Cerca

Lorenzo Fazzini, nuovo responsabile editoriale della Libreria Editrice vaticana Lorenzo Fazzini, nuovo responsabile editoriale della Libreria Editrice vaticana

Lorenzo Fazzini è il nuovo responsabile editoriale della LEV

Laico e padre di famiglia Fazzini è stato nominato dal Papa Capo Ufficio nel Dicastero per la Comunicazione, con funzione di Responsabile Editoriale della Libreria Editrice Vaticana. Per i suoi lavori giornalistici ed editoriali ha ottenuto diversi premi. Dal 2012 ad oggi ha diretto l'Editrice missionaria italiana. La sua prima reazione alla nomina è di gratitudine per il lavoro di squadra che lo attende

Emanuela Campanile e Antonella Palermo - Città del Vaticano 

Lombardo, classe 1978, Lorenzo Fazzini ha un curriculum da giornalista professionista, traduttore e scrittore. Papa Francesco lo ha chiamato alla guida della Libreria editrice vaticana, la LEV. Un'esperienza non nuova per  Fazzini, che dal 2012 ad oggi ha diretto l'Editrice missionaria italiana, casa editrice degli istituti missionari italiani. Sotto la sua direzione è diventata una media company in grado di produrre, oltre a libri, anche eventi autoriali, consulenze editoriali, mostre catechetiche, spettacoli teatrali, webinar formativi, laboratori educativi per insegnanti, corsi di aggiornamento: complessivamente, 250 eventi all’anno. Ha curato la collana di 20 volumi Le parole di Papa Francesco pubblicata dal Corriere della Sera e l’antologia di Papa Francesco La via di Gesù (Solferino).

Sposato e padre di 4 figli, Fazzini da diversi anni collabora con il quotidiano Avvenire e L’Osservatore Romano. É editorialista del Corriere del Veneto – Corriere del Trentino – Corriere di Bologna, edizioni locali del Corriere della Sera. Fa parte del Comitato editoriale del Salone Internazionale del Libro di Torino come consulente per il settore religioso. Autore e consulente anche di trasmissioni televisive, tra gli altri, in collaborazione con il regista Pupi Avati.

Fazzini è inoltre autore di 8 libri, alcuni dei quali tradotti all’estero: Nuovi cristiani d’Europa. Dieci storie di conversione tra fede e ragione (Lindau); Dialoghi nel cortile dei gentili. Dove laici e cattolici si incontrano (Emp); Nella terra di Dio. Vincent Nagle, missionario in Terra Santa (Lindau); Un’anima per l’Europa. Colloqui su Dio, ateismo e dintorni (Paoline); Un Vangelo per l’Africa. Cesare Mazzolari, vescovo di una Chiesa crocifissa (Lindau); Ho imparato dagli ultimi. La mia vita, le mie speranze, con Luis Antonio cardinal Tagle (Emi); Odierai il prossimo tuo come te stesso. Perché abbiamo dimenticato la fraternità. Riflessioni sulle paure del tempo presente, con Matteo Maria cardinal Zuppi (Piemme), Dio in quarantena. Una teologia del coronavirus (Emi).

Per i suoi lavori giornalistici ed editoriali ha ottenuto il Premio giornalistico Ucsi Natale – Targa Athesis under 30, il Premio giornalistico Giorgio Fallani e il Premio Capri San Michele.

Creatività e apertura al mondo nel servizio alla Santa Sede

Alla luce del nuovo incarico, nell'intervista di Antonella Palermo, Lorenzo Fazzini esprime i suoi sentimenti e mette sul tavolo le sfide e la creatività con la quale intende portarle avanti:   

Ascolta l'intervista a Lorenzo Fazzini

Come ha accolto questa nomina, tenendo conto che sarà un lavoro di collaborazione con i vari settori del Dicastero per la Comunicazione vaticana?

Anzitutto con un profondo senso di gratitudine nei riguardi del Santo Padre che ha avuto la fiducia in un giovane lavoratore dell’editoria. Naturalmente, mi metto sul solco tracciato già da fra Giulio Cesareo, che è stato il responsabile fino a qualche settimana fa e che ha implementato questo lavoro di sinergia all’interno della grande riforma dei media vaticani che Papa Francesco, insieme ai suoi collaboratori, ha attuato. Per cui sicuramente sarà un lavoro di squadra, un lavoro di sinergia tra i vari soggetti che compongono il mondo dei media vaticani, perché davvero c’è una ricchezza di pluralità e il contenuto è sempre il medesimo – l’annuncio del Vangelo – in una pluralità di forme in cui il libro e la parte editoriale possono essere un tassello in un ambito più grande. In questo, vengo da una storia piccola ma significativa: quella di aver lavorato in una casa editrice di 15 istituti missionari e quindi il fatto di mettere insieme anime diverse per un unico obiettivo è sempre stato qualcosa in cui ho sempre creduto perché è davvero un valore aggiunto: uno più uno non fa due, ma fa tre.

Un laico, un padre di famiglia alla guida della Libreria Editrice Vaticana: che significato ha per te e in generale come pensi possa essere accolto?

 Ma … è una mia “seconda volta”, perché anche alla direzione di Editrice Missionaria Italiana giungevo dopo 40 anni di guida religiosa: eccetto una brevissima parentesi congiunturale, ero il primo laico direttore. Forse si iscrive – penso – anche dentro questo desiderio di apertura maggiore che Papa Francesco continuamente chiede di operare nella Chiesa, di essere una Chiesa in uscita, una Chiesa in dialogo con il mondo contemporaneo. Forse un laico, una persona che – come dire – vive nel mondo, si rapporta tutti i giorni con la vita quotidiana, normale – io ho una moglie medico per cui le discussioni, la sera, sono spesso e volentieri quelle della fragilità e della sofferenza delle persone, delle sfide, della quotidianità dell’esistenza, anche del mondo ferito che tocchiamo e che tocca lei ogni giorno, possono essere un valore aggiunto.

Come speri di mettere a frutto l’esperienza maturata nella Casa editrice missionaria che hai diretto finora, in questo nuovo incarico?

Vengo da anni di direzione di una piccola casa editrice – Editrice Missionaria Italiana – che mi hanno portato ad allargare gli orizzonti al mondo intero, al mondo delle missioni, al mondo delle giovani Chiese e naturalmente al confronto con la modernità, al confronto con la cultura di oggi che non è impermeabile al messaggio evangelico: lo vediamo quotidianamente con la forza profetica della parola del Santo Padre che viene considerato una delle grandi voci da ascoltare oggi, nel mondo, indifferentemente da credenti e non credenti.

 Il mercato editoriale non è immune dalla crisi che attraversa un po’ tutti i settori e i consumi culturali. Quale creatività cercherai di mettere in campo?

 Mi ha sempre guidato una frase di un romanzo di uno scrittore a cui ho dedicato la tesi di laurea, Chaim Potok, uno scrittore ebreo americano, il quale fa dire, a un certo punto, a un suo personaggio nel libro “In principio” (In the Beginning, 1975): “Voglio sapere se il punto di vista religioso ha un significato, oggi”. Ecco, secondo me il lavoro di un editore cattolico, di un editore religioso – come in questo caso la Lev – è quello di portare nell’arena pubblica, nel dibattito pubblico, nell’agorà il punto di vista religioso e di portarlo con la convinzione che il suo punto di vista abbia qualcosa da dire al mondo e quindi senza complessi di colpa o sensi di inferiorità né tantomeno ibris né tantomeno l’arroganza di pensare di avere la verità in tasca. Semplicemente dentro il dialogo, dentro la ricerca comune della verità: come diceva Pierre Claverie, “la verità la si cerca insieme, non la si possiede”. Ecco, dentro questa logica della ricerca comune della verità anche il lavoro di un editore religioso può portare un contributo positivo. E dalla mia piccola, ma non insignificante esperienza posso dire che anche commercialmente, anche da un punto di vista delle risposte dei clienti, dei lettori, questa prospettiva viene apprezzata perché si mostra come culturalmente il punto di vista religioso abbia un significato, oggi.

Ultimo aggiornamento 23.08 ore 14.15

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

23 agosto 2021, 12:05