Giornata dell'acqua, il Papa: agire senza indugio per non sprecare e inquinare
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
Responsabilità e cura dell'acqua al centro del messaggio che a nome di Francesco firma il segretario di Stato Pietro Parolin nella Giornata che vede nel mondo una mobilitazione per dare la giusta importanza a una fonte di vita indispensabile, così come recita il tema scelto quest'anno, "Valorizzare l'acqua". Eppure, rileva il cardinale - intervenuto con un video al vertice della Fao sull'alimentazione - "questa risorsa non è stata curata con la cura e l'attenzione che merita. Sprecarla, trascurarla o inquinarla è un errore" che si ripete tutt'oggi.
Criticità: acqua insicura, cambiamenti climatici, sfruttamento
Diversi sono i problemi connessi all'acqua, nel ventunesimo secolo, "epoca del progresso e dei progressi tecnologici". Il primo, che genera un debito nei confronti dei Paesi poveri, è l'accesso all'acqua sicura e potabile ancora oggi non alla portata di tutti. L'acqua - ricorda il Papa nella Laudato si' - è "un diritto umano basilare, fondamentale e universale, [...] una condizione per l'esercizio degli altri diritti umani"; un bene al quale tutti gli esseri umani, senza eccezione, hanno il diritto di avere un accesso adeguato, per poter condurre una vita dignitosa. A questo si sommano oggi - fa notare il cardinale Parolin - "gli effetti nocivi del cambiamento climatico, dalle inondazioni alla siccità ai disgeli e all'impoverimento delle acque sotterranee", tutti fenomeni che compromettono la qualità dell'acqua e impediscono una vita serena e fertile. A questo stato di cose, osserva il segretario di Stato, "contribuisce anche la diffusione della cultura dell'usa e getta e la globalizzazione dell'indifferenza, che portano l'uomo a sentirsi autorizzato a depredare e ad esaurire il creato". Per non parlare della pandemia che ha acuito le disuguaglianze sociali ed economiche, "evidenziando i danni causati dall'assenza o dall'inefficienza dei servizi idrici tra i più bisognosi".
Sobrietà e solidarietà siano negli stili di vita e nel linguaggio
Basta dunque alle forme di inquinamento delle risorse idriche, dei mari, dei fiumi. Basta con stili di vita che non puntano al bene comune. Nel messaggio, il cardinale Parolin con lo sguardo al futuro e alla vita delle prossime generazioni, chiede anzitutto l'avvio di un processo educativo che modifichi punti alla ricerca del bene, della verità, della bellezza perchè siano questi i motori delle scelte di consumo, risparmio e di investimento. E con lo stile di vita cambi anche il linguaggio in termini di rispetto, proprio per continuare anche in questo ambito a " valorizzare l'acqua" come richiede il tema di quest'anno. Dunque, indica il segretario di Stato, "invece di parlare del suo consumo, dovremmo riferirci al suo uso sensato, secondo le nostre reali necessità e rispettando quelle degli altri". "Se viviamo con sobrietà e mettiamo la solidarietà al centro dei nostri criteri, useremo l'acqua in modo razionale, senza sprecarla inutilmente, e potremo condividerla con chi ne ha più bisogno. Per esempio, se proteggiamo le zone umide, riduciamo le emissioni di gas serra, permettiamo l'irrigazione dei piccoli proprietari e miglioriamo la resilienza nelle zone rurali, le comunità a basso reddito, che sono le più vulnerabili nell'approvvigionamento idrico, ne beneficerebbero e sarebbero sollevate dalla loro prostrazione e dall'abbandono".
Acqua e alimentazione: un legame stretto e fondamentale
Infine, dare valore alla risorsa preziosa dell'acqua, significa anche riconoscere il legame tra la sua qualità e la sicurezza alimentare, sia in termini di approvigionamento che di igiene e salute. Essa è infatti, si legge nel messaggio, alla base di "tutti gli aspetti dei sistemi alimentari: nella produzione, lavorazione, preparazione, consumo e, in parte, anche nella distribuzione del cibo. L'accesso all'acqua sicura e a servizi igienici adeguati riduce il rischio di contaminazione degli alimenti e la diffusione di malattie infettive".
Agire senza indugi nel dare da bere agli assetati
Il monito quindi è quello di "agire senza indugio" affinché tutti abbiano accesso all'acqua in modo equ: si smetta di sprecarla, mercificarla e contaminarla. Serve - afferma il cardinale Parolin - una collaborazione tra Stati, settore pubblico e privato, così come serve l'apporto di organizzazioni intergovernative, e urge una "copertura legale vincolante e un sostegno sistematico ed efficace" per garantire acqua in qualità e quantità eguale nel mondo. "Ci si affretti dunque a dare da bere agli assetati, a correggere i nostri stili di vita per non sprecare o inquinare, a diventare protagonisti di quella bontà che ha portato San Francesco d'Assisi a descrivere l'acqua come una sorella 'che è molto umile, e preziosa e casta'".
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