. Un dramma umanitario di dimensioni enormi. Gli unici che riescono ad arrivare sono la Caritas internazionale e quella italiana e poi la Croce Rossa internazionale che cercano di garantire almeno pasti e primo soccorso. Prima di giungere a questa frontiera queste persone hanno già attraversato paesi come la Bulgaria e la Grecia che li lasciano transitare, perché il loro obiettivo è quello di raggiungere la Germania, o la Francia, l'Austria. Oppure di salire verso il Nord dell’Europa. Nei giorni scorsi, monsignor Franjo Komarica vescovo di Banja Luka, ha lanciato un appello ai politici di “lavorare insieme, con l’aiuto materiale della comunità internazionale, per risolvere questa catastrofe umanitaria in modo positivo ed efficace, il prima possibile”.
La vita, dono da tutelare "dagli attentati"
L'attenzione e la tutela per la vita in ogni sua fase, tornano ancora nella parole che il Papa dedica alla 43° Giornata della Vita, che si celebra oggi in Italia. Voluta dalla Conferenza episcopale sin dal 1978, ha la finalità di promuovere l’accoglienza della vita, in particolare della vita nascente. La celebrazione avviene ogni anno, la prima domenica di febbraio e quest'anno ha come tema “Libertà è vita”:
Mi unisco ai vescovi italiani nel ricordare che la libertà è il grande dono che Dio ci ha dato per ricercare e raggiungere il bene proprio e degli altri, a partire dal bene primario della vita. La nostra società va aiutata a guarire da tutti gli attentati alla vita, perché sia tutelata in ogni sua fase.
L'inverno demografico, un pericolo per il futuro
Prima di salutare i fedeli in Piazza e congedarsi, Francesco esprime un'altra preoccupazione che riguarda ancora l'Italia:
E mi permetto di aggiungere una mia preoccupazione: l’inverno demografico italiano. In Italia le nascite sono calate e il futuro è in pericolo. Prendiamo questa preoccupazione e cerchiamo di fare in modo che questo inverno demografico finisca e fiorisca una nuova primavera di bambini e bambine.
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