Cerca

Francesco: rimanere in Gesù, con Lui possiamo tutto

Al Regina Coeli della quinta Domenica di Pasqua, Francesco sottolinea l’importanza di rimanere nel Signore per testimoniare il Suo amore, in particolare verso i più poveri e sofferenti

Isabella Piro – Città del Vaticano

“Rimanere”: Gesù ripete questo verbo ben sette volte nel Vangelo di oggi (Gv 15, 1-8), in cui si presenta come la vera vite e parla dei tralci uniti a Lui, sorgente della loro esistenza. “Rimanete in me e io in voi”, dice il Signore e il Papa lo ricorda, nella catechesi che precede il Regina Coeli, recitato dalla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico.

Rimanere in Gesù in modo attivo e reciproco

In Piazza San Pietro, i fedeli ascoltano Francesco che sottolinea: il rimanere in Gesù “non è un rimanere passivo, un ‘addormentarsi’ nel Signore, lasciandosi cullare dalla vita”, bensì è “un rimanere attivo e anche reciproco”.

Perché i tralci senza la vite non possono fare nulla, hanno bisogno della linfa per crescere e per dare frutto; ma anche la vite ha bisogno dei tralci, perché i frutti non spuntano sul tronco dell’albero. È un bisogno reciproco, è un rimanere reciproco per dare frutto. Noi rimaniamo in Gesù e Gesù rimane in noi.

Con Lui, possiamo tutto

L’osservanza dei comandamenti o le opere di misericordia – continua il Papa – vengono dopo; prima di tutto è necessario essere uniti al Signore, rimanere in Lui.

Non possiamo essere buoni cristiani se non rimaniamo in Gesù. E invece con Lui possiamo tutto.

“L’audacia” del Signore che ha bisogno di noi

“Anche Gesù, come la vite con i tralci, ha bisogno di noi”, sottolinea Francesco, soffermandosi su un concetto che "sembra audace” e che invece si spiega con il bisogno che il Signore ha della nostra testimonianza, quella della vita cristiana.

È compito dei discepoli, è compito nostro, continuare ad annunciare il Vangelo con la parola e con le opere. E i discepoli, noi discepoli di Gesù, lo fanno testimoniando il suo amore: il frutto da portare è l’amore. Attaccati a Cristo, riceviamo i doni dello Spirito Santo, e così possiamo fare del bene al prossimo, fare del bene alla società, alla Chiesa. Dai frutti si riconosce l’albero. Una vita veramente cristiana dà testimonianza a Cristo.

Portare nel mondo bontà, carità e pace

Lo strumento per portare a termine questo compito, ricorda il Pontefice, è la preghiera, dalla quale dipende “la fecondità della nostra vita”. Pensando, agendo, vedendo il mondo e le cose “con gli occhi di Gesù”, si arriva ad amare il prossimo, soprattutto il più povero e sofferente, portando nel mondo “frutti di bontà, frutti di carità, frutti di pace”. Infine, il Papa invoca l’intercessione della Vergine Maria: Colei che “è rimasta sempre pienamente unita a Gesù e ha portato molto frutto”, possa aiutarci a “testimoniare nel mondo il Signore Risorto”.

Ascolta il servizio con la voce del Papa

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

02 maggio 2021, 12:15

Cos’è il Regina Coeli ?

L’antifona Regina Coeli (o Regina Caeli) è una delle quattro antifone mariane (le altre sono l’Alma Redemptoris Mater,  l’Ave Regina Coelorum e il Salve Regina).

Fu Papa Benedetto XIV, nel 1742, a prescrivere che venisse recitata al posto dell’Angelus e stando in piedi, come segno di vittoria sulla morte, durante il Tempo Pasquale, cioè dalla domenica di Pasqua fino al giorno di Pentecoste.

Viene recitata, come l’Angelus, tre volte al giorno: all’alba, a mezzogiorno e al tramonto, per consacrare la giornata a Dio e a Maria.

Questa antica antifona risalirebbe, secondo una pia tradizione,  al VI o al X secolo, mentre la sua diffusione è documentata dalla prima metà del XIII secolo, quando viene inserita nel Breviario francescano. È composta da quattro brevi versi ciascuno dei quali si conclude con l’Alleluia, ed è la preghiera che i fedeli rivolgono a Maria, Regina del Cielo, per gioire con lei della resurrezione di Cristo.

Papa Francesco, il 6 aprile 2015, proprio durante la recita del Regina Coeli nel giorno successivo alla Pasqua, ha consigliato quale deve essere la disposizione del cuore quando si recita questa preghiera:  

“… ci rivolgiamo a Maria invitandola a rallegrarsi, perché Colui che ha portato in grembo è risorto come aveva promesso, e ci affidiamo alla sua intercessione. In realtà, la nostra gioia è un riflesso della gioia di Maria, perché è Lei che ha custodito e custodisce con fede gli eventi di Gesù. Recitiamo dunque questa preghiera con la commozione dei figli che sono felici perché la loro Madre è felice”.

Ultimi Angelus / Regina Coeli

Leggi Tutto >