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Il Papa: Gesù ci tratta da amici e ci chiede di abitare nel suo amore

Francesco al Regina Caeli sottolinea che Gesù “ci invita a rimanere nel suo amore”. II pensiero del Santo Padre è andato a Gerusalemme, scossa da scontri. e a Kabul. Il Papa ha espresso preoccupazione per la situazione in Colombia. Il Santo Padre ha inoltre ricordato che ad Agrigento è stato beatificato Rosario Angelo Livatino e che in numerosi Paesi si celebra la festa della mamma. E ha salutato le persone affette da fibromialgia

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

Qual è l’amore in cui Gesù ci dice di rimanere per avere la sua gioia? Papa Francesco al Regina Caeli risponde a questa domanda attingendo al Vangelo di oggi nel quale “Gesù, dopo aver paragonato Sé stesso alla vite e noi ai tralci”, spiega quale sia “il frutto che portano coloro che rimangono uniti a Lui”. Questo frutto è l’amore. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

E questo amore del Dio, del Padre, come un fiume scorre nel Figlio Gesù e attraverso di Lui arriva a noi sue creature. Egli dice infatti: «Come il Padre mi ha amato me, anche io ho amato voi» (Gv 15,9). L’amore che Gesù ci dona è lo stesso con il quale il Padre ama Lui: amore puro, incondizionato, amore gratuito. Non si può comprare, è gratuito. Donandolo a noi, Gesù ci tratta da amici – con questo amore -, facendoci conoscere il Padre, e ci coinvolge nella sua stessa missione per la vita del mondo. 

Uscire da sé

E come si fa, chiede poi il Papa, a rimanere in questo amore? La risposta, ricorda il Pontefice, si lega al comandamento che ci ha lasciato Gesù: “Che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi”.

Amare come ama Gesù significa mettersi al servizio, al servizio dei fratelli, così come ha fatto Lui nel lavare i piedi ai discepoli. Significa anche uscire da sé, distaccarsi dalle proprie sicurezze umane, dalle comodità mondane, per aprirsi agli altri, specialmente di chi ha più bisogno. Significa mettersi a disposizione, con ciò che siamo e ciò che abbiamo. Questo vuol dire amare non a parole ma con i fatti.

Donarsi agli altri

Amare come Cristo significa “dire di no ad altri “amori” che il mondo ci propone: amore per il denaro, per il successo, per il potere….

Queste strade ingannevoli di “amore” ci allontanano dall’amore del Signore e ci portano a diventare sempre più egoisti, narcisisti, prepotenti. E la prepotenza conduce a una degenerazione dell’amore, ad abusare degli altri, a far soffrire la persona amata. Penso all’amore malato che si trasforma in violenza – e quante donne sono vittime oggigiorno di violenze. Questo non è amore. Amare come ci ama il Signore vuol dire apprezzare la persona che ci sta accanto, rispettare la sua libertà, amarla così com’è, non come noi vogliamo che sia; come è, gratuitamente. In definitiva, Gesù ci chiede di rimanere nel suo amore, abitare nel suo amore, non nelle nostre idee, non nel culto di noi stessi. Chi abita nel culto di sé stesso, abita nello specchio: sempre a guardarsi. Ci chiede di uscire dalla pretesa di controllare e gestire gli altri. Non controllare, servirli. Aprire il cuore agli altri, questo è amore, e donarci agli altri.

Amati da Dio

Dove conduce, chiede allora il Santo Padre, questo rimanere nell’amore del Signore? Sono le parole di Gesù a indicarci l’orizzonte di questo amore. Ce lo ha detto Gesù: “Perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”. 

E la gioia che il Signore possiede, perché è in totale comunione col Padre, vuole che sia anche in noi in quanto uniti a Lui. La gioia di saperci amati da Dio nonostante le nostre infedeltà ci fa affrontare con fede le prove della vita, ci fa attraversare le crisi per uscirne migliori. È nel vivere questa gioia che consiste il nostro essere veri testimoni, perché la gioia è il segno distintivo del vero cristiano. Il vero cristiano non è triste, sempre ha quella gioia dentro, anche nei momenti brutti.

La Vergine Maria, afferma inoltre Francesco, ci aiuti “a rimanere nell’amore di Gesù e a crescere nell’amore verso tutti, testimoniando la gioia del Signore risorto”.

Auguri a tutte le mamme

Dopo la preghiera mariana, Papa Francesco ha ricordato poi che in questa domenica, in numerosi Paesi, si celebra la festa della mamma. "Salutiamo - ha affermato il Pontefice - tutte le mamme del mondo, anche quelle che non ci sono più. Un applauso alle mamme!". Le parole del Pontefice sono state accolte dalla calorosa risposta delle persone presenti in piazza San Pietro.

Ascolta le parole del Papa sulla festa della mamma

Post regina Caeli

Nel post Regina Caeli, il pensiero di Francesco è andato al Medio Oriente e in particolare a Gerusalemme, scossa da scontri. Il Papa ha pregato anche per le vittime dell’attentato terroristico avvenuto ieri a Kabul ed espresso preoccupazione per la situazione in Colombia. Il Santo Padre ha inoltre ricordato  che ad Agrigento è stato beatificato Rosario Angelo Livatino. E ha salutato le persone affette da fibromialgia.

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09 maggio 2021, 12:33

Cos’è il Regina Coeli ?

L’antifona Regina Coeli (o Regina Caeli) è una delle quattro antifone mariane (le altre sono l’Alma Redemptoris Mater,  l’Ave Regina Coelorum e il Salve Regina).

Fu Papa Benedetto XIV, nel 1742, a prescrivere che venisse recitata al posto dell’Angelus e stando in piedi, come segno di vittoria sulla morte, durante il Tempo Pasquale, cioè dalla domenica di Pasqua fino al giorno di Pentecoste.

Viene recitata, come l’Angelus, tre volte al giorno: all’alba, a mezzogiorno e al tramonto, per consacrare la giornata a Dio e a Maria.

Questa antica antifona risalirebbe, secondo una pia tradizione,  al VI o al X secolo, mentre la sua diffusione è documentata dalla prima metà del XIII secolo, quando viene inserita nel Breviario francescano. È composta da quattro brevi versi ciascuno dei quali si conclude con l’Alleluia, ed è la preghiera che i fedeli rivolgono a Maria, Regina del Cielo, per gioire con lei della resurrezione di Cristo.

Papa Francesco, il 6 aprile 2015, proprio durante la recita del Regina Coeli nel giorno successivo alla Pasqua, ha consigliato quale deve essere la disposizione del cuore quando si recita questa preghiera:  

“… ci rivolgiamo a Maria invitandola a rallegrarsi, perché Colui che ha portato in grembo è risorto come aveva promesso, e ci affidiamo alla sua intercessione. In realtà, la nostra gioia è un riflesso della gioia di Maria, perché è Lei che ha custodito e custodisce con fede gli eventi di Gesù. Recitiamo dunque questa preghiera con la commozione dei figli che sono felici perché la loro Madre è felice”.

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