Il Papa: la verità del Vangelo non si vende a buon mercato
Adriana Masotti - Città del Vaticano
Nel brano commentato oggi dal Papa, nell'udienza generale in Aula Paolo VI, l’Apostolo Paolo esprime il suo rammarico vedendo che i Galati, a cui aveva annunciato Gesù Cristo, rischiano di deviare dalla verità accogliendo un Vangelo diverso, predicato da alcuni nuovi missionari. C’è un solo Vangelo, afferma con forza e Francesco afferma: (Ascolta il servizio con la voce del Papa)
Per lui il Vangelo è ciò che lui predica, il kerygma, l’annuncio della morte e risurrezione di Gesù come fonte della salvezza. Un Vangelo che si esprime con quattro verbi: "Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto, è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e apparve a Cefa". Questo Vangelo è il compimento delle promesse ed è la salvezza offerta a tutti gli uomini.
Il Vangelo è uno solo
Davanti a un dono così grande, Paolo non riesce a spiegarsi come mai i Galati stiano pensando di accogliere un altro “vangelo, forse più sofisticato, più intellettuale, non so, ma un altro vangelo"… L’Apostolo ammonisce quindi con forza la comunità. L'avverte che la nuova predicazione “non può essere il Vangelo. Anzi, è un annuncio che stravolge il vero Vangelo perché impedisce di raggiungere la libertà acquisita venendo alla fede”. I Galati si illudono che il messaggio dei nuovi predicatori “sia complementare a quello di Paolo”, ma su questo punto per l'Apostolo non ci possono essere “compromessi”. E prosegue:
Il Vangelo è uno solo ed è quello che lui ha annunciato; un altro non può esistere. Attenzione! Paolo non dice che il vero Vangelo è il suo perché è stato lui ad annunciarlo, no! Questo sarebbe presuntuoso, sarebbe vanagloria. Afferma, piuttosto, che il “suo” Vangelo, lo stesso che gli altri Apostoli andavano annunciando altrove, è l’unico autentico, perché è quello di Gesù Cristo.
Sulla verità del Vangelo non ci sono trattative da fare
Paolo utilizza termini molto duri per avvertire i Galati del rischio di compiere un passo falso: “per due volte usa l’espressione 'anatema' - sottolinea il Papa - , che indica l’esigenza di tenere lontano dalla comunità ciò che minaccia le sue fondamenta". Insomma, su questo punto l’Apostolo "non lascia spazio alla trattativa".
Con la verità del Vangelo non si può negoziare. O tu ricevi il Vangelo come è, come è stato annunciato, o ricevi qualsiasi altra cosa. Ma non si può negoziare, con il Vangelo. Quando si parla del Vangelo e di un suo possibile sconvolgimento, non si può scendere a compromessi: la fede in Gesù non è merce da contrattare: è salvezza, è incontro, è redenzione. Non si vende a buon mercato.
La novità del Vangelo non è passeggera
Papa Francesco fa notare che la comunità dei Galati è animata da buoni sentimenti, è convinta che ascoltando i nuovi missionari potrà servire ancora meglio Gesù Cristo. “I nemici di Paolo - afferma - sembrano essere animati dalla fedeltà alla tradizione ricevuta dai padri e ritengono che la fede genuina consista nell’osservanza della Legge”. Addirittura iniziano a sospettare di Paolo ritenendolo “poco ortodosso nei confronti della tradizione”. Ma la novità del Vangelo, dice Papa Francesco, "è una novità radicale, non è una novità passeggera: non ci sono vangeli 'alla moda'. Quella vissuta dai Galati è una situazione che si ripropone in ogni tempo per questo, osserva Francesco, le parole dell’Apostolo sono utili anche a noi, oggi che dobbiamo saperci districare nel "labirinto di buone intenzioni". E conclude:
Questo è importante: saper discernere. Tante volte abbiamo visto nella Storia, e anche lo vediamo oggi, qualche movimento che predica il Vangelo con una modalità propria, alle volte con carismi veri, propri; ma poi esagera e riduce tutto il Vangelo al “movimento”. E questo non è il Vangelo di Cristo: questo è il Vangelo del fondatore, della fondatrice e questo sì, potrà aiutare all’inizio, ma alla fine non fa frutti con radice profonda. Per questo, la parola chiara e decisa di Paolo fu salutare per i Galati ed è salutare anche per noi. Il Vangelo è il dono di Cristo a noi, è Lui stesso a rivelarlo. E’ quello che ci dà vita.
Domani festa della dedicazione di Santa Maria Maggiore
Nel corso dei saluti ai fedeli di lingua italiana, Papa Francesco rivolge il suo pensiero ai gruppi presenti, tra cui bambini e ragazzi. Poi, come di consueto, agli anziani, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Tutti affida "alla materna protezione della Vergine Maria" ricordando che la Liturgia di domani, festa della dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore, ci invita a contemplare la Madre di Cristo "nell’icona della Salus Populi Romani".
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