Le 365 udienze generali di Francesco: la gioia di incontrare Gesù
Sergio Centofanti
Mercoledì 4 agosto riprendono in Aula Paolo VI le udienze generali del Papa, dopo la pausa di luglio. In quasi 8 anni e mezzo di Pontificato, Francesco ha tenuto 365 udienze, come si rileva dal sito ufficiale vatican.va, che riporta anche quelle giubilari del sabato in occasione dell’Anno Santo della Misericordia.
Il centro del Vangelo è Gesù morto e risorto per noi
Praticamente un intero anno di catechesi, semplici e profonde, tese a proporre, come si legge in Evangelii gaudium, quella “freschezza originale del Vangelo” (EG 11) che riempie di gioia il cuore e la vita di coloro che incontrano Gesù. Al centro c’è “la bellezza dell’amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto” per la nostra salvezza (EG 36): è dalla gioia di sentirsi amati, perdonati e salvati che nasce l’evangelizzazione.
Le catechesi di Francesco
Diciassette i cicli tematici svolti fino ad oggi. Il primo ha ripreso le riflessioni di Benedetto XVI sul Credo per l'Anno della Fede (25 catechesi). Questi gli altri temi: i Sacramenti (9), i Doni dello Spirito Santo (7), la Chiesa (15), la Famiglia (36), la Misericordia, in occasione del Giubileo (49), la Speranza cristiana (38), la Santa Messa (15), il Battesimo (6), la Confermazione (3), i Comandamenti (17), la Preghiera del Padre nostro (16), gli Atti degli Apostoli (20), le Beatitudini (9), la Preghiera (38), il ciclo dedicato al tema della pandemia, intitolato “Guarire il mondo” (9) e l’ultimo ciclo iniziato nel giugno scorso sulla Lettera ai Galati (finora 2 catechesi). Poi ci sono le udienze generali centrate su temi specifici, come, per esempio, i tempi liturgici forti o i viaggi apostolici.
Nella Chiesa ci sono figli di Dio, non battitori liberi
Nelle catechesi sul Credo, Francesco ribadisce che la Risurrezione di Gesù è il cuore della nostra speranza: è questa fede che apre la vita al futuro eterno di Dio, alla felicità piena, alla certezza che il male e la morte saranno sconfitti. Riguardo ai Sacramenti, ricorda con forza che non sono riti formali, ma segni efficaci della grazia che, accolta, cambia la vita, unendoci nell’amore a Dio e ai fratelli. Lo Spirito Santo ci immerge in questo amore con i suoi doni, rendendoci Chiesa: non “battitori liberi” che usano il metodo del “fai da te”, ma figli di Dio che è Padre e ha voluto formare un popolo unito e benedetto dal suo amore.
A Dio piace perdonare
Nelle riflessioni sulla famiglia, Francesco riesce ad entrare in modo vivo e concreto nelle realtà familiari di tutti i giorni, ricordando le verità fondamentali sul matrimonio, ma restando sempre attento alle situazioni di fragilità e alle famiglie ferite. Il contenuto essenziale del Vangelo - afferma - è Gesù, Misericordia fatta carne. A Dio piace perdonare i suoi figli, perché anch’essi possano a loro volta perdonare i fratelli. È questa fiducia nella Divina misericordia la fonte della speranza cristiana, che ci fa sentire che Dio non ci abbandona mai. E nell’Eucaristia, Gesù riversa su di noi tutta la sua misericordia così da rinnovare il nostro cuore e metterlo in comunione con gli altri.
La forza della preghiera
Parlando dei Comandamenti, afferma che la vita nuova del cristiano non è il titanico sforzo per essere coerenti con una norma, ma è l’apertura del cuore allo Spirito Santo che ci dona una doppia gioia: quella di essere amati da Dio e di amare il prossimo. Attingere a questo amore è il compito della preghiera, su cui Francesco si sofferma molto: il primo passo per pregare - dice - è essere umili e riconoscersi peccatori, è capire che ogni giorno dobbiamo imparare a pregare, perché senza la forza dello Spirito non ne siamo capaci.
Lo stile delle Beatitudini
Nel ciclo sugli Atti degli Apostoli, Francesco mostra quanto possano fare i missionari che si aprono senza paura all’azione dello Spirito, dando ragione della speranza cristiana come amici e fratelli, non come nemici che puntano il dito e condannano. Si tratta di uomini e donne che seguono Gesù con lo stile mite e umile delle Beatitudini. Si tratta di guarire un mondo ferito, dice il Papa nelle catechesi sul tema della pandemia.
La libertà cristiana
Nell’ultimo ciclo, appena iniziato, dedicato alla Lettera di San Paolo ai Galati, il Papa affronta il tema della novità portata dal Vangelo di fronte a quanti ancora oggi, ritenendosi i veri “custodi della verità”, sono tentati di rinchiudersi in alcune certezze acquisite in tradizioni passate. I Galati riproponevano l’osservanza della legge mosaica. San Paolo indica invece il primato della grazia sulla legge, “la via liberante e sempre nuova di Gesù Crocifisso e Risorto; è la via dell’annuncio, che si realizza attraverso l’umiltà e la fraternità”, è una “via mite e obbediente” che “va avanti nella certezza che lo Spirito Santo opera in ogni epoca della Chiesa” e “cambia i cuori, cambia la vita, ci fa vedere strade nuove”.
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