Concluso il ricovero, Francesco è rientrato in Vaticano
Alessandro De Carolis – Città del Vaticano
Le stanze del “Vaticano numero 3” hanno richiuso stamattina le porte con la stessa “normalità” con cui si erano aperte dieci giorni or sono per accoglierlo. Il Papa ha terminato il periodo di degenza dopo l’intervento al colon e ha fatto ritorno nella sua residenza in Vaticano poco prima delle 12. Lo ha confermato il direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni, riferendo ai giornalisti che dopo essere stato dimesso poco oltre le 10.30 di oggi, Francesco prima di rientrare a Casa Santa Marta è passato, come d’abitudine dopo i suoi viaggi, dalla Basilica di Santa Maria Maggiore per pregare davanti all'icona della Vergine Salus Populi Romani e “ringraziare per il buon esito del suo intervento chirurgico”, rivolgendo alla Madonna “una preghiera per tutti i malati, in particolare quelli incontrati durante i giorni della sua degenza”.
Il ricovero e l'intervento
La parentesi ospedaliera, seguita con grande risalto mediatico nei suoi momenti finali, era cominciata in sordina dopo l’Angelus del 4 luglio, che Francesco aveva normalmente recitato a mezzogiorno. Nel primo pomeriggio dal direttore della Sala stampa arriva la notizia che in un attimo regala la breaking news alla sonnolenta informazione estiva: il Pontefice ha lasciato Casa Santa Marta e si è diretto al Policlinico Gemelli per un “intervento chirurgico programmato”. E si arriva quasi a mezzanotte per sapere dal primo bollettino medico che Francesco “ha reagito bene” all’operazione dovuta a una “stenosi diverticolare del sigma”.
L'affetto del mondo
Inizia così una settimana in cui gli occhi del mondo si spostano da Piazza San Pietro al decimo piano del Gemelli. Fioccano da subito gli auguri, dall’alto delle istituzioni e dal basso, letteralmente, delle folle piccole e meno piccole che iniziano a radunarsi all’esterno del Policlinico, lo sguardo all’insù per curiosità o più semplicemente per accompagnare una preghiera là dove si sa che Francesco è convalescente. Tra i primi ad auspicare una pronta guarigione sono il Patriarca Bartolomeo I e l’imam di al-Azhar Al Tayyeb. Ma da ogni latitudine, sull’onda dei social specialmente, arrivano messaggi carichi di affetto. Tra quelli più graditi ci sono i bigliettini dei bambini ricoverati in Oncologia pediatrica, reparto posto di fronte alle stanze del Papa, il quale nel pomeriggio di ieri va a visitarli e a benedirli assieme alle loro famiglie e al personale ospedaliero.
Vicino agli ammalati
I giorni del ricovero sono scanditi dai quotidiani bollettini di mezzogiorno, fin da subito rassicuranti, con il Papa che viene descritto vigile e in buone condizioni già dopo l’intervento e poi in costante ripresa fino al completamento del decorso post-operatorio di lunedì scorso, quando si apprende che alla prevista settimana di degenza si è voluto aggiungere qualche altro giorno necessario per completare la terapia medica. Così, scemando la preoccupazione per lo stato di salute, la presenza di Francesco al Gemelli si trasforma via via in una nuova occasione per manifestare prossimità verso gli ammalati.
Il clou è domenica scorsa, con l’Angelus recitato dal balcone al decimo piano e la folla sotto, felice di rivedere il Papa in buona salute e di ascoltare fra gli altri il suo appello per “un buon servizio sanitario, accessibile a tutti”. Nessuno, dai bambini ammalati agli anziani “sia lasciato solo” ma ognuno, dice, “possa ricevere l’unzione dell’ascolto, della vicinanza, della tenerezza e della cura”.
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