Il Papa: Covid, la tutela della vita viene prima dei benefici economici
Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
In un messaggio al XXVII Vertice Iberoamericano, indirizzato al segretario generale, signora Rebeca Grynspan Mayufis, Papa Francesco ripercorre tutte le emergenze causate in particolare nell’area latinoamericana. Del Vertice fanno parte 22 Paesi, più nove osservatori. A tutti il Pontefice ricorda il “contesto particolarmente difficile per i terribili effetti della pandemia di Covid-19 in tutti gli ambiti della vita quotidiana. Enormi sono stati i sacrifici di Paese. Da qui l’invito di Francesco, affinché tutta la comunità internazionale si impegni, unita, con spirito di responsabilità e di fratellanza, nell’affrontare le molte sfide già in corso, e quelle che verranno”.
La pandemia non fa distinzioni
Francesco ricorda i milioni di vittime e di malati. “La pandemia non ha fatto distinzioni e ha colpito persone di ogni cultura, credo, stato sociale ed economico”, scrive il Papa, che esprime anche comprensione per i familiari dei contagiati. “Tutti conosciamo e abbiamo provato la perdita di qualche persona cara che è morta a causa del coronavirus, o che ha subito gli effetti del contagio. Tutti siamo consapevoli di quanto sia duro per le famiglie non poter stare accanto ai propri amici o parenti per offrire loro vicinanza e consolazione in questi momenti. Tutti abbiamo visto l’impatto che stanno avendo su tanti bambini e giovani gli effetti di questa tragica situazione e seguiamo con preoccupazione le conseguenze che può avere per il loro futuro”.
Il ringraziamento del Papa al personale sanitario
Il Pontefice rivolge un pensiero particolare a medici, infermieri, personale sanitario, cappellani e volontari per l’arduo lavoro che, oltre a curare gli ammalati, mette a rischio la vita. “Sono stati il familiare e l’amico che mancava loro”. Francesco poi riconosce “gli sforzi compiuti nella ricerca di un vaccino efficace per il Covid-19 in tempi così brevi”: “L’immunizzazione estensiva – sottolinea – dovrebbe essere considerata come un ‘bene comune universale’”.
Un’equa distribuzione del vaccino
Il Papa auspica si creino sempre più nuove forme di solidarietà In questo ambito, sono particolarmente benaccette le iniziative che cercano di creare nuove forme di solidarietà volte a garantire una distribuzione equa dei vaccini, “non basata su criteri puramente economici, ma tenendo conto dei bisogni di tutti, specialmente dei più vulnerabili e bisognosi”.
La pandemia, occasione per essere migliori
La crisi attuale, afferma ancora, è un’occasione propizia per riconsiderare il rapporto tra la persona e l’economia, affinché aiuti a superare il cortocircuito “della morte che vive in ogni luogo e in ogni tempo”. A tal fine, sottolinea, “dobbiamo unire gli sforzi per creare un nuovo orizzonte di aspettative dove l’obiettivo principale non sia il beneficio economico, ma la tutela della vita umana”. In tal senso, è urgente considerare un modello di ripresa capace di generare soluzioni nuove più inclusive e sostenibili, volte al bene comune universale, realizzando la promessa di Dio per tutti gli uomini.
Rivedere il debito dei Paesi bisognosi
Il Papa guarda poi alle condizioni dei Paesi più vulnerabili. “In particolare considerazione – scrive – va tenuto il bisogno di riformare l’“architettura” internazionale del debito, come parte integrante della nostra risposta comune alla pandemia, poiché la rinegoziazione del peso del debito dei Paesi più bisognosi è un gesto che aiuterà i popoli a svilupparsi, ad avere accesso ai vaccini, alla sanità, all’educazione e all’occupazione. Tale gesto deve essere accompagnato dalla messa in atto di solide politiche economiche e da una buona amministrazione che giunga ai più poveri”. Il Papa esorta infine tutti i Paesi ad una maggiore solidarietà che si manifesti attraverso iniziative che incoraggino lo sviluppo economico e produttivo, “affinché tutti possano uscire dall’attuale situazione con le migliori possibilità di ripresa”. Il messaggio del Papa si conclude con una forte esortazione ai responsabili politici. “Nulla di tutto ciò sarà possibile senza una ferrea volontà politica che abbia il coraggio di decidere di cambiare le cose, specialmente le priorità, affinché non siano i poveri a pagare il prezzo più alto di questi drammi che stanno colpendo la nostra famiglia umana”.
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